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SESAME: una luce per il Medioriente
| Elis Bertazzon | Internazionale
Collaborazione e connessione globale: la scienza oltre le divisioni politiche
Tra crescenti tensioni politiche in una delle regioni più instabili del mondo cresce SESAME, un’iniziativa internazionale di collaborazione scientifica che riunisce scienziati provenienti da Paesi profondamente divisi sul piano politico ma uniti nella ricerca. Una comunità ora ancora più coesa grazie al nuovo collegamento che unisce la sede di SESAME, che ospiterà la prima luce di sincrotrone del Medio Oriente, alla dorsale europea GÉANT, ponendo cosi le basi per una collaborazione scientifica su scala globale.
Sono passati molti anni da quando, a metà degli anni 90, nacque l’idea di un progetto scientifico internazionale per costruire un’infrastruttura di ricerca basata su una sorgente di luce di sincrotrone in Giordania. Si tratta del primo supermicroscopio in Medioriente, che costituirà un centro internazionale di eccellenza per la ricerca e la tecnologia avanzata, in grado di attrarre scienziati provenienti da settori molto diversi. Un progetto di cooperazione internazionale in ambito scientifico molto ambizioso che mira a stimolare la ricerca avanzata nella regione e allo stesso tempo aprire una strada di dialogo, riunendo attorno ad un tavolo gli scienziati di Paesi che sono tra loro rivali sul piano politico: Autorità Nazionale Palestinese, Bahrain, Cipro, Egitto, Iran, Israele, Giordania, Pakistan e Turchia. Una sorta di CERN del Medioriente.
Il sincrotone SESAME sarà la più grande infrastruttura di ricerca internazionale nell'area meridionale
Tutto iniziò nel 1997 quando la Germania mise a disposizione la struttura del sincrotrone BESSY, che doveva essere dismessa. Questa proposta trovò terreno fertile e, a seguito di una serie di incontri facilitati dell’UNESCO e dalla comunità internazionale, la Giordania venne scelta come sede per ospitare il primo sincrotrone dell’area mediorientale e centro di ricerca scientifica internazionale: SESAME (Synchrotron-light for Experimental Science and Applications in the Middle East).
Da allora il progetto ha dovuto affrontare molte sfide sia sul piano finanziario che tecnico. Le molte divergenze sul piano politico e la continua instabilità della regione hanno, infatti, causato ritardi nel progetto che necessitava di fondi per rendere adeguata la struttura fornita dalla Germania e ovviamente per connettere questo sito di ricerca, che si trova in una località lontana dalla capitale giordana, ad una rete ad alta capacità.
Dal punto di vista tecnico, l’iniziativa ha visto la forte collaborazione da parte di quei Paesi che hanno una tradizione di ricerca scientifica nel settore. L’Italia, tra i Paesi Osservatori, è impegnata molto attivamente grazie anche al contributo al capital funding e l’expertise dell’INFN e del Sincrotrone Elettra Trieste.
In questo contesto, la comunità delle reti nazionali della ricerca ha svolto un ruolo fondamentale, spingendo prima di tutto affinché venisse collegato il centro di ricerca sorto attorno all’acceleratore alla rete nazionale giordana e, da lì, alla rete internazionale GÉANT in modo da collegare i ricercatori con la comunità globale. Ciò è stato reso possibile grazie ad un link dedicato attraverso il PoP londinese di ASREN (Arab States Research and Education Network), la rete regionale per la Ricerca dei Paesi Arabo-Mediterranei.
Decisivo è stato il supporto del progetto europeo EUMEDCONNECT3, di cui ASREN è partner. GARR è, fin dai suoi inizi nei primi anni 2000, un attivo partner di questa collaborazione che vuole offrire migliori strumenti di collaborazione tra l’Europa e i suoi “vicini” della sponda meridionale del Mediterraneo.
Il collegamento a GÉANT rappresenta senza ombra di dubbio un passo in avanti per il completamento dell’acceleratore, anche se rimangono molte le sfide per questo progetto. Una volta completata l’infrastruttura, infatti, il centro di ricerca dovrà essere reso sostenibile dal punto di vista finanziario e le evoluzioni politiche dell’area nonché le differenze tra Paesi non contribuiscono a dare un supporto governativo stabile nel tempo, elemento fondamentale per poter garantire i finanziamenti dell’acceleratore per il futuro. Ci sono diverse possibili soluzioni, tra cui lo sfruttamento delle potenzialità di SESAME anche in campo industriale grazie agli svariati ambiti in cui la radiazione di sincrotrone trova applicazione: dalle scienze mediche e biologiche all’analisi dei materiali, dalla chimica alla fisica e ancora dall’archeologia all’elettronica, la geologia e le nanotecnologie. È presto però per dire quale sarà l’opzione ottimale, sicuramente nei prossimi anni sentiremo ancora parlare di SESAME e GARR continuerà a supportare gli sviluppi di questa pionieristica iniziativa in Medioriente
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