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Le reti Wi-Fi nell'Università

| Sara Di Giorgio | Caffè scientifico

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Dalla sicurezza agli esami la sfida della trasformazione digitale

Jan Reister
Marco Santantonio

Jan Reister e Marco Santantonio

Nel contesto universitario e della ricerca, le reti Wi-Fi giocano un ruolo fondamentale nella trasformazione digitale delle infrastrutture e dei servizi. Le università e gli istituti di ricerca vedono nella connettività Wi-Fi non solo un servizio, ma anche uno strumento essenziale per la comunicazione, la ricerca e la collaborazione. Affrontare la crescente domanda di connettività nel mondo accademico non è solo una sfida, ma anche un’opportunità per sviluppare infrastrutture all’avanguardia. Favorire la condivisione delle conoscenze e delle esperienze nel campo diventa quindi una strategia cruciale per progettare reti Wi-Fi ad elevate prestazioni e supportare le esigenze in continua evoluzione dei ricercatori e degli studenti.

ll Workshop GARR è stato una preziosa occasione di scambio e discussione della comunità dei professionisti WLAN delle università collegate alla rete GARR. Presentiamo in questo articolo alcuni use case interessanti. All’Università di Milano, la progettazione delle reti Wi-Fi è orientata all’utente come elemento centrale, affrontando le sfide emergenti e innovazioni nel settore, come ha sottolineato Jan Reister, responsabile dell’ufficio Wi-Fi dell’Università di Milano. Durante l’implementazione dell’infrastruttura, si è posta particolare attenzione al monitoraggio dell’esperienza di connettività.

L’analisi ha evidenziato le difficoltà di alcuni utenti nell’accesso sicuro alle reti interne dell’università, spingendoli a preferire la connessione attraverso i propri dispositivi LTE. Per risolvere questa problematica e garantire un accesso uniforme e affidabile, è stato adottato un approccio basato su soluzioni cloud Wi-Fi di aziende come Extreme Networks e Juniper Mist. Queste soluzioni si fondano su un’architettura distribuita e scalabile, e includono l’implementazione di tecniche di Machine Learning e Intelligenza Artificiale per l’analisi dinamica dei dati. Un processo che consente un’ottimizzazione continua dei canali di connessione, migliorando la stabilità della rete e l’esperienza di roaming degli utenti.

Orientare le proprie scelte avendo sempre a cuore le esigenze degli utenti: è così che a Milano e Torino hanno progettato le reti Wi-Fi

Inoltre, l’adozione di API ha permesso di integrare e automatizzare i processi di gestione e monitoraggio, consentendo una maggiore efficienza nell’amministrazione della rete Wi-Fi e una migliore comprensione delle esigenze degli utenti. Queste soluzioni consentono ai tecnici di identificare i problemi direttamente dagli access point, facilitando la localizzazione dei dispositivi e la risoluzione di difficoltà di connessione.

L’uso di soluzioni cloud Wi-Fi ha comportato una revisione dell’approccio alla gestione delle reti wireless e un cambiamento nel modello di costi, con licenze modulari che richiedono una nuova strategia nelle gare di approvvigionamento. Questo approccio, basato sul monitoraggio costante dell’efficacia delle soluzioni adottate, propone un nuovo equilibrio tra automazione e competenze umane nell’ottimizzazione delle reti. L’automazione delle operazioni più ripetitive ha dato nuove opportunità per affrontare compiti più stimolanti. Questo significa fare di più con meno risorse, spostando quelle dedicate alle attività di routine verso mansioni più interessanti e complesse, che richiedono anche nuove competenze.

L’esperienza dell’Università di Torino ha affrontato una fase significativa nell’evoluzione delle reti wireless, con l’introduzione delle frequenze dei 6 GHz, che ha richiesto un aggiornamento allo standard 802.11ax, dei meccanismi di sicurezza avanzati, come l’adozione dello standard WPA3 e ha introdotto una netta separazione tra dispositivi di ultima generazione e quelli più datati, limitando l’accesso alla nuova banda dei 6 GHz solo ai primi.

L’Università di Torino sta esplorando l’impatto di questa innovazione sulla rete Wi-Fi per l’organizzazione degli esami. La frequenza dei 6 GHz può rappresentare una risorsa per gestire ciò che è comunemente definito come “alta densità di utenti” e perciò, in situazioni di esami con un grande numero di partecipanti, può contribuire a superare la limitazione di locali attrezzati, come le aule informatiche, consentendo l’utilizzo di altri ambienti quali laboratori e aule didattiche.

Tuttavia, come evidenziato da Marco Santantonio, responsabile del Wi-Fi dell’ateneo torinese, è fondamentale considerare che non esiste un approccio universale: ciascun ateneo deve adattare la disposizione dei punti di accesso in base al numero di sessioni d’esame, al numero di utenti simultanei, al tipo di esame (ad esempio, se prevede l’uso di contenuti multimediali o meno) e alle caratteristiche degli spazi disponibili.

Inoltre è necessario considerare se l’esame sarà svolto utilizzando dispositivi dedicati oppure quelli personali degli studenti, valutando le implicazioni dell’autenticazione e le possibilità di gestire reti personali o reti con chiave condivisa per ogni sessione d’esame. L’elemento chiave risulta perciò essere una progettazione dettagliata che preveda l’uso di strumenti di verifica e valutazione pratica sul campo anche tramite l’uso di questionari, al fine di gestire e mitigare i rischi associati alla natura dinamica del Wi-Fi e alla sua adattabilità alle mutevoli condizioni ambientali.

Sicurezza e innovazione: l’impatto delle nuove tecnologie wireless

L’avanzamento delle tecnologie wireless e l’adozione delle soluzioni cloud Wi-Fi, se da un lato offre vantaggi in termini di connettività e prestazioni, dall’altro solleva preoccupazioni legate alla sicurezza. Nell’uso delle reti Wi-Fi per gli esami, la sfida inizia con l’assicurare l’autenticità dell’accesso per evitare che durante gli esami gli studenti possano bypassare le misure di sicurezza connettendosi a reti wireless alternative, come il 4G. Questa situazione richiede perciò un’attenta sorveglianza durante lo svolgimento delle prove.

Inoltre, ci possono essere minacce legate agli attacchi come il jamming delle reti Wi-Fi o gli attacchi di autenticazione che possono compromettere l’integrità degli esami. La protezione da tali minacce è complessa: individuare i jammer nelle aule richiede strumenti specifici, mentre la transizione da standard meno sicuri come il WPA2 al più avanzato WPA3 può offrire una maggiore protezione, ma non risolve completamente il problema, soprattutto se alcuni dispositivi non supportano il nuovo standard.

Il passaggio obbligatorio dallo standard WPA2 al WPA3 richiesto nelle frequenze 6 GHz sta portando a miglioramenti significativi nella sicurezza delle reti Wi-Fi, ma richiede una transizione graduale e una rigorosa valutazione degli impatti. Il WPA3 introduce meccanismi di sicurezza più avanzati rispetto al WPA2, diminuendo le vulnerabilità agli attacchi. Tuttavia, questa transizione presenta sfide, specialmente per servizi come eduroam. Alcuni fornitori come Extreme Networks e Juniper Network con Mist stanno mettendo a punto delle soluzioni per facilitare questa transizione, permettendo l’utilizzo di eduroam con WPA2 sui 5 GHz e WPA3 sui 6 GHz, considerando le esigenze specifiche del mondo accademico.

Nell’implementazione delle reti Wi-FI bisogna altresì tenere presente anche aspetti legati alla gestione organizzativa: alcune università stanno adottando soluzioni di terze parti per lo svolgimento di esami e concorsi digitali, che comprendono non solo l’infrastruttura Wi-Fi ma anche la fornitura dei dispositivi, la gestione dei server e la sicurezza fisica. Questo solleva la necessità di una pianificazione ampia che coinvolge aspetti tecnici e organizzativi, soprattutto se si considera l’outsourcing di questi servizi.

Le reti Wi-Fi che operano nella banda delle frequenze 6 GHz devono rispettare stringenti normative nazionali e regionali sulle telecomunicazioni e la tutela dei dati. I fornitori di soluzioni Wi-Fi sono tenuti a garantire la piena conformità normativa e a seguire le restrizioni governative nell’implementazione di tali reti. L’utilizzo dei dati per ottimizzare le reti universitarie solleva questioni di fondamentale importanza sulla gestione e la sicurezza dei dati sensibili e della privacy. L’affidarsi ai fornitori di soluzioni cloud per l’archiviazione e l’analisi dei dati porta con sé notevoli sfide in termini di sicurezza e controllo delle informazioni riservate. Bilanciare l’efficienza delle reti wireless con la protezione dei dati è perciò un aspetto cruciale nel processo di adozione e gestione delle soluzioni Wi-Fi destinate all’ambito universitario.

Conclusione

In conclusione, molti atenei e istituzioni possono trarre ispirazione dalle buone pratiche nella gestione delle reti Wi-Fi e dei relativi servizi, come quelle presentate dalle università di Milano e Torino. Potenziare la formazione, l’apprendimento tra pari, lo scambio di esperienze è cruciale per sviluppare le competenze necessarie alla gestione delle reti Wi-Fi e garantire una configurazione minima delle funzionalità, ancora essenziale in molti atenei ed enti.

La trasformazione delle infrastrutture Wi-Fi nelle università italiane è un processo complesso che richiede un equilibrio tra innovazione tecnologica, sicurezza, conformità normativa e gestione dei dati. L’evoluzione continua di queste reti deve affrontare le sfide emergenti, ponendo sempre al centro le esigenze degli utenti universitari e garantendo la creazione di ambienti accademici sempre più connessi, sicuri e funzionali.

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