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CREF: pura magia tra storia e ricerca

CREF: pura magia tra storia e ricerca

| Maddalena Vario | Caffè scientifico

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Un viaggio appassionante tra le stanze dove i “ragazzi di via Panisperna” hanno scritto la storia

foto di un taccuino utilizzato da Enrico Fermi

foto di un taccuino utilizzato da Enrico Fermi.

Il Museo Storico della Fisica e Centro Studi e Ricerche Enrico Fermi (CREF), con sede in Via Panisperna a Roma, è legato ad un celebre nome della fisica italiana. In questa palazzina è stata scritta non solo la storia della fisica ma quella di tutto il Novecento, punto di intersezione tra scoperte scientifiche e avvenimenti epocali. Fu qui infatti che un gruppo di giovani scienziati (Amaldi, Pontecorvo, Segrè, Majorana e Rasetti) raccolto intorno alla figura di Enrico Fermi e noti a livello mondiale come “i ragazzi di via Panisperna”, condusse negli anni Trenta del Novecento i famosi esperimenti sulla radioattività indotta da neutroni, che sono stati fondamentali per lo sviluppo dell’energia atomica e valsero a Fermi l’assegnazione del premio Nobel per la fisica nel 1938.

Abbiamo parlato con Fabrizio Coccetti, dirigente del Centro Ricerche Enrico Fermi, che ci ha spiegato come il CREF costituisca tutt’oggi una grande opportunità per la comunità scientifica italiana e internazionale.

foto del museo

La grandezza di Fermi, la sua straordinaria figura di maestro e di gigante della fisica del XX secolo, le sue formidabili conquiste scientifiche, frutto di un’eccezionale mente creativa ’in equilibrio’ tra teorie ed esperimenti, vengono efficacemente illustrate all’interno del percorso museale.

Dott. Coccetti, qual è oggi la missione del CREF?

Il CREF è un ente pubblico di ricerca vigilato dal Ministero dell’Università e della Ricerca. Ha sede nella palazzina che ha ospitato lo storico Regio Istituto di Fisica negli anni Trenta dove, nel laboratorio del primo piano, è avvenuta la prima fissione nucleare indotta dall’uomo. Per la sua eccezionale importanza, nel 1999 il Parlamento ha votato all’unanimità la legge che ha costituito un nuovo ente di ricerca: il “Museo Storico della Fisica e Centro Studi e Ricerche Enrico Fermi’’.

Nel novembre del 2019, il restauro completo della palazzina di Via Panisperna è stato concluso, rendendola il centro strategico dello sviluppo dell’ente. Infatti, da quel momento, l’obiettivo prioritario dell’ente è stato sia di effettuare ricerca a livello internazionale sia di valorizzare e diffondere l’eredità scientifica di Enrico Fermi. La missione dell’ente è dunque duplice: da una parte lo sviluppo di una attività di ricerca originale e di avanguardia nel campo della fisica con una forte connotazione interdisciplinare; dall’altra lo sviluppo di un moderno museo storico della fisica per diffondere la conoscenza scientifica alle nuove generazioni, attraverso reperti d’epoca, installazioni artistiche e touch screen, che ripropongono le tappe delle rivoluzioni scientifiche della prima metà del ‘900, attraverso la vita e le scoperte di Enrico Fermi.

Conseguentemente, l’asse portante della strategia del CREF è quella di proporre linee di ricerca originali e di grande impatto improntate ai metodi della fisica, ma con un forte carattere interdisciplinare e orientato ai principali problemi della moderna società della conoscenza. Scopo di tale strategia è quello di non replicare in piccolo le linee di ricerca delle grandi istituzioni scientifiche con un forte orientamento tematico, in modo da rendere il CREF, grazie alla sua dimensione agile, una grande opportunità per la comunità scientifica italiana e internazionale.

La sede del CREF

La storica palazzina, oggi sede del CREF, dove i ragazzi di Via Panisperna hanno condotto gli esperimenti sulla radioattività indotta da neutroni e la prima fissione nucleare indotta dall’uomo

I ragazzi di Via Panisperna

I ragazzi di Via Panisperna

Cosa vuol dire per il CREF lavorare in un ambiente digitale?

La palazzina di via Panisperna è diventata operativa proprio pochi mesi prima dell’inizio della pandemia. Quindi tutto il lavoro si è dovuto sviluppare tramite video conferenze e utilizzando la rete nel modo più flessibile possibile. In particolare, siamo dotati di una sala conferenze da 100 posti, che a causa COVID è stata utilizzata in modalità mista in video conferenza e che, nonostante tutte le restrizioni, ha reso possibile la realizzazione di varie conferenze sui temi portanti di ricerca del nostro ente.

Sempre a causa della pandemia, l’ente si è anche trovato costretto a perseguire gli obiettivi di dematerializzazione con maggiore velocità per permettere un’organizzazione del lavoro più efficiente e quindi l’ambiente digitale si è ulteriormente ingrandito. In questo momento tutte le nostre procedure fanno un elevato uso delle connessioni di rete..

GARR non è un semplice fornitore ma il nostro partner tecnologico che ci supporta nella pianificazione e ci stimola ad usare al meglio le risorse

In che modo GARR e la sua rete vi offrono supporto?

Qui al CREF vediamo GARR come un nostro partner tecnologico, più che un nostro fornitore. Con un rapporto amichevole e di continua relazione, i tecnici e responsabili di GARR ci suggeriscono l’hardware di interconnessione per la rete esterna da aggiornare o sostituire per migliorare la qualità della nostra connessione. Sono sempre loro che ci stimolano a sfruttare al meglio le risorse che abbiamo. Noi abbiamo la tranquillità di avere interlocutori che ci risolvono sempre tutti i problemi in modo rapido ed efficiente. Quando l’ente ha iniziato a operare avevamo a disposizione solo una piccola stanza dentro il Ministero degli Interni e GARR ci ha seguito passo dopo passo nell’implementazione delle connessioni di rete nel nuovo edificio. Abbiamo organizzato insieme la realizzazione degli scavi per portare le fibre ottiche in una sede storica che, essendo dentro il complesso del Viminale, ha richiesto innumerevoli permessi per poter scavare sotto le mura del Ministero degli Interni. Nonostante questo, il giorno in cui sono iniziati gli scavi, sono intervenute tre volanti della polizia incredule che si potesse fare uno scavo sotto i muri del Viminale.

Il fascio di fibre che è stato portato è stato calibrato per prevedere gli sviluppi futuri del nostro ente, che sta ora assumendo nuovi ricercatori e assegnisti di ricerca. Il calcolo del fabbisogno della rete e la proiezione per gli anni futuri è stata fatta insieme a GARR, ovviamente grazie alla grande competenza del settore progettazione di GARR.

Fabrizio Coccetti durante una delle attività di divulgazione rivolta agli studenti.

Fabrizio Coccetti durante una delle attività di divulgazione rivolta agli studenti.
A partire dagli ultimi due anni, il CREF ha intrapreso un intenso lavoro di sviluppo di linee di ricerca interdisciplinari ad alto impatto scientifico, a cui si affiancano due attività di sviluppo prioritario: il Museo sull’eredità scientifica di Enrico Fermi, che è visitabile su prenotazione da parte delle scolaresche e da singole persone durante gli “open day” e l’Alta formazione di giovani scienziati attraverso il finanziamento di borse di dottorato di Università pubbliche, da svolgere presso il CREF.

Come si sono modificate le vostre attività in seguito al collegamento alla rete?

La vera modifica delle attività c’è stata durante la pandemia, ossia quando la rete è diventata ancora più essenziale per lavorare insieme riducendo la possibilità di diffondere i contagi. Tutte le nostre riunioni si sono trasferite in rete. Anche oggi, in un momento in cui la pandemia ha un impatto minore, le riunioni che facciamo in sede usano sempre una stanza in video connessione aperta per chi lavora da altre parti o in modalità agile da casa.

La missione del CREF è duplice: effettuare ricerca originale e d’avanguardia e diffondere la conoscenza scientifica con un moderno museo storico della fisica

Nei prossimi mesi abbiamo intenzione di aderire alla Federazione italiana IDEM, per poter utilizzare tutti i servizi federati offerti da GARR (tra cui videoconferenze e trasferimento dei dati) e al servizio eduroam per poter garantire connessione WiFi sicura e facile da usare per studenti e ricercatori e fare in modo che possano lavorare insieme ovunque si trovino.

Sappiamo che per il CREF la multidisciplinarietà è un aspetto molto importante. In che modo?

Innanzitutto i rapporti con le altre istituzioni sono molto frequenti e importanti. Tutti questi scambi avvengono attraverso la rete, sia per quanto riguarda la gestione dei gruppi di ricerca che per quando riguarda la gestione dei dati da analizzare.

Foto del percorso museale

Foto del percorso museale intitolato "L’eredità scientifica di Enrico Fermi"

Un esempio di esperimento di cui faccio parte, nato dal Centro Ricerche Enrico Fermi e gestito da un’ampia comunità di scienziati, è l’esperimento “Extreme Energy Events (EEE) - La Scienza nelle Scuole” che unisce la parte di ricerca con quella di diffusione della cultura scientifica. La Scienza nelle Scuole consiste in una speciale attività di diffusione della cultura scientifica e di ricerca del CREF, in collaborazione con il CERN, l’INFN e il MUR, sull’origine dei raggi cosmici, è condotta con il contributo determinante di studenti e docenti degli istituti scolastici superiori. In ciascuna delle scuole aderenti al progetto è stato costruito un “telescopio per muoni cosmici” fatto con i più moderni e avanzati rivelatori di particelle (Multigap Resistive Plate Chambers, MRPC), da mettere in coincidenza tramite strumentazione GPS con i telescopi di altre scuole allo scopo di rivelare i muoni cosmici e gli sciami estesi, grandi anche quanto intere cittadine, prodotti dai raggi cosmici primari di più alta energia.

Sono gli stessi studenti a costruire i rivelatori di particelle partendo da materiali poveri per arrivare a strumenti di altissima precisione

Agli studenti è stato dato, inoltre, l’importantissimo compito della costruzione degli stessi rivelatori a partire da elementi di base, affinché si rendano conto di come si possa passare da materiali poveri a strumenti di altissima precisione. La costruzione dei rivelatori avviene nei laboratori del CERN, nei luoghi più esclusivi della ricerca più avanzata, che vengono resi a tale scopo accessibili ai ragazzi. Sono stati costruiti circa 60 telescopi negli scorsi anni, e tutti i dati sono stati raccolti dalle stazioni sistemate in tutte le 60 scuole in giro per l’Italia e, anche attraverso la rete GARR, raccolte nei server centrali, presso il CNAF di Bologna, dove li abbiamo analizzati.

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