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L’Europa punta sul cloud della ricerca
Il cloud europeo per la scienza aperta sta entrando in una fase operativa e l’Italia è in prima fila
La pandemia e la crisi economica da Covid-19, la crescente consapevolezza dell’impatto del cambiamento climatico, la trasformazione digitale che investe sempre più tutti gli aspetti della nostra società: sono tutti temi epocali che riportano in primo piano, anche per l’opinione pubblica, il ruolo cruciale della scienza nel trovare risposte alle sfide che dobbiamo affrontare.
Sul versante della trasformazione digitale, il Cloud europeo per la scienza aperta (European Open Science Cloud, EOSC), un’iniziativa lanciata dalla Commissione europea nel novembre 2018, punta a offrire delle soluzioni per migliorare e accelerare la ricerca scientifica.
L’Italia ha giocato un ruolo importante perché ha creato ICDI che riunisce le infrastrutture di ricerca e digitali e gli enti pubblici di ricerca italiani
EOSC sta realizzando una piattaforma che, attraverso la federazione delle infrastrutture di dati esistenti e future, fornirà a ricercatori, innovatori, imprese e cittadini europei un ambiente con servizi aperti per la ricerca, gestione, l’analisi e il riuso dei dati della ricerca, interessando varie discipline. Dopo una fase preparatoria durata due anni, EOSC è entrato nella fase di realizzazione.
A fare il punto sul contributo italiano e sulle prossime tappe è Giorgio Rossi, docente di Fisica della materia all'Università di Milano e già alla guida dell’European Strategy Forum on Research Infrastructures (ESFRI), rappresentante per l'Italia nel Governing Board di EOSC, organo in cui i delegati dei governi di Stati membri e i paesi associati delineano la strategia.
Quale il ruolo degli stati membri in EOSC?
Quello degli stati membri è un ruolo chiave su più livelli: la partnership sarà un accordo tra la Commissione europea e la EOSC Association, per avviare la costruzione di EOSC seguendo le indicazioni di un’agenda strategica condivisa (Strategic Research and Innovation Agenda, SRIA) e investendo le risorse che i paesi membri e la Commissione stanno impegnando per questo obiettivo.
Nella Association c’è un ruolo indiretto, ma forte, dei paesi membri attraverso le organizzazioni mandatarie, che si fanno portavoce della strategia per i dati del paese.
La governance di EOSC è basata su un sistema tripolare, che vede l’EOSC Association e la Commissione legate dall’accordo di partnership e un forum strategico dei paesi membri che dialoga con entrambe, di cui stiamo discutendo proprio ora la configurazione.
Quale è il contributo dell’Italia, quali sono le iniziative a cui state lavorando?
In questa fase il ruolo dell'Italia è stato molto attivo, sia nel Governing Board, sia nei gruppi di lavoro: ci siamo esposti, con idee, azioni e proposte, che sono state apprezzate e condivise dagli altri membri. Il nostro impegno è stato fondamentale per impostare una governance che desse maggior peso alle organizzazioni mandatarie, cioè quelle delegate dagli Stati membri a rappresentare ufficialmente il proprio paese. L’Italia ha giocato un ruolo importante anche perché ha creato ICDI (Italian Computing and Data Infrastructure) che riunisce le infrastrutture di ricerca e digitali e gli enti pubblici di ricerca italiani con ruolo di rappresentanza nazionale tramite GARR.
Questo modello è fonte di ispirazione per gli altri paesi e ICDI è diventato uno dei quattro soci fondatori dell’EOSC, su proposta della presidenza del Governing Board.
Quale sarà il modello di governance di EOSC?
In qualche modo, pensiamo a una continuazione del Governing Board attuale, il quale cesserà con la fine di Horizon 2020, a fine anno. C’è piena condivisione sulla necessità di rafforzare questo elemento di governo del processo EOSC con una organizzazione più ampia, un forum strategico sul modello di ESFRI, in grado di elaborare una strategia coerente in Europa.
Questo terzo ‘potere’ esterno alla partnership includerà tutti i paesi membri, compresi quelli che non hanno partecipazione diretta in EOSC, ma hanno diritto a discutere del suo sviluppo, visto che si tratta di budget europei. Concorrere alla creazione di EOSC comporta forti implicazioni su investimenti e organizzazione che restano fuori dall’ambito proprio dell’associazione, ma senza i quali la piattaforma europea non potrebbe realizzarsi: la rete hardware, l’infrastruttura digitale su cui gira EOSC, gli archivi e il calcolo e il forum strategico sarà il luogo per arrivare ad una visione coerente di questi aspetti.
Anche al di fuori della partnership, i paesi membri hanno un ruolo importante, ma non è facile inquadrarlo dal punto di vista formale. Una soluzione sarebbe riprodurre ciò che ha ben funzionato per ESFRI, con un mandato del Consiglio per la Competitività Europea al Forum informale per la strategia di EOSC. Altre soluzioni potrebbero svilupparsi nel quadro della nuova governance dello spazio europeo della ricerca, che però ancora non è ancora definita.
Quali sono i prossimi passi, come si arriva alla piena operatività di EOSC?
Nella seconda metà di dicembre c’è stata la prima assemblea generale della Association, che ha dato ufficialmente il via ai lavori , con l’elezione tra l’altro dei primo presidente e del consiglio direttivo.
L’associazione prenderà vita e la partnership diventerà operativa nei primi mesi di Horizon Europe. Dobbiamo sviluppare un metodo robusto e omogeneo per la valutazione del contributo dei paesi all’EOSC. C’è stata una prima indagine della commissaria Mariya Gabriel, con tutti i ministri dei paesi membri, perché esprimessero una stima del contributo dei prossimi 10 anni. In questi giorni, stiamo sollecitando gli enti e le infrastrutture per definire i criteri di quantificazione e dare evidenza di cosa si farà in Italia per la politica dei dati e per EOSC.
Alla somma ragionata del contributo dei paesi membri, corrisponderà il contributo europeo. Questi dati fisseranno il volume di risorse disponibili per le call concordate all’interno della partnership, mirate a svolgere il programma strategico dell’EOSC. In questi due anni si è arrivati a capire cosa vuol dire provare a fare l’EOSC. La costruzione del progetto sarà sostenuta dal continuo aggiornamento dell'agenda strategica, sulla base di quel che si impara mentre si fa.
Cloud europeo per la scienza aperta (EOSC)
Il Cloud europeo per la scienza aperta (EOSC) è un’iniziativa lanciata dalla Commissione europea nel novembre 2018. EOSC sta realizzando una piattaforma che, attraverso la federazione delle infrastrutture di dati esistenti e future, fornirà a ricercatori, innovatori, imprese e cittadini europei un ambiente con servizi gratuiti e aperti per la gestione, l’analisi e il riuso dei dati della ricerca, interessando le varie discipline.
Il 29 luglio 2020 è stato firmato l’atto costitutivo della nuova Associazione EOSC, associazione internazionale a statuto belga, senza fine di lucro (AISBL).
A siglare l’atto fondativo sono state l’infrastruttura italiana ICDI (Italian Computing and Data Infrastructure che riunisce le infrastrutture di ricerca e digitali e gli enti pubblici di ricerca italiani, rappresentata in questa fase da GARR, il CSIC con analogo ruolo di rappresentanza nazionale per la Spagna, e due organizzazioni europee: CESAER e la rete GÉANT.
La costituzione della EOSC Association è un passo importante verso la realizzazione di EOSC. Ci si aspetta che svolga un ruolo cruciale nel raccogliere, in un’unica struttura, gli stakeholder interessati e in particolare gli enti mandatari e le iniziative nazionali per l’Open Science (NOSCI) che coordinano a livello nazionale la partecipazione delle organizzazioni che svolgono attività di ricerca e gli operatori delle infrastrutture di ricerca, al fine di contribuire attivamente e monitorare i futuri sviluppi dell’EOSC.
L’associazione sarà la parte contraente di un accordo di partenariato con la Commissione, in cui gli Stati membri e i paesi associati al programma quadro Horizon Europe saranno adeguatamente coinvolti. I rappresentanti degli Stati membri non faranno parte dell’Associazione, ma saranno riuniti in un Forum Strategico, che svilupperà politiche coerenti per il sostegno di EOSC nei vari paesi. La governance tripartita di EOSC, basata sulla Associazione, la Commissione e lo Steering Group degli Stati membri, creerà un meccanismo di collaborazione che faciliterà l’allineamento delle politiche nazionali e favorirà la cooperazione e il coordinamento delle iniziative, realizzando la federazione delle infrastrutture a livello nazionale ed europeo e mettendo a frutto gli investimenti nazionali.
L’obiettivo è quello di accelerare la diffusione e il consolidamento di un ambiente aperto, affidabile, virtuale e federato in Europa per ricercare, archiviare, condividere e riutilizzare i dati della ricerca oltre i confini e le discipline scientifiche e fornire l’accesso a una ricca gamma di servizi correlati, migliorando il ritorno dell’investimento nella ricerca.
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