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Rete a tutta velocità

| Carlo Volpe | Osservatorio della rete

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Con una tabella di marcia molto serrata, raggiunti già molti degli obiettivi dei progetti PNRR per il potenziamento della rete GARR-T

Mai come in questo caso si può parlare di ipervelocità per quanto riguarda la rete GARR. Per una volta, però, non intendiamo riferirci alle prestazioni o alla elevata capacità di banda. O almeno, non solo, perché c’è anche quella.Il riferimento è invece ai tempi di realizzazione dei progetti di potenziamento della rete, TeRABIT e ICSC, finanziati con fondi del PNRR.

Per la rete a pacchetto è stato già concluso il 93% delle operazioni, mentre per la rete ottica è stato consegnato il 100% dell’hardware

In poco più di un anno e mezzo, i risultati raggiunti sono già molto significativi, frutto di una attenta pianificazione e una straordinaria efficienza operativa.

Per quanto riguarda la rete a pacchetto, la migrazione alla nuova rete ha riguardato 39 PoP su 42. Ovvero circa il 93% delle operazioni sono già concluse. Per il progetto TeRABIT, i 19 PoP coinvolti sono nelle città della Sardegna e della Sicilia, oltre a Roma e Milano dove avviene l’interconnessione con il resto della rete. I 20 PoP finora operativi nell’ambito di ICSC sono invece dislocati in Campania, Puglia, Calabria e nelle città di Catania, Palermo, Roma, Milano e Bologna. Il prossimo passo sarà quello di migrare alla nuova rete i nodi presenti in Abruzzo, dove ci saranno anche due PoP del tutto nuovi presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN.

Anche dal punto di vista della rete ottica, i numeri raccontano un buono stato di avanzamento: il 100% dell’hardware è stato consegnato, sono state attivate 14 tratte in fibra ottica (58% sul totale previsto) con 15 PoP in totale già coinvolti.

Sul piano dell’innovazione tecnologica, è stato particolarmente significativo e sfidante raggiungere il traguardo del doppio collegamento sottomarino della Sardegna.

Dopo l’acquisizione, a marzo, dello spettro ottico del cavo BluMed di Sparkle, è stato completato a metà luglio il collaudo che segna un passo concreto verso la piena operatività dei collegamenti prevista nei prossimi mesi.

Aumento della capacità aggregata dei link di backbone della rete a pacchetto

Aumento della capacità aggregata dei link di backbone della rete a pacchetto

Aumento della capacità aggregata dei link di accesso della rete a pacchetto

Aumento della capacità aggregata dei link di accesso della rete a pacchetto

Queste nuove connessioni, acquisite nell’ambito del progetto TeRABIT, utilizzano sia tratte in fibra ottica terrestre che porzioni di spettro ottico sul sistema di cavi sottomarini BlueMed, progettato secondo il principio innovativo “Open Cable”, che permette il transito di segnali ottici in modo trasparente, a differenza dei vecchi cavi che richiedono la rigenerazione dei segnali nelle stazioni di approdo del cavo.

L’interconnessione si basa su due collegamenti: quello tra Golfo Aranci e Roma e quello tra Golfo Aranci e Milano. Entrambi sono basati sull’uso esclusivo di porzioni da 900 GHz dello spettro ottico e sono funzionalmente equivalenti a una tratta in fibra ottica, al netto della quantità di frequenze a disposizione. Questa infrastruttura è pertanto completamente integrata e unificata con il resto della dorsale e garantirà la scalabilità della rete nei prossimi 20 anni per soddisfare le sfide scientifiche emergenti che vedono la Sardegna come protagonista.

I test di collaudo, condotti congiuntamente da GARR, Infinera e Sparkle, sono stati conclusi in anticipo rispetto ai tempi previsti. “Durante queste attività il gruppo infrastruttura ottica GARR ha acquisito il know-how necessario alla completa gestione di questa tipologia di collegamenti. Con questo intendo, oltre alle specificità operative degli apparati e del sistema di gestione, la capacità di valutare e misurare la qualità intrinseca delle trasmissioni su spettro ottico in maniera indipendente” ci ha raccontato Matteo Colantonio, Optical Innovation Engineer di GARR. “Questo ci consentirà di monitorare continuamente le connessioni della Sardegna a prescindere dallo specifico hardware installato che necessariamente cambierà per soddisfare i requisiti di capacità dei prossimi 20 anni. L’esperienza sarà fondamentale per completare nei prossimi mesi questo progetto, integrando il sistema con l’infrastruttura terrestre della Sardegna”.

È stata sviluppata un’innovativa procedura per usare un sistema di linea ibrido che faccia coesistere piattaforme con apparati differenti

Oltre al collegamento sottomarino, le attività sull’infrastruttura di dorsale ottica hanno riguardato, nel Sud Italia, anche la migrazione dei sistemi di linea dalla precedente versione della rete (GARR-X Progress) alla nuova, GARR-T. Il lavoro effettuato è stato particolarmente innovativo perché, insieme al vendor Infinera, è stata sviluppata un’innovativa procedura per utilizzare un sistema di linea ibrido che permette la coesistenza di due piattaforme con apparati differenti. Il vantaggio è quello di consentire una migrazione senza alcuna interruzione di servizio della connettività.

Ci spiega alcuni dettagli Lorenzo Puccio, Optical Infrastructure Engineer di GARR, che ha seguito da vicino tutte le fasi lavorative. “Abbiamo introdotto sulla rete del Sud Italia un sistema di linea flessibile, chiamato FlexILS, che ci permette di far viaggiare sulla stessa infrastruttura in fibra ottica diversi tipi di segnali. Prima la tecnologia usata per la rete ottica era statica, ovvero caratterizzata da una larghezza fissa di banda del sistema di linea che vincolava la capacità trasmissiva al numero di canali. Avere un sistema flessibile, invece, permette di ospitare qualsiasi tipo di traffico, migliorando la scalabilità con una riduzione dei costi.”

Avere un sistema flessibile permette di ospitare qualsiasi tipo di traffico, migliorando la scalabilità con una riduzione dei costi

Il passaggio sta avvenendo in modo del tutto trasparente per gli utenti che non hanno disservizi nel loro uso quotidiano. “Questo è frutto di un intenso lavoro di studio e pianificazione condotto da GARR e Infinera” ci racconta Lorenzo Puccio. “Siamo partiti da una sperimentazione di alcuni mesi nella tratta tirrenica tra Roma e Napoli che ha permesso di definire l’hardware necessario e la procedura operativa, per poi estenderla, visti gli ottimi risultati, al resto della penisola. È la prima volta che un processo di lavoro del genere viene effettuato a livello nazionale e su una scala così ampia. Solitamente si tende a realizzare un’infrastruttura parallela per poi passare all’attivazione della nuova rete solo quando è completata interamente. In questo caso, invece, è come se avessimo usato la stessa autostrada cambiando solo i caselli di entrata e uscita, ovvero i nodi ROADM, che rappresentano i punti di accesso all’infrastruttura geografica in fibra. In questo modo, senza effettuare chiusure, man mano possiamo attivare i nuovi amplificatori che si trovano lungo la strada e che sono tecnologicamente più avanzati e prestanti, rendendo così, disponibili nuovi servizi sulla dorsale”.

Maggiori prestazioni, resilienza e ridondanza sono parole chiave della rete GARR-T, ma ci sono appunto anche nuovi servizi per gli utenti. “Con questa rete c’è la possibilità di creare nuovi percorsi per il traffico, grazie all’uso di porzioni dedicate di spettro ottico” conclude Lorenzo. “Nella trasmissione del segnale, possiamo usare sia la banda C estesa che, potenzialmente, la banda L dello spettro ottico. In sostanza è come se avessimo la possibilità di creare delle strade sopraelevate che possono consentire un aumento delle capacità e fare veicolare il traffico in modo indipendente”.

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