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20 anni del Consortium GARR

20 anni del Consortium GARR

| Enzo Valente | Ieri, oggi, domani

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Ripercorriamo insieme le principali tappe di questa avvincente avventura

di Enzo Valente - Fondatore della rete GARR e Direttore emerito del Consortium GARR

Sono passati solo 20 anni da quando il Consortium GARR è stato istituito come entità legale nel 2002, ma la storia delle reti della ricerca risale a molti anni prima, quando di Internet non esisteva nemmeno il nome. Ma andiamo con ordine...

Dopo un periodo di sperimentazione (talvolta venata di operoso empirismo) durante gli anni ‘70, entrarono in funzione molte reti all’interno di enti di ricerca come CNRnet, INFNet, ENEAnet e anche le reti universitarie coordinate da Cilea, Cineca e Csata, ognuna basata su protocolli proprietari, come DecNet e SNA, o su protocolli aspiranti a uno standard come X25 e TCP/IP. Insomma, la comunità scientifica italiana poteva contare su tante reti però separate tra loro e con prestazioni e velocità che oggi fanno sorridere (da 9.6 kbps a 64 kbps!). Attraversavano l’Italia con un grande dispendio di energie e risorse economiche e, per di più, non comunicavano tra loro.

Pur con queste scarse prestazioni, il CNR aveva sviluppato una rete di tutto rispetto tra le sue sedi e l’INFN aveva addirittura promosso quella che potremmo definire la prima rete intercontinentale per la ricerca, ovvero la rete per la High Energy Physics chiamata HEPnet, che interconnetteva laboratori di fisica di tutto il mondo, a partire dal CNAF di Bologna, al CERN di Ginevra, al FermiLab di Chicago, al KEK in Giappone con velocità tra i 64 e i 512 kbps.

Tutti questi laboratori avevano macchine VAX e PDP della Digital e quindi la rete HEPnet usava il protocollo DecNet. Nel 1989, pochi giorni prima della partenza dell’acceleratore LEP del CERN, l’INFN realizzava il primo collegamento transnazionale europeo a 2 Mbps tra il CNAF di Bologna, cuore della rete INFnet e il CERN.

Non senza sforzo di tecnologi e ricercatori, intenzionati a far comunicare le reti tra loro e, tra molte difficoltà, erano stati sviluppati gateway di file transfer e di mail exchange tra protocolli e reti diverse al fine di facilitare le comunicazioni tra ricercatori afferenti a comunità e istituzioni diverse.

Ma il sogno di tutti era creare un’unica grande rete dell’università e della ricerca che potesse essere collegata ad alte prestazioni ai grandi laboratori internazionali.

Una prima svolta si ebbe nel 1986 quando Orio Carlini (allora consigliere di Luigi Granelli, Ministro per il Coordinamento della Ricerca Scientifica e Tecnologica), che si occupava dei progetti Eureka, convocò i responsabili delle varie reti esistenti invitandoli a formare un Gruppo per l’Armonizzazione delle Reti per la Ricerca, il GARR, per l’appunto. Di fatto partì da lui la spinta per la realizzazione di una rete nazionale unitaria. È da questo momento che coloro che erano impegnati nello sviluppo delle reti per conto di enti di ricerca e università decisero di collaborare assieme per creare qualcosa di unico, ovvero quella che sarebbe diventata la rete GARR. Una rete nata per essere connessa con tutto il mondo e progettata per favorire l’internazionalizzazione della ricerca.

Un altro momento chiave arrivò quando Antonio Ruberti, Ministro della Ricerca Scientifica e Tecnologica, nel 1988 destinò un finanziamento di 5 miliardi di lire al GARR, a condizione che quei fondi venissero utilizzati in sinergia tra gli enti per unificare le reti ed ottenerne una sola a livello nazionale. Si riuscì in questo modo a mettere insieme persone che si trovavano spesso anche in competizione tra loro, unendo così anche le conoscenze e le competenze dei massimi esperti dei vari ambiti di università e ricerca.

Tra le prime decisioni del gruppo, ci fu quella di convergere tutti verso il TCP/IP, abbandonando i protocolli proprietari. E quindi si convenne di richiedere alle “authority” americane gruppi di indirizzi IP.

E fu proprio in quella occasione che Antonia Ghiselli, a capo della rete INFN, ebbe l’intuizione di richiedere nel 1989 l’assegnazione dell’Autonomous System 137 per la rete GARR: il primo Autonomous System in Italia tuttora adottato dalla rete GARR. Come risultato fu realizzata la prima rete nazionale dell’università e della ricerca italiana, una rete la cui topologia oggi può far sorridere, ma che per l’epoca rappresentò una vera rivoluzione. Una rete nazionale con protocollo TCP/IP e con un backbone basato su 7 nodi principali interconnessi a 2 Mbps, incluso il collegamento tra il CNAF e il CERN mediante il quale la rete GARR si collegava alle altre reti della ricerca europee.

Il successo di questa iniziativa fu dovuto principalmente ad Antonio Cantore, Presidente del Comitato di Gestione del Progetto dal 1989 al 1994, a Gabriele (Lele) Neri che coordinò il primo NOC del GARR e a tutti i responsabili dei 5 PoP geografici tra cui Claudia Battista, attuale direttrice del GARR, responsabile del PoP di Roma e della rete del centro-sud.

Alla prima rete GARR vennero collegate diverse sedi delle università e degli enti di ricerca. Alla fine del 1991 la rete GARR era ormai realtà e collegava un centinaio di sedi CNR, ENEA, INFN e universitarie con collegamenti di velocità tra 64 e 256 kbps. Il successo di questo progetto portò il GARR ad affermarsi a livello europeo e internazionale.

Stefano Trumpy, allora direttore del CNUCE di Pisa, e il sottoscritto, fummo i rappresentanti italiani che contribuirono a istituire le associazioni europee RARE, EARN e la società DANTE che, nel tempo, confluirono nell’Associazione europea GÉANT. A livello internazionale, la nostra presenza fu richiesta nella fondazione dell’Internet Society ISOC, e del registro europeo per gli indirizzi IP RIPE e nel primo comitato del G7 per la Società dell’Informazione.

La storia prosegue e, tra il 1995 ed il 1997, si sviluppò il progetto GARR-2, la cui gestione era stata affidata principalmente al CNAF di Bologna. Obiettivo principale di questo progetto fu quello di sperimentare avanzati strumenti di hardware e software per la gestione delle reti informatiche. In seguito, tra il 1998 ed il 2002, un altro importante passo è stato fatto. Con un co-finanziamento ministeriale di 153 miliardi di lire fu realizzato il progetto GARR-B, che permise di fare un salto nella capacità della dorsale da 34 Mbps a 155 Mbps. Inoltre, la dorsale GARR-B avrebbe interconnesso anche 28 reti metropolitane. Il progetto prevedeva una vasta azione di formazione non solo per il nucleo iniziale di esperti ma anche per i tecnici presenti nelle varie università e nei siti di accesso. La Direzione del progetto GARR-B fu affidata a me ed ebbi il compito di coordinare un gran numero di esperti, tecnici, ricercatori e tecnologi di tutti gli enti di ricerca e di moltissime università, tutte persone a cui è dovuta la creazione della rete unitaria GARR. Non posso non citare Liliana Rizzo e Marcella Mastrofini che furono fondamentali nell’aiutarmi a curare le relazioni esterne e Valeria Rossi, coordinatrice del NOC. Senza di loro non ce l’avrei potuta fare.

All’INFN fu affidata la gestione amministrativa mentre la gestione politica fu curata da una Commissione Reti e Calcolo Scientifico (CRCS) formata dai rappresentanti di CRUI, CNR, ENEA, INFN e dirigenti del Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica. Un Organismo Tecnico-Scientifico (OTS-GARR), presieduto da Orio Carlini e di cui fecero parte rappresentanti esperti dei 4 enti, seguì passo dopo passo la realizzazione del progetto. Il rappresentante INFN era Federico Ruggieri, allora direttore del CNAF, che dirigerà il GARR dal 2015 al 2022. Fu anche fondamentale il ruolo di Beppe Attardi, rappresentante della CRUI, non solo per la sua riconosciuta competenza ma anche per la sua costante collaborazione con Luciano Modica. Fu proprio questo progetto a portare alla nascita del GARR come entità legale, grazie alla spinta dell’allora Presidente della CRUI, Luciano Modica.

Nessun ostacolo alla nascita del GARR come entità legale indipendente. Tutti si resero conto dell’importanza del ruolo che questa organizzazione avrebbe giocato nel supporto alle attività di ricerca e alle collaborazioni scientifiche. Nacque così l’Associazione Consortium GARR, il cui primo presidente fu, nel 2002-2003, Angelo Scribano seguito poi da Marco Pacetti, Rettore dell’Università Politecnica delle Marche, che ricoprì l’incarico dal 2003 al 2014. Già allora era chiaro a tutti che la rete si sarebbe ampliata e si sarebbe “adattata ai tempi” con i risultati che oggi tutti noi possiamo vedere.

Questo è stato un periodo vissuto intensamente, con lo spirito di consolidare qualcosa di unico, nato dalla esigenza di soddisfare le richieste dei ricercatori italiani coinvolti nelle collaborazioni scientifiche internazionali. Devo citare l’essenziale contributo di Massimo Carboni, attuale vicedirettore del GARR, senza il quale la rete non avrebbe mai avuto una struttura tecnologicamente solida ed efficiente, 10 anni prima che gli operatori commerciali potessero offrire qualcosa di simile alla società civile. Infatti, tra i principi ispiratori di GARR vorrei sottolineare quello che a mio avviso è il più importante: l’innovazione.

Non appena costituito il GARR come entità legale, realizzammo la rete GARR-G a 10 Gbps. Queste velocità oggi sembrano banali ma all’epoca erano rivoluzionarie, tanto da permettere già nel 2007 i primi interventi remoti attraverso la telemedicina.

Nel 2011 la rete fece un’ulteriore evoluzione con GARR-X, che poteva contare su collegamenti fino a 200 Gbps. In questo contesto si presentarono altre opportunità: ad esempio la collaborazione con il conservatorio di musica Giuseppe Tartini di Trieste che diede vita al sistema LoLa (Low Latency AV Streaming System), oggi utilizzato in tutto il mondo, con il quale si rendevano possibili esibizioni musicali in tempo reale in cui i musicisti si trovavano fisicamente in siti remoti, collegati da servizi di rete avanzati.

Con l’aiuto di finanziamenti PON, tra il 2013 e il 2016 partì il progetto GARR-X Progress, una infrastruttura digitale per promuovere ricerca, istruzione e competitività nel mezzogiorno.

La rete della comunità dell’istruzione e della ricerca italiana nella sua storia ha fatto passi da gigante, oggi è notevolmente potenziata sia in termini di prestazioni, di capillarità (con oltre 17.000 km di fibra ottica) che di utenti connessi: attualmente la rete collega circa 1.000 sedi tra università, centri di ricerca, ospedali, istituti di cultura, biblioteche, musei e scuole raggiungendo oltre 4,5 milioni di utenti finali.

Ma né l’evoluzione tecnologica né le richieste degli utenti si fermano mai e oggi GARR è già proiettato verso nuove sfide: lo sviluppo della rete GARR-T (Terabit), le grandi iniziative dei progetti PNRR (con le iniziative di TeRABIT e del Centro Nazionale HPC, Big Data e Quantum Computing) e molto altro…

Devo dire che sono soddisfatto del lavoro fatto in questi ultimi 40 anni, anche perché ha seminato cultura e expertise nel networking in Italia.

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