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NAMEX, il punto di interscambio del mediterraneo

NAMEX, il punto di interscambio del mediterraneo

| Maurizio Goretti, Francesco Ferreri | Osservatorio della rete

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a cura di Maurizio Goretti, Namex, direttore generale e Francesco Ferreri,  NAMEX, direttore tecnico

goretti-ferreri La storia del Nautilus Mediterranean eXchange point, NaMeX in breve, ha inizio nel 1995 dall’iniziativa di alcuni ISP dell’area romana, che decidono di unire le forze per realizzare una piccola infrastruttura per l’interscambio di traffico IP. Per ospitare l’infrastruttura viene scelto il Consorzio interuniversitario CASPUR, per le alte competenze sviluppate nel campo della gestione di infrastrutture ICT ed il ruolo di indiscutibile neutralità. Quest’ultimo aspetto verrà ulteriormente enfatizzato dalla riorganizzazione in forma consortile e senza fini di lucro avvenuta nel 2001.

La missione di NaMeX è quella di fornire dei servizi che si traducano in maggiori opportunità per i suoi afferenti e più in generale per l’Internet del centro-sud Italia e del Mediterraneo. L’arrivo di afferenti importanti quali Telecom Italia e GARR, ha fatto crescere l’importanza del punto di interscambio, originando la massa critica necessaria ad attrarre nuovi operatori, aumentando nel contempo la consistenza dei volumi di traffico Internet veicolati. Oggi NaMeX conta 50 afferenti, nazionali e internazionali, che rappresentano una porzione significativa dell’universo Internet: dai maggiori ISP e carrier nazionali e internazionali, ai grandi content provider mondiali, senza trascurare un florido ecosistema di piccoli provider locali del centro e sud Italia. Nato inizialmente come infrastruttura per l’interscambio di traffico IP attraverso l’utilizzo di una piattaforma di switching ad alta capacità, NaMeX ha saputo evolvere nel tempo assecondando gli sviluppi del mercato e le conseguenti esigenze degli operatori.

Oggi,accanto alla tradizionale infrastruttura di peering IP che, con i suoi 18 Gbps di traffico, ne fa il secondo IXP in Italia, NaMeX è anche uno dei più importanti datacenter carrier-neutral in Italia, offrendo agli operatori la possibilità di compravendita di circuiti di trasporto, servizi end-to-end, transito Internet, fibra spenta. L’azione di NaMeX ha facilitato la creazione di un regime di reale concorrenzialità nel mercato delle comunicazioni dell’area romana ed è anche grazie alla sua presenza che oggi Roma ha costi paragonabili a quelle delle maggiori città Europee per il transito Internet e per i circuiti geografici, che si traducono in maggiori possibilità per tutte le organizzazioni pubbliche e private presenti sul territorio e più in generale del Centro-Sud. Dal 2010 NaMeX ha avviato una partnership strategica con AMS-IX, il punto di interscambio di Amsterdam, grazie alla quale, gli afferenti di NaMeX sono in grado di connettersi attraverso link ad alta capacità alle piattaforme di peering del nodo olandese, tra i più grandi al mondo.
Più in generale, molti sforzi sono stati fatti negli ultimi anni per attrarre a Roma grandi operatori le cui reti paneuropee spesso sfiorano solo marginalmente l’Italia: Google, Akamai e Tinet sono alcuni dei player recentemente approdati a NaMeX. Ma nel DNA di NaMeX non c’è solo l’Europa: nella storia, l’Italia ha rappresentato un ponte naturale verso i paesi del bacino del Mediterraneo e del Medio Oriente e, sin in dalla sua fondazione, NaMeX ha reclamato questo ruolo per il nostro Paese anche nel contesto delle nuove vie di comunica comunicazione telematiche. Attualmente il bacino del Mediterraneo è interessato da una fitta rete di cavi sottomarini che raggiungono i paesi del Medio Oriente e, soprattutto, i paesi ad alto tasso di sviluppo dell’Asia (India, Cina, Giappone).

I cavi sottomarini corrono sui fondali per migliaia di chilometri ma necessitano di approdi sulla terraferma presso opportune landing station, cioè stazioni di controllo e rigenerazione dei segnali digitali. Diverse landing station sono presenti in Italia, in particolar modo in Sicilia e Puglia, e costituiscono degli importanti punti di appoggio per i cavi che raggiungono i paesi dell’estremo Oriente. Ecco perché NaMeX è convinto che Roma possa diventare un punto di snodo nevralgico anche per gli operatori dei nuovi paesi emergenti, contribuendo ad aprire una nuova “Via della Seta” telematica in grado di dare al nostro Paese un ruolo di “Ponte Internet” tra l’Europa ed i paesi del Mediterraneo e del vicino e lontano Oriente, favorendo al tempo stesso lo sviluppo e la diffusione delle infrastrutture Internet nel nostro Paese.

Per maggiori informazioni: www.namex.it

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