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Identità digitale: avanti tutta
Mai così tanti gli utenti in IDEM, grazie ai molti servizi e all’ID europeo dello studente
In questo ultimo anno, la compagine di IDEM è stata profondamente rivoluzionata dall’ingresso nella Federazione di alcuni dei grandi atenei italiani e dal fermento attorno a nuove applicazioni e servizi. Le nuove adesioni hanno prodotto dei cambiamenti molto significativi all’identikit dell’utente IDEM, spostandolo decisamente verso il mondo accademico. Oggi infatti IDEM può vantare una copertura di oltre il 90% della popolazione studentesca universitaria del nostro paese. Questo cambiamento è ricco di conseguenze per il futuro della Federazione di identità IDEM, ma anche per i servizi che sarà possibile convogliare verso gli utenti attraverso di essa.
Oggi IDEM può vantare una copertura di oltre il 90% della popolazione studentesca universitaria del nostro paese
La Federazione IDEM ormai da anni ci ha abituati a una crescita lenta ma costante del numero dei suoi membri, a cui di pari passo è corrisposta la crescita degli utenti finali. Già nel 2012, la federazione copriva il 67% delle università e a questo corrispondeva il 77% della popolazione studentesca italiana. Questa seconda percentuale non aveva subito radicali modifiche fino a quest’anno quando, a fronte di una crescita di 7 punti percentuali nel numero delle università, la popolazione coperta è balzata al di sopra del 92%. Semplicemente, l’ingresso in federazione di alcuni “grandi assenti”, come La Sapienza di Roma, la Statale di Milano, ma anche di atenei come il Politecnico di Torino e l’Università di Brescia, ha completamente cambiato i rapporti e, se ci soffermiamo sui numeri, ciò stupisce poco. Un ateneo come La Sapienza, tra i più popolosi d’Europa in assoluto, vanta da solo oltre 100.000 studenti immatricolati: circa 10 volte un ateneo di medie dimensioni.
I segreti di un successo
Ma perché questo ritorno in voga della Federazione, che pure è una realtà consolidata da un decennio, proprio in questo momento? Una serie di fattori è stata determinante nelle scelte delle università, tra i quali possiamo citare il consolidamento delle politiche di gestione dell’identità digitale e il naturale avvicendamento del personale, che ha segnato l’entrata in scena di figure tecniche e dirigenziali più attente al tema dell’identità digitale (parafrasando liberamente il filosofo Karl Popper, potremmo dire che non sono i vecchi processi ad andare in pensione, ma il personale che li sostiene).
In definitiva, però, a farla da padrone sono stati i servizi. Dalla possibilità di accedere a servizi GARR riservati all’utenza IDEM, come SCARR, WebMeetings e Filesender, ai servizi dedicati in modo specifico al mondo della ricerca, per finire con il sempre apprezzatissimo accesso alle riviste elettroniche a cui si sono recentemente aggiunti repository importanti, come la banca dati dedicata alle nanotecnologie Nano (Nature). Va da sé che i servizi di identità federata aiutano a lavorare da casa in questi tempi in cui il lavoro in presenza è molto limitato o del tutto assente.
L’interoperabilità tra eduGAIN e le identità digitali governative è un passo avanti verso una cittadinanza digitale europea, almeno per le giovani generazioni
Questo trend di crescita non è un fuoco di paglia, ma è destinato a durare, perché ai servizi e alle applicazioni esistenti si stanno aggiungendo delle vere e proprie killer application europee dedicate al mondo accademico ed in particolare alla mobilità studentesca. Tra queste va senza dubbio citata la European Student Card Initiative, nell’ambito della quale la Commissione Europea ha annunciato che tutte le università e le altre istituzioni dell’alta formazione che partecipano al progetto Erasmus+ devono iniziare ad avvalersi degli strumenti digitali messi a disposizione da Erasmus Without Papers per lo scambio delle informazioni sugli studenti che intendono studiare all’estero.
E come si autenticheranno questi studenti? Tramite eduGAIN, il servizio di inter-federazione che collega le federazioni di identità della ricerca e dell’educazione a livello mondiale e di cui IDEM fa parte. Il collegamento tra i servizi digitali di Erasmus+ ed eduGAIN è stato realizzato all’interno del progetto MyAcademicID, che inoltre ha sviluppato un identificatore per gli studenti europei denominato European Student Identifier. L’idea è quella di avere un vero e proprio identificatore “a vita” per lo studente, che utilizzi gli attributi accademici attraverso i confini di organizzazioni e paesi e segua il suo possessore anche dopo la laurea e la fine del percorso universitario.
Inclusività e identità forte
Il disegno di MyAcademicID è pensato per combinare da un lato l’inclusività e la possibilità di offrire molteplici servizi propria delle federazioni di identità della ricerca, con una identità digitale forte, come quelle che sono state sviluppate in molti contesti nazionali. Infatti all’interno del progetto è stato anche sviluppato un bridge tra eduGAIN ed eIDAS per permettere di utilizzare le identità digitali governative europee (eID) in questo contesto. eIDAS e le eID non possono sostituire totalmente l’identità fornita dagli enti di ricerca, dato che non contengono né le informazioni di affiliazione, nè quelle relative al percorso di studi, ma rappresentano uno strumento fondamentale per elevare il livello di affidabilità delle identità: un passo quindi verso una cittadinanza digitale europea, almeno per le giovani generazioni.
La scelta della Commissione europea di utilizzare eduGAIN nel programma Erasmus+ è un riconoscimento importante
Il primo servizio Erasmus+ federato è l’Online Learning Agreement, già oggi accessibile tramite IDEM. Nel corso del 2021 l’uso dell’Online Learning Agreement sarà reso obbligatorio e nel 2022 e 2023 l’obbligo sarà esteso a tutti gli altri servizi legati ad Erasmus+, quali gli accordi di mobilità tra istituzioni, la gestione delle carriere in mobilità, e così via.
La scelta della Commissione europea di utilizzare eduGAIN nel contesto del programma Erasmus+ rappresenta un forte riconoscimento della realtà delle federazioni di identità della ricerca ed un punto di svolta che sta già avendo un ruolo importante nello stimolare gli indecisi. Tra i 27 paesi della Commissione, altri 7 vicini e gli scambi intercontinentali con il resto del mondo, Erasmus+ copre infatti praticamente tutti i contesti e casi d’uso che possiamo immaginare per un’identità digitale dedicata agli studenti universitari.
Verso il futuro, dentro la Federazione
Ciò rappresenta un punto di partenza e non un punto d’arrivo: in una comunità come quella dell’identità federata, la capacità di fare massa critica si è dimostrata fondamentale per arrivare al punto in cui siamo. Continuerà ad esserlo se vogliamo che l’infrastruttura che abbiamo costruito continui ad essere uno strumento di valore per la comunità della ricerca. L’esempio dei servizi digitali legati al programma Erasmus+ dimostra che nell’imminente futuro eduGAIN e le federazioni di identità della ricerca diventeranno sempre più centrali, e allo stesso tempo probabilmente aumenteranno i tentativi di integrazione con i sistemi di identità governativi, da cui però non saranno rimpiazzate. C’è un solo modo per far parte di questa transizione senza subirla: basta aderire alla Federazione IDEM, se non lo avete già fatto!
European Student Card initiative (ESC)
La European Student Card initiative (ESC) è un’iniziativa chiave dello Spazio Europeo dell’istruzione, il cui principale obiettivo è la semplificazione dei processi amministrativi legati alla mobilità degli studenti grazie al potenziamento dell Erasmus+ Mobile App e alla digitalizzazione delle procedure amministrative in uso alle università con l’Erasmus Without Paper (EWP), per lo scambio di dati elettronici relativi agli studenti.
ec.europa.eu
European Student Identifier (ESI)
Lo European Student Identifier è un persistent identificatore unico a livello globale, neutrale a livello di protocollo e trasporto, da utilizzare per tutti i servizi dedicati agli studenti
wiki.geant.org
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