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Una scuola in linea con il futuro
Una scuola in linea con il futuro

Formazione open di qualità

| Marta Mieli | la voce della comunità
Articolo letto 5282 volte

Eduopen è la nuova piattaforma Made in Italy  per i corsi MOOC.
Un network di 14 università con oltre 7000 utenti registrati nei primi 40 giorni

Il 21 aprile scorso presso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca è stato presentato il portale Eduopen, la piattaforma creata da 14 atenei pubblici italiani per offrire a tutti e gratuitamente l’opportunità di seguire percorsi formativi di alta qualità a distanza.


I corsi MOOCs (Massive open online courses) di Eduopen sono tenuti dai docenti universitari e prodotti dalle università. Tra i partner del portale anche GARR che mette a disposizione l’accesso alla piattaforma attraverso le identità digitali federate Idem e Edugain, già in possesso di circa 4 milioni di utenti in Italia e 30 milioni in tutto il mondo.

A spiegarci meglio le origini e le prospettive di questa importante iniziativa il prof. Tommaso Minerva, coordinatore del progetto e docente presso il dipartimento di Formazione e Scienze Umane dell’Università di Modena e Reggio Emilia.

Tommaso MinervaTommaso Minerva
Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Docente presso il dipartimento di Formazione e Scienze Umane
Coordinatore progetto Eduopen
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Prof. Minerva, da dove nasce questa iniziativa? in cosa si differenzia da altre iniziative simili?

Eduopen nasce nel 2014 da un bando del MIUR emanato per finanziare progetti innovativi sui fondi strutturali dell'università. In un gruppo di 8 Atenei abbiamo presentato il progetto che il MIUR ha accettato di finanziare. L'idea nasce dall'esperienza internazionale soprattutto americane e nord europee di condivisione di corsi e di percorsi formativi in formato aperto e nasce con l'esigenza e l'obiettivo di colmare quella che era una lacuna qui in Italia, dove non esisteva ancora un sistema organizzato delle università pubbliche per erogare questo tipo di corsi online. Eduopen nasce con questo duplice obiettivo. In seguito abbiamo aggregato altri atenei: oggi siamo in 14 e dopo un anno di gestazione finalmente il 21 aprile scorso il progetto è partito. Siamo arrivati già a oltre 7000 utenti registrati, in poco più di 40 giorni.

Rispetto alle altre iniziative in corso, una differenza che stiamo sperimentando in questi giorni ci arriva dal feedback dei nostri studenti, che definiscono Eduopen come "attività formativa calda". La differenza rispetto ai più blasonati "Coursera" o "edX" è proprio questa: noi abbiamo cercato di trasportare dentro Eduopen quella che è una vera formazione universitaria, con i docenti e i tutor effettivamente presenti. Magari perdendo un po’ la caratteristica di formazione di massa, raggiungendo un numero minore di utenti ma cercando di seguire con attenzione tutta l'attività formativa. Il docente è presente e questa è una caratteristica peculiare di Eduopen che i nostri studenti stanno cominciando ad apprezzare.

Quali sono i programmi che prevedete per il futuro?

Cosa sono i MOOCs?

Sono degli insegnamenti universitari offerti in modalità telematica e strutturati per essere seguiti da molte persone in contemporanea, inscritti nella tradizione più ampia delle cosiddette OER (Open Educational Resources). Consentono di seguire percorsi formativi di alta qualità a distanza e di acquisire, se richiesto, attestati di frequenza o crediti formativi universitari.

Per quanto riguarda i progetti futuri, abbiamo una roadmap abbastanza condivisa ovviamente sempre in evoluzione. Quello che vorremmo realizzare nel tempo è di strutturare dei veri percorsi formativi partendo con dei corsi di perfezionamento, con dei master fino a degli obiettivi più grandi senza precluderci alcun risultato finale.

Nell’ambito della formazione, la distinzione tra presenza e distanza è sempre più labile nell’era digitale, ritiene possibile che l’offerta formativa sia solo online o pensa sia importante che l’offerta sia miscelata tra distanza e presenza in cui importante rimarrà l’interazione con il docente?

In questo contesto correttamente si intreccia la indistinguibilità tra attività in presenza e attività a distanza. È un tema che abbiamo dibattuto molto e la dizione on line ormai è stretta perché di fatto qualunque attività formativa ha questa doppia valenza di una componente online e di una in presenza. Quindi svilupperemo sempre più corsi blended, ovvero corsi che integrano attività in presenza e attività a distanza. Realizzeremo inoltre dei corsi e degli insegnamenti che si svilupperanno completamente “in presenza”, quindi cercando di integrare l'utilizzo delle tecnologie per realizzare una “presenza virtuale” o comunque per attività di laboratorio o esercitative, la possibilità di frequentare presso i laboratori sparsi per le nostre sedi universitarie.

Come si garantisce il rigore e la qualità?

Finora i dati sul completamento dei corsi sono molto incoraggianti e superiori alle medie internazionali

In questo tipo di corsi il rigore e la qualità sono elementi critici o perlomeno percepiti come tali. Rigore e qualità si ottengono mediante un controllo del processo e un controllo degli interlocutori. Abbiamo scelto di avere interlocutori delle università pubbliche che mettono a disposizione dei propri percorsi formativi utilizzando il rigore tipico di una università strutturata quindi non inventando dei percorsi formativi o degli oggetti formativi in maniera estemporanea, ma facendo riferimento a quelle che sono le competenze all'interno dell'università. Resta vero che quando il percorso formativo deve essere tradotto in una certificazione formale, in crediti formativi universitari per esempio, la serietà e il rigore risiedono nel fatto che l'atto finale, l'atto certificativo, è l'esame universitario. La persona va a fare l'esame esattamente nello stesso modo in cui lo farebbe se avesse seguito il corso in presenza in un'aula. Quindi il rigore e la serietà sono quelli mutuati dallo stesso corso universitario: se questo è serio e rigoroso lo sarà anche l'altro.

Quale è il target principale a cui si riferiscono i corsi?

Inizialmente immaginavamo di avere un target prevalentemente universitario, fatto da studenti universitari. In verità, ci siamo accorti subito già dai primi giorni dall'avvio che il pubblico è il più vario possibile, non riusciamo a definire quale è l'utente tipo di Eduopen, esistono persone adulte, esistono pensionati, ragazzi molto giovani che frequentano ancora scuole medie e superiori e un 15-20% di studenti universitari. Un’utenza così variegata non era prevista ma questo è un dato estremamente positivo, ciò significa che ha inciso su un bisogno formativo che era diffuso.

Tutti coloro che fanno parte della Comunità IDEM possono entrare a far parte del progetto Eduopen senza bisogno di una nuova autenticazione, una buona opportunità per espandere con facilità il servizio?

Le Università del network Eduopen
Le Università del network Eduopen

Si, gli studenti e lo staff universitario possono accedere utilizzando le credenziali di ateneo (IDEM-GARR). Una collaborazione che permette potenzialmente a milioni di utenti della federazione IDEM di accedere con facilità a questo processo di innovazione didattica.

Dai primi risultati della partnership tra la Federazione IDEM-GARR ed il network Eduopen abbiamo registrato che il 16% delle persone che hanno seguito i nostri corsi sono “federati”, di questi il 61% è rappresentato da studenti e il 39% da personale di staff. Le università con il numero maggiore di accessi sono l’Università di Parma seguita dall’università di Modena e Reggio Emilia e quella di Genova.

Avete già raccolto delle informazioni sulla fruizione dei corsi?

Dai primi dati rilevati sull’andamento dei corsi è emerso un fattore molto importante: la percentuale di persone che concludono il ciclo e ottengono una certificazione comincia ad essere superiore al 10-12%, nettamente superiore ai dati internazionali che raggiungono appena il 5-6%. Quindi il modello che abbiamo seguito per adesso ci sta collocando almeno al doppio di finalizzazioni rispetto a quanto è il panel internazionale. Se questo si confermerà anche nei prossimi mesi sarà un risultato davvero molto importante.

Che scenario immagina per le scuole e quale ruolo può avere la collaborazione con il mondo dell’università e della ricerca?

Sogno una scuola nella quale sia possibile scegliere i percorsi formativi sulla base dei propri interessi, progetti, aspettative e necessità con un click. Una scuola dove i momenti di condivisione possano realizzarsi anche in remoto, per facilitare la contaminazione delle idee e nella quale la collaborazione tra tutti i soggetti che hanno a cuore la formazione critica, autonoma degli allievi, possa avvenire in tempo reale per consentire la continua revisione dei percorsi formativi in aderenza alle esigenze del cambiamento.

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