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Internet è partecipazione
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Internet è partecipazione

| Stefano Trumpy | ieri, oggi, domani
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Ormai mi considero tra gli “old boys” di Internet in Italia, non senza un certo stupore quando penso alle attività svolte e a quanto tempo è trascorso.

Stefano Trumpy, presidente ISOC Italia, è il primo ospite di questa nuova rubrica

Stefano Trumpy è presidente ISOC Italia. Quando diventa direttore del CNR-CNUCE nel 1983, Luciano Lenzini, allora a capo del reparto Reti, gli dice: “Ora che sei diventato direttore, non potrai fare a meno di occuparti personalmente di reti.” La frase è profetica e già pochi mesi dopo diventa coordinatore del ramo italiano della rete EARN (European Academic Research Network). È il primo di una lunga serie di impegni nazionali ed internazionali che portano Stefano Trumpy al centro dell’evoluzione della rete: membro CNR del Gruppo di Armonizzazione delle Reti per la Ricerca italiane costituito nell’88, tra i fondatori della Internet Society nel 1992 e Presidente del chapter italiano di ISOC sin dalla sua costituzione nel 2000, presidente di TERENA (Trans European Research and Education Networking Association), nata dalla fusione di EARN e RARE, rappresentante del governo italiano nel Governmental Advisory Committee di ICANN dal ’99 e, successivamente, nello High Level Group on Internet Governance della Commissione Europea.

La mia è una posizione particolare: sono infatti un rappresentante della ricerca “prestato” a ruoli governativi. Inizialmente mi sono sentito un poco fuori posto ma nel tempo ho imparato a comprendere ed usare il linguaggio dei governativi: il mio contributo è stato sempre molto apprezzato e questa esperienza mi ha aiutato ad avere una visione d’insieme del “sistema” Internet. Il cammino di condivisione collettiva di queste problematiche è iniziato nel 2003 con i World Summit on Information Society; sulla scorta di quello di Tunisi del 2005, sono poi iniziati gli Internet Governence Forum annuali. Gli IGF hanno portato a un’ampia discussione dei vari temi che riguardano la gestione di Internet da parte dei portatori di interesse (stakeholder), cioè rappresentanti dei governi, del settore privato, degli utenti della rete e dalla comunità tecnica, inclusi i rappresentanti delle reti della ricerca. Gli IGF non hanno capacità decisionale, ma in compenso sono consessi nei quali tutti, inclusi i governi, discutono sullo stesso piano; in ambito IGF vengono prodotti dei documenti di “best practice” sui temi più caldi e si costituiscono le così dette “coalizioni dinamiche” per sviscerare problemi specifici con continuità. Gli esperti che hanno partecipato all’evoluzione di Internet ai tempi in cui il suo utilizzo era appannaggio prevalente delle università e della ricerca si confrontano in questa sede con tutte le categorie di fornitori di servizi e di utenti.

Gli “old boys” dei quali faccio parte possono quindi svolgere un fondamentale ruolo di educatori nei confronti della larga parte dei nuovi soggetti che intendono essere coinvolti nella gestione della rete, in modo da evitare che i criteri fondanti della rete vengano stravolti nella sua evoluzione a causa di fattori di scala nell’utilizzo e del sorgere di interessi contrastanti nelle varie categorie di stakeholder. Il processo di IGF ha avuto un successo considerevole, riconosciuto anche dai governi a livello nazionale e regionale. In Italia, dopo una riunione preparatoria avvenuta al CNR nel maggio del 2008, sono iniziate riunioni annuali di IGF Italia svoltesi in sequenza a Cagliari nel 2008, a Pisa nel 2009 e a Roma nel 2010. Gli IGF nazionali nascono spontaneamente, non hanno relazione formale con gli IGF globali ma ne condividono i principi fondanti, vale a dire la presenza di stakeholder diversi, l’inclusività e l’attenzione ai temi discussi negli IGF globali: la gestione delle risorse critiche della rete, il divario digitale, la diversità culturale, la sicurezza, la protezione della privacy e della proprietà intellettuale, l’accesso e la libertà di espressione. Nella convinzione che la Internet Governance riguardi tutti, sia i portatori di interesse che i cittadini, l’edizione di quest’anno ha proposto una formula nuova rispetto al passato, con la proposta di organizzare incontri tematici attorno all’evento principale, anche in città e momenti diversi dalle due giornate dedicate al Forum.

In questo modo ben 21 eventi si sono svolti in autonomia nelle città di Trento, Pisa, Roma, Cagliari, Firenze, Bologna, Torino e Venezia ed hanno trattato temi quali Diritti Digitali, Sicurezza, Reti sociali e comunità, Infrastrutture e Internet Governance. Tra gli eventi tematici ce n’è anche uno organizzato dal GARR sul tema del passaggio ad IPv6 (“Dove sei IPv6?”). È la prima volta che in un IGF nazionale si applica la formula degli eventi tematici e l’idea è stata apprezzata anche dai nostri partner stranieri, che già pensano di “copiarla”.

Concludendo, ritengo che stia a cuore di tutti noi coinvolti nelle reti per la ricerca di assicurare che l’Internet evolva in una direzione che non ne stravolga i principi portanti e questo implica di dare importanza ed essere presenti nei consessi nei quali si discutono le evoluzioni gestionali della Rete. I tempi nei quali Internet era sostanzialmente deregolamentata sono finiti. I governi dovrebbero intervenire solo quando usi distorti, fraudolenti o criminali mettono in pericolo l’accessibilità a tutti e la fiducia in questo mezzo che ha assunto progressivamente una enorme portata sociale.

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