Skip to main content
Horizon 2020: ultimo miglio

Horizon 2020: ultimo miglio

| Marco Falzetti | Internazionale

Articolo letto 1481 volte

Il processo di avvicinamento ad Horizon Europe continua

foto di Marco Falzetti

Marco Falzetti è direttore dell’Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea (APRE)

Questo strano, complesso e drammatico 2020 sta andando verso la sua naturale conclusione, portandosi dietro un insieme di storie e vicende che hanno segnato questi mesi come pochi altri momenti della nostra storia. Abbiamo iniziato il 2020 avendo in mente i tanti impegni che da lì a poco avremmo dovuto affrontare e che avrebbero dovuto segnare una fase di grande effervescenza nella definizione finale dei tanti aspetti di Horizon Europe all’epoca ancora non tutti definiti. Avrebbe dovuto essere la stagione dei grandi eventi per la presentazione delle Aree di Missione, delle tante riunioni ed eventi in programma per avvicinare il sistema nazionale ed europeo di R&I, ma non solo quello, al nuovo programma Horizon Europe. Sotto molto punti di vista tutto questo non c’è stato, o meglio, non c’è stato nelle forme che immaginavamo ad inizio anno, ma certamente tante cose sono state portate avanti nonostante la pandemia e nonostante tutto quello che questa ha rappresentato in termini di alterazione degli usuali processi di interazione professionale. Dopo un iniziale periodo che ha visto tutti noi nella necessità di comprendere ed adeguarsi a quello che stava accadendo la macchina si è rimessa in moto con la consapevolezza che il processo di avvicinamento ad Horizon Europe non poteva comunque arrestarsi.

Siamo ora, e per davvero, all’ultimo miglio. Proprio in questi giorni (11 dicembre) il Parlamento europeo e il Consiglio hanno raggiunto, d’intesa con la Commissione, l’accordo politico finale sul prossimo programma. Il compromesso arriva dopo due anni e mezzo complessivi di negoziato (come si ricorderà, la proposta iniziale della Commissione risale a giugno 2018) e completa i testi legislativi di Horizon Europe, definendo i tre aspetti rimasti esclusi dall’accordo istituzionale dell’aprile 2019: l’articolazione interna del bilancio; le norme sulla cooperazione internazionale e sull’associazione dei paesi terzi; le disposizioni sulle sinergie con gli altri programmi di finanziamento europei. Altra buona notizia: l’intesa istituzionale sul programma quadro di R&I è stata preceduta di poche ore (10 dicembre) dall’accordo politico sul bilancio pluriennale e sul pacchetto di ripresa europeo Next Generation EU, raggiunto dai capi di Stato e di governo al Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre. Le intese politiche sul bilancio pluriennale e su Horizon Europe dovranno ottenere l’approvazione definitiva dal Consiglio e dal Parlamento europeo, passaggi che paiono ormai piuttosto scontati e dovrebbero assicurare l’avvio, perlomeno formale, del nuovo programma l’1 gennaio 2021.

Il processo di avvicinamento ad Horizon Europe non poteva comunque arrestarsi

Scorriamo ora gli elementi principali e i punti fermi del nuovo programma. Partiamo dalle cifre. Gli accordi del 10-11 dicembre fissano, a questo punto in modo definitivo, la dotazione finanziaria complessiva di Horizon Europe a 95,5 miliardi di euro (in prezzi correnti), di cui 90,1 provenienti dal tradizionale bilancio comune e 5,4 da NGEU. Il punto di caduta finale rappresenta un aumento significativo (+24%) rispetto ai 77 miliardi di Horizon 2020 e segna nel complesso un ottimo risultato per la Ricerca e Innovazione europea. I 95,5 miliardi complessivi assegnati a Horizon Europe ritoccano infatti al rialzo non solo i diversi posizionamenti concordati degli Stati membri negli ultimi mesi, ma anche la prima proposta dell’esecutivo Juncker, che nel maggio 2018 propose per Horizon Europe una dotazione di 94,1 miliardi in prezzi correnti.

La struttura di Horizon Europe ricalca solo apparentemente quella a tre pilastri del suo predecessore. Le novità sono molte e la stessa impostazione generale del programma segna significativi cambiamenti rispetto ad Horizon 2020, tanto da far pensare che l’originale slogan della Commissione “Evoluzione, non rivoluzione”, sia stato nella realtà superato dai fatti. Se il primo pilastro, dedicato al sostegno all’eccellenza scientifica e alla ricerca di base, si pone in forte continuità con Horizon 2020, molto diversa è la situazione altrove. Il secondo pilastro, che si propone di sostenere la ricerca e l’innovazione dedicata alla risoluzione delle problematiche sociali globali e al rafforzamento delle capacità industriali e tecnologiche europee, integra il secondo e il terzo pilastro di Horizon 2020 (‘Leadership industriale’ e ‘Sfide sociali’) in sei cluster intersettoriali e propone nuove ardite aggregazioni tematiche (a titolo di esempio, “Clima, Energia e Mobilità (Trasporti)” e “Digitale, Industria e Spazio”) nell’ottica di fissare l’abbattimento delle barriere tra settori industriali come uno degli aspetti caratterizzanti del nuovo programma. Il terzo pilastro segna la definitiva grande novità, ponendosi come obiettivo il sostegno all’innovazione radicale (breakthrough) e creatrice di nuovi mercati (market-creating) attraverso l’istituzione dello European Innovation Council.

Le altre due novità di Horizon Europe, accanto all’EIC, sono rappresentate dalle missioni e dai partenariati. La necessità di coinvolgere il “cittadino comune”, oltre la solita schiera di addetti ai lavori, ha portato la Commissione ad affidare alle missioni l’importante compito di alimentare l’interesse del pubblico generale attorno alla R&I europea individuando cinque importanti temi facilmente identificabili e emozionalmente percepibili (adattamento al cambiamento climatico; lotta al cancro; oceani, mari e acque puliti; smart cities; terreni sani e cibo).

Negli ultimi diciotto mesi la Commissione aveva affidato la definizione di missioni specifiche al lavoro dei Mission board e al processo di coinvolgimento di cittadini e società civile. Nelle settimane scorse l’esecutivo Ue sembra aver fatto una parziale marcia indietro: i temi citati in precedenza dovranno ora entrare in una fase preparatoria durante la quale verranno elaborati piani dettagliati con relativi obiettivi, budget e indicatori. Le azioni preparatorie (diverse per ogni missione e non ancora definite) saranno contenute nel programma di lavoro 2021-22, dovrebbero durare al massimo 12 mesi e porre finalmente le basi per il lancio delle missioni vere e proprie.

La partita della riorganizzazione dei partenariati attivi in Horizon 2020 ha assunto sempre più un’operazione di maquillage necessaria per razionalizzare l’ampio sistema delle collaborazioni pubblico-privato e pubblico-pubblico. Nel corso dell’ultimo anno e mezzo, la Commissione ha effettuato valutazioni d’impatto che hanno contribuito a identificare il portafoglio dei 49 potenziali partenariati, articolato secondo le tre nuove tipologie: partenariati istituzionalizzati; partenariati co-programmati; partenariati co-finanziati. I piani dettagliati, la composizione e le priorità di R&I di ciascun partenariato sono ormai in gran parte definiti, ma la formulazione degli accordi di partenariato e il completamento del percorso normativo per la definizione delle modalità di funzionamento porterà a rinviare di qualche mese l’attivazione della nuova generazione di parternships. La Commissione punta a completare il percorso e lanciare i partenariati entro la metà del prossimo anno, per arrivare a pubblicare i primi bandi entro il 2021.

La struttura di Horizon Europe. Fonte: European Commission

La struttura di Horizon Europe. Fonte: European Commission

Ultimo miglio, si diceva. Una volta approvati formalmente i testi legislativi, la Commissione, d’intesa con le delegazioni degli Stati membri nell’ambito del Comitato di Programma Shadow di Horizon Europe, potrà procedere all’approvazione del piano strategico, il documento di indirizzo politico che fisserà gli orientamenti chiave di R&I per i prossimi quattro anni, e a concludere la preparazione dei programmi di lavoro tematici 2021-22. Il lavoro di definizione dei programmi di lavoro da parte delle configurazioni tematiche del comitato di programma Shadow, partito lo scorso marzo, è entrato nel vivo dopo l’estate, con la definizione degli orientamenti sui futuri bandi e la produzione delle prime bozze. Il calendario della Commissione prevede al momento la definizione dei programmi di lavoro 2021-22 entro il primo trimestre del 2021 e il lancio dei bandi entro aprile. Con ragionevole certezza, le scadenze dei primi bandi per i diversi temi verranno fissate a cavallo dell’estate, mentre i primi progetti finanziati da Horizon Europe potranno vedere la luce tra fine 2021 e inizio 2022.

Ci siamo quasi, e stavolta la voglia è di ripartire alla grande in un 2021 che sia davvero l’anno che segni un nuovo inizio…sotto tanti punti di vista!

Ti è piaciuto questo articolo? Faccelo sapere!
Dai un voto da 1 a 5, ne terremo conto per scrivere i prossimi articoli.

Voto attuale: