- Home
- Caffè scientifico
- Generazione senza fili
Generazione senza fili
| Maddalena Vario | Caffè scientifico
C’era una volta l’università senza Internet....
... dove il libretto universitario era davvero un libretto da sfogliare con firme di professori, esami e voti, dove lunghe erano le file e le attese per chi doveva iscriversi ad un appello di esame, dove per fare una ricerca non si aveva altra scelta che recarsi alla propria biblioteca universitaria...
Arriva il 1994 e Internet fa capolino nelle prime università italiane, c’è chi comincia a frequentare le sale computer per mandare un’e-mail all’amico conosciuto in Erasmus (ovviamente se l’università è abbastanza all’avanguardia da avere una sala computer), nel piano degli esami ne compare uno dal misterioso titolo “Information and Communication Technology”, iniziano i primi tentativi di studenti curiosi che vogliono connettersi con l’altra parte del mondo: spesso però le connessioni sono troppo lente e si finisce per rinunciare... “del resto se la connessione è con un sito oltre oceano, è normale che ci voglia del tempo per raggiungerlo”.
Questa spiegazione placa gli animi degli studenti ansiosi di fare la conoscenza della nuova tecnologia. Molte cose sono cambiate da allora, il rapporto con Internet e la tecnologia digitale si è evoluto, tanta strada è stata fatta ma tanta ce n’è ancora da fare, perché le potenzialità offerte dalla rete e dall’ICT sono enormi e spesso ancora sfruttate per una piccolissima parte, un po’ per mancanza di finanziamenti ma soprattutto per mancanza di cultura, perché 20 anni sono davvero troppo pochi per cambiare radicalmente una cultura che preferisce la carta all’elettronica, che vede con diffidenza il telelavoro, che si sta a stento, ma con piacere, abituando all’idea che ad Internet ci si possa connettere anche senza fili, nella piazza della propria città come nel proprio campus universitario: una cultura che sta assaggiando giorno per giorno il sapore della libertà che la rete può dare. In questo contesto si inserisce ICT4University, iniziativa volta ad accelerare l’adozione da parte delle Università e degli Istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale di servizi didattici e amministrativi online, anche su reti WiFi. In particolare vedremo da vicino come sono cambiati i campus universitari interessati da tre progetti risultati vincitori di ICT4University.
Abbiamo intervistato l’ing. Antonio Capodieci, responsabile del Coordinamento Tecnico di K-student (Rete delle Università Pugliesi), l’ing. Ciro Palermo, coordinatore della rete Atenei Veneziani del progetto Venice Wide Campus (Università Ca’ Foscari e IUAV di Venezia), il dott. Antonio Guerrieri, coordinatore, progettista e referente del progetto Wireless-Unile (Università del Salento).
Nell'ordine: Antonio Capodieci, Antonio Guerrieri
Antonio Capodieci
Università del Salento, Capo Area Coordinamento e piani della Ripartizione Informatica
Antonio Guerrieri
Università del Salento, Responsabile servizio Reti locali, Posta elettronica e Fonia di Ateneo
Ciro Palermo
Università IUAV di Venezia, Dirigente dell'Area Infrastrutture, Membro effetivo del tavolo tecnico di Università Digitale
Tre progetti molto interessanti e innovativi: vediamo di capirne meglio peculiarità e obiettivi
Capodieci: Lo studente al centro nella erogazione dei servizi a lui dedicati, con particolare attenzione a quelli informatici: è da qui che viene il nome K-student, dove K sta per “key”, ovvero chiave. Abbiamo voluto dematerializzare i procedimenti che coinvolgono lo studente, consentendo così da un lato di avere un notevole risparmio, non solo sul costo della carta, ma anche nella gestione dei procedimenti a lui orientati e dall’altro di dare allo studente la possibilità di interagire con l’Ateneo utilizzando le moderne tecnologie per sbrigare pratiche comodamente da casa, evitando file e trasferte. Un altro obiettivo del progetto è stato quello di agevolare la realizzazione di una rete di Università per mettere a fattor comune le esperienze maturate da ciascun Ateneo. Una peculiarità importante del nostro progetto è stata la costituzione della RUP, Rete delle Università Pugliesi, costituita dalla Università del Salento, Politecnico di Bari, Università di Bari, Università di Foggia. Le Università della RUP hanno collaborato nel corso di tutto il progetto scambiando tra di loro buone prassi, prodotti software e idee, creando così un primo nucleo che è poi confluito nella Federazione degli Atenei del Sud. Fondamentale, infine, è stata l’applicazione del concetto di “riuso” del software che ha consentito ai vari Atenei di scambiarsi investimenti già realizzati in passato al fine di ottenere dei risparmi economici non indifferenti.
Palermo: Oltre 30 sedi universitarie disseminate in tutta la città di Venezia: ci troviamo di fronte ad una città che sembra un grande campus universitario, Venice Wide Campus per l’appunto, che è proprio il nome del nostro progetto: abbiamo infatti voluto giocare su questo aspetto della città, date le sue caratteristiche territoriali e la sua capacità di attrarre studenti e ricercatori da tutto il mondo. Quattro gli obiettivi del progetto: intensificare il rapporto degli atenei con il territorio, aumentare i servizi offerti dall’università ai suoi iscritti, diminuire i costi di funzionamento interno, sfruttare tutte le opportunità offerte dalla fibra ottica presente sul territorio. Il progetto è stato in gran parte possibile per la concomitanza di una iniziativa del Comune di Venezia, il progetto Cittadinanza Digitale, che in tempo relativamente breve ha attuato l’infrastrutturazione del territorio comunale con una rete in fibra ottica e con una buona copertura WiFi.
Guerrieri: L’obiettivo della nostra Università era piuttosto semplice: fornire a tutta la popolazione dell’Università del Salento, ovvero docenti, personale tecnico- amministrativo e studenti la possibilità di accedere “senza fili”, in maniera semplice e da qualunque luogo a Internet, alla posta elettronica e alle risorse dei sistemi informativi dell’Ateneo. L’Ateneo disponeva già di una rete wireless con copertura parziale degli edifici del campus principale, una rete che mostrava però di non esser in grado di sopportare la mole di traffico che la presenza di migliaia di studenti richiedeva.
Tradotto nella pratica, come avete proceduto?
Capodieci: Abbiamo seguito tuttele linee guida emanate dal tavolo tecnico in merito a verbalizzazione elettronica degli esami, fascicolo elettronico dello studente (una sorta di dossier digitale della sua carriera universitaria), scambio automatizzato di informazioni tra gli atenei, VoIP per la comunicazione voce via Internet, autenticazione federata grazie a cui studenti, ricercatori e docenti dotati di una username e di una password assegnate dall’università di appartenenza possono accedere ad Internet, senza necessità di una connessione via cavo, in qualunque università italiana aderente alla federazione. Le linee guida sono state diffuse in tutti gli atenei italiani e dunque recepite ed implementate anche all’interno della RUP. Nella fase di implementazione delle linee guida è stata fondamentale la collaborazione tra gli Atenei della RUP nello scambio di prassi organizzative. È stato realizzato anche un portale collaborativo da mettere a disposizione degli studenti, realizzato un sistema di job placement a livello regionale e messo su una sorta di social network per studenti, professori e gruppi di lavoro, una Intranet collaborativa per la didattica, per favorire meccanismi di collaborazione, partecipazione e democrazia.
Palermo: La prima attività progettuale è stata l’instaurazione di accordi con il Comune sulla base dei quali le due Università hanno ottenuto in concessione esclusiva una parte dell’infrastruttura in fibra ottica. Questo ha consentito di rimodellare completamente i collegamenti intersede e il collegamento verso il GARR e di incrementare di uno o due ordini di grandezza la disponibilità di banda. Contemporaneamente, nell’ottica di Campus, sono state consolidate le federazioni tra le due Università con l’obiettivo di creare uno spazio unico comune a entrambe per l’accesso alla rete degli Atenei e da qui a Internet attraverso WiFi.
Guerrieri: l’Università del Salento ha indetto un bando di gara per la fornitura di una rete wireless conforme agli standard per il potenziamento della copertura di tutte le sedi dell’Università e la copertura ex novo delle 4 residenze universitarie. Abbiamo così sviluppato un progetto, in linea con le direttive del Ministero, che prevedeva la dislocazione di oltre 450 access point per la completa copertura non solo delle aree interne al campus principale di Lecce, ma anche di residenze universitarie situate ad alcuni chilometri di distanza. Attualmente abbiamo oltre 30.000 utenti registrati per l’accesso alla rete e contiamo oltre 3.000 accessi al giorno con picchi di 1300 utenti contemporanei, un bel risultato che è sicuramente destinato a crescere mano a mano che l’utenza prenderà coscienza della nuova realtà. Ora che l’infrastruttura wireless è pronta, capillare e performante, l’obiettivo è quello di diffondere ancor di più l’utilizzo delle applicazioni in rete, in modo da rendere più snelle le procedure e i servizi didattici e operativi, compresa la Web TV e i servizi di telefonia tramite Internet.
Progetti | Wireless UNILE | Venice Wide Campus | K-Student |
Inizio progetto | 30/06/2009 | 18/01/2012 | 18/01/2012 |
Fine progetto | 30/06/2010 | 15/01/2012 | 15/01/2012 |
Protagonisti | Univ.del Salento | Univ.IUAV e Ca' Foscari (VE) | RUP-Rete delle Università Pugliesi (Univ.Salento, Politec. Bari, Univ. Bari, Univ. Foggia) |
Finanziamento ICT4Univ. | 300.000 € | 800.000 € | 1.167.000 € |
Investimento compl. | 600.000 € | 2 milioni € | 4 milioni € |
Come cambia la vita di studenti, docenti e ricercatori?
Capodieci: La ricaduta principale del progetto è sugli studenti: le linee guida emanate sono rivolte essenzialmente a loro. Indiscusso è, infatti, il vantaggio di avere la verbalizzazione elettronica degli esami che consente allo studente di avere la propria carriera aggiornata contestualmente alla verbalizzazione dell’esame. Inoltre, grazie alla prenotazione elettronica degli esami, viene data allo studente la possibilità di iscriversi all’appello direttamente dalla sua postazione (anche presso il proprio domicilio) senza necessariamente recarsi in facoltà. Questo è un notevole vantaggio se si pensa al fatto che molti dei nostri studenti sono pendolari. Anche i docenti si giovano di questa innovazione: non devono più stampare il verbale cartaceo e ricordarsi di portarlo in segreteria dove, con un ulteriore lavoro da parte del personale addetto, l’esame entrerà nella carriera dello studente. Il personale di segreteria, sgravato dalle attività di data entry nelle quali era impegnato fino ad oggi, potrà dedicarsi ad attività di supporto agli studenti ed a più alto valore aggiunto, aumentando così il livello di soddisfazione professionale.
Palermo: Notevoli sono i vantaggi soprattutto per la mobilità di docenti e ricercatori che spesso si spostano tra vari atenei italiani e che non dovranno più preoccuparsi di ricevere nuove credenziali di accesso presso l’Ateneo o di modificare la configurazione del proprio PC. In particolare Ca’ Foscari e IUAV hanno aderito a Eduroam e IDEM, federazioni suggerite nelle linee guida redatte dal tavolo tecnico. Ciò si traduce in maggiore libertà non solo in termini di mobilità, come accennavo prima, ma anche nella possibilità di accedere a risorse rese disponibili dagli enti aderenti alla Federazione, preziose per didattiche e ricerca, indipendentemente da dove si è ubicati. Ad esempio per accedere al periodico online a cui la mia biblioteca è abbonata, non devo accedere necessariamente da quella biblioteca, ma posso farlo ovunque io mi trovi. In termini pratici ciò si traduce nella possibilità di operare in telelavoro con sempre meno restrizioni. Ancora, ad Architettura, dove l’infrastrutturazione WiFi è stata massiccia, la diffusione dei PC portatili tra gli studenti è cresciuta enormemente (tanto che negli ultimi due anni i consumi di energia elettrica della sede di Santa Marta sono aumentati di circa il 7% annuo!) e le lezioni in aula hanno rivelato una importantissima componente virtuale: durante la lezione gli studenti e i docenti usano i social network, si scambiano materiali attraverso la rete, riescono a usufruire in modo molto semplice di contributi esterni, possono seguire in streaming eventi di altre sedi o di altre classi.
Guerrieri: La copertura completa delle sedi dell’Università con un’infrastruttura veramente stabile e flessibile, ci pone in grado di rispondere puntualmente non solo alle richieste di traffico provenienti da qualsiasi device di studenti e docenti come netbook, smartphone, iPad, ma anche a richieste improvvise e temporanee di nuove utenze, come ad esempio in caso di convegni in aree particolari del Campus. Abbiamo coperto con la rete wireless anche tutte le residenze universitarie in altre zone della città, che sono collegate alla sede principale con linee HDSL, garantendo così anche agli studenti che le abitano, la possibilità di continuare a essere in collegamento con i sistemi dell’Università utilizzando le proprie credenziali di accesso. Inoltre avendo l’Università del Salento aderito alla Federazione Eduroam, lo stesso discorso vale quando gli studenti si spostano in università e centri di ricerca nazionali e esteri che hanno aderito a loro volta alla federazione. Proprio recentemente il mio collega di stanza è stato in Portogallo presso il Centro di Ricerca di Lisbona aderente alla federazione ed ha potuto accedere ad Internet con la username e password che utilizza qui a Lecce: un bel guadagno in termini di efficienza del lavoro svolto!
Qual è l’ammontare del finanziamento e le risorse investite?
Capodieci: Il finanziamento è stato di 1.167.000 euro per un investimento complessivo di 4 milioni di euro sulle quattro Università della RUP.
Palermo: Il finanziamento è stato di circa 800.000 euro per un investimento complessivo di circa 2 milioni di euro.
Guerrieri: Il finanziamento è stato di 300.000 euro per un investimento complessivo di 600.000 euro.
Ci sono stati dei risparmi economici dovuti all’implementazione dei progetti?
Capodieci: Abbiamo avuto risparmi notevoli. Innanzitutto quelli derivanti dalla dematerializzazione che non implica solo un risparmio di carta, ma anche e soprattutto un risparmio in termini di impegno del personale preposto a gestire i processi cartacei. Un altro notevole risparmio deriva dalla possibilità di riusare, nell’ambito degli Atenei della RUP, le soluzioni software già realizzate. Ultimo aspetto ma non per questo meno importante, è che il progetto ha consentito di creare una forte coesione tra gli Atenei della RUP, che possono ora presentarsi al mercato come “ente” unico e dunque in grado di ottenere notevoli economie di scala.
Palermo: Sì. Per quanto riguarda i costi diretti, il canone di concessione e manutenzione dell’infrastruttura in fibra spenta è ora di circa 30.000 euro, sostanzialmente ridotto di un ordine di grandezza rispetto alla precedente configurazione, i costi di gestione dei data center (manutenzione edilizia e consumi energetici) si sono ridotti per la diminuzione del loro numero. Sono annullati i costi di manutenzione delle PBX, abolite per il passaggio a VoIP, i processi di assegnazione delle credenziali di accesso ai servizi si sono ridotti dopo il ricorso alle Federazioni, i processi di gestione della rete si sono semplificati. Per quanto riguarda i costi indiretti, le connessioni ad Internet da parte degli utenti veneziani sono potenzialmente gratuite nelle zone coperte dalla rete di Cittadinanza Digitale e i tempi di navigazione sono molto migliorati. Possiamo dire che le spese relative alla voce ICT nel bilancio dell’università sono diminuite di circa il 20%.
Guerrieri: Se si pensa che il numero delle persone che usano il wireless è cresciuto notevolmente in seguito all’implementazione del progetto ed è destinato a crescere ancora, si capisce come ciò abbia ricadute nella vita digitale dello studente, dall’iscrizione alla definizione degli appelli, dalla notifica del risultato, firma e conservazione dei verbali fino all’utilizzo della tecnologia VoIP per telefonare via Internet. Ovviamente ciò si traduce in un risparmio indiretto a livello di costi considerevole. Ricadute sul territorio?
Capodieci: Diverse, una fra tutte la realizzazione del portale di job placement a livello regionale che, soprattutto nel periodo di crisi che stiamo vivendo, aiuta i giovani neolaureati a presentarsi meglio sul mercato del lavoro. Ma non sono solo i giovani a beneficiare di ciò: anche le aziende possono trovare nel portale un canale di comunicazione sicuramente di grande importanza per “fare squadra” in ottica di collaborazione.
Palermo: Innanzitutto sono state poste le basi per una collaborazione tra aziende ed enti, ivi incluse le Università, che a diverso titolo entrano nei processi di government. Le potenzialità sono molto alte, ma è necessario snellire al più presto la gestione dell’infrastruttura per coglierle appieno e sviluppare i servizi necessari. Ad oggi è realmente possibile connettersi con una banda sufficientemente ampia da buona parte del territorio cittadino alla rete degli Atenei, complice anche la capillare diffusione di PC portatili, tablet e smartphone presso gli studenti. Sono stati affrontati in via preliminare anche aspetti di collaborazione tecnica tra i vari soggetti che accedono alla rete cittadina, che potrebbero consentire alle Università di ottimizzare le risorse fisiche e umane a loro disposizione sia per collocare e sviluppare servizi di interesse generale, sia per condividere contenuti con rilevanza didattica e scientifica. In quest’ottica le Federazioni possono giocare un ruolo importante.
Guerrieri: Intanto stiamo finalizzando un accordo con il comune di Lecce per “far parlare” la rete del Comune con quella universitaria e permettere agli utenti dell’Università del Salento di potersi collegare, ad esempio nel centro di Lecce, con il proprio portatile con le stesse credenziali utilizzate nell’Università. Se si pensa poi che con le sue 3 Sedi (Lecce, Arnesano e Brindisi), 28mila studenti, 750 persone tra personale docente e tecnico-amministrativo, l’Università del Salento ha una rilevanza strategica per il territorio pugliese, si deduce come il rapporto dell’Università del Salento con il suo territorio è di fondamentale importanza per la crescita dello stesso Ateneo e del Salento in termini di progresso sociale, tecnologico ed economico.
Per maggiori informazioni: https://www.ict4university.gov.it
Protagoniste in rete
Università | Ca' Foscari (VE) | IUAV (VE) | Salento |
Referente GARR | Marino Pavanati | Alberto Tosato | Antonio Campa |
Sedi | 23 | 11 (9 Venezia, 2 Treviso) | 40 |
Velocità rete tra le sedi | fino a 20 Gbps | fino a 10 Gbps | fino a 1 Gbps |
Punti dai quali accedere alla rete | circa 6000 | 6334 | 7000 |
Numero di access Point WiFi | 172 (272 a fine 2012) | 88 | oltre 450 |
Accesso alla rete GARR | Fino a 1 Gbps | 1 Gbps - Collega Archivio di Stato di Venezia attraverso infrastruttura metropolitana IUAV | 1 Gbps - Collega Istituto di Nanoscienze CNR e CMCC di Lecce |
Federazioni | Aderisce ad IDEM e Eduroam | Aderisce ad IDEM e Eduroam | Aderisce ad IDEM e Eduroam |
Dai un voto da 1 a 5, ne terremo conto per scrivere i prossimi articoli.
Voto attuale:
Ultimi articoli in rubrica
-
di Elis Bertazzon
-
di Franco Niccolucci
-
di Valeria Panebianco, Martina Pecoraro, Simone Novelli
-
di Erika Trotto
-
di Sara Di Giorgio