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Indipendente e sostenibile. Quale visione per la rete GARR?
| Carlo Volpe | Osservatorio della rete
Presentato il Piano Triennale della rete GARR con i principali obiettivi e azioni per rispondere alle sfide tecnologiche della comunità scientifica e accademica
Una maggiore capillarità per offrire un accesso equo alle risorse, l’indipendenza e l’ottimizzazione della rete per assicurarne la sostenibilità sono alcuni dei pilastri su cui si fonda la strategia GARR per i prossimi anni. Nel Piano Triennale 2025-27, approvato a dicembre, questi aspetti emergono, infatti, come elementi imprescindibili affinché GARR continui a far evolvere la rete in una piattaforma tecnologica all’avanguardia, capace di sostenere l’ecosistema scientifico e accademico italiano.
I nostri obiettivi sono certamente sfidanti, ma in linea con le nostre potenzialità e con i valori che ci caratterizzano
Abbiamo intervistato la direttrice GARR, Claudia Battista, per conoscere da vicino cosa ci aspetta nell’immediato futuro.
Come fare per raggiungere questi obiettivi così ambiziosi?
I nostri obiettivi sono certamente sfidanti, ma in linea con le nostre potenzialità e con i valori che ci caratterizzano profondamente. Le azioni che metteremo in campo sono incentrate sul potenziamento della capillarità della rete fisica, sulla gestione flessibile e programmabile delle risorse di rete, sul mantenimento di un ambiente aperto e non vincolato a specifici fornitori.
Mantenere e rafforzare queste caratteristiche, che ci contraddistinguono da sempre, sarà fondamentale per assicurare che la rete GARR rimanga una risorsa di centrale importanza per la comunità dei suoi utilizzatori e un catalizzatore di innovazione.
Una visione che non si limita all’Italia ma che è molto attenta agli scenari internazionali.
Per essere un punto di riferimento tecnologico è necessario essere parte integrante del sistema mondiale delle reti della ricerca e dell’istruzione (le cosiddette NREN). Non esistono confini nella ricerca e tutti i settori sono molto dinamici e interconnessi. In questo contesto, GARR intende rafforzare la collaborazione per l’ampliamento della dorsale europea GÉANT e dei collegamenti intercontinentali, quali elementi essenziali per le attività di ricerca della propria comunità.
Per noi e per i nostri utenti questo è un tratto distintivo e unico, rispetto a quanto sia possibile con altri operatori. Solo in questo sistema di reti della ricerca si può fare sperimentazione di frontiera, disponendo di fibra a livello nazionale e transfrontaliero, sia terrestre che sottomarina. Alcuni esempi sono l’utilizzo dei cavi come sensori distribuiti che permettono la rilevazione di terremoti, il monitoraggio ambientale e delle infrastrutture, nonché lo sviluppo di altre applicazioni scientifiche e tecnologie come quelle quantistiche.
Lavoriamo per introdurre tecnologie e strumenti innovativi di automazione e programmazione per gestire la rete in modo dinamico e dare risposte rapide alle esigenze degli utenti
Allo stesso modo, è molto importante essere in prima linea nelle iniziative italiane ed europee a supporto della evoluzione digitale come quella della EuroHPC Joint Undertaking per offrire un sistema avanzato di interconnessione ad altissime prestazioni (fino al Terabit al secondo) dei centri di supercalcolo di livello pre/exascale. Ma non solo, GARR continuerà ad essere coinvolto nelle operazioni che hanno l’obiettivo di rafforzare la cooperazione tra infrastrutture di ricerca e infrastrutture di calcolo e dati e migliorarne la sostenibilità, l’accessibilità e la resilienza all’interno della European Research Area.
In che modo sarà rafforzata l’infrastruttura GARR?
La strategia prevede interventi su più fronti: sia sul territorio italiano che internazionale, con lo sviluppo di Cross Border Fibers e di infrastrutture sottomarine. In Italia, potenzieremo la rete GARR-T aumentandone la capillarità, la capacità e l’efficienza.
Allargando i confini, invece, lavoriamo per realizzare infrastrutture transfrontaliere con le vicine reti nazionali della ricerca, migliorando la resilienza delle reti e aprendo la strada all’utilizzo di tali infrastrutture anche per i servizi che vanno oltre il trasporto dei dati, i cosiddetti non data service come il trasporto di tempo/frequenza, la Distribuzione di Chiavi Quantistiche (QKD) e il supporto al Quantum Computing anche a livello internazionale.
Una particolare attenzione è riservata alle reti sottomarine, che sono sempre più strategiche, soprattutto nel Mediterraneo. Come già fatto per la connessione della Sardegna, collaboriamo con partner industriali e NREN per sfruttare i cavi sottomarini equipaggiati con tecnologie di nuova generazione anche per attività di ricerca molto promettenti come ad esempio il sensing su fibra ottica.
A livello nazionale, quale sarà l’impatto degli interventi finanziati nell’ambito del PNRR?
Le attività previste nei due progetti in cui GARR è coinvolto, TeRABIT e il Centro Nazionale di Ricerca in HPC, Big Data and Quantum Computing (ICSC), sono state condotte con un ritmo serrato in questi ultimi anni e ormai manca poco per il totale completamento che porterà interconnessioni ad alte prestazioni tra i data storage e i data centre per supportare applicazioni di High Throughput Computing (HTC) oltre che High Performance Computing (HPC).
L’autonomia digitale è un tema importante che, in maniera crescente, ci interroga sulla responsabilità del mondo della ricerca e dell’università nell’evoluzione del settore ICT
Il 2025 vedrà la piena realizzazione di due interventi rilevanti e strategici attesi da molto tempo in Sardegna e in Abruzzo. Nel primo caso, avremo la messa in produzione della dorsale ottica sottomarina di 1.500 km, dell’anello regionale di 2.000 km di fibra terrestre accesa e di nuovi PoP ottici. Sarà incrementata drasticamente la connettività tra Cagliari, Sassari, Roma e Milano con servizi a 400 Gbps e l’interconnessione sia con la dorsale nazionale che con la rete europea GÉANT. In Abruzzo, invece, sarà operativa una tratta di 350 km di fibra ottica terrestre accesa tra L’Aquila e Pescara, per migliorare l’affidabilità dei collegamenti di importanti siti a carattere scientifico come i Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN.
Ovviamente, oltre al raggiungimento del traguardo, una grande attenzione è rivolta al tema della sostenibilità a lungo termine dell’infrastruttura attraverso una scrupolosa attività di scouting tecnologico e un’ottimizzazione delle risorse.
Per gestire al meglio l’infrastruttura, è sempre più importante l’automazione. Quali azioni sono previste in questa direzione?
Si tratta di un aspetto cruciale per migliorare il controllo e l’efficienza della rete. Stiamo lavorando per introdurre progressivamente tecnologie e strumenti innovativi di automazione e programmazione che consentano una gestione dinamica in funzione del traffico. Sono previsti interventi mirati, come la realizzazione di sistemi di monitoraggio in tempo reale per rilevare anomalie, di diagnostica predittiva per prevenire guasti e di tecnologie per ottimizzare l’efficienza energetica. Saranno adottate piattaforme di gestione centralizzata, strumenti avanzati di visualizzazione e provisioning automatico per una risposta rapida alle esigenze degli utenti.
Inoltre, si completerà lo sviluppo del sistema GAMON per il monitoraggio delle infrastrutture cloud e avvieremo una transizione verso piattaforme di virtualizzazione alternative, incluse quelle open source, per consentire prestazioni elevate, continuità operativa ed evitare costose dinamiche di vendor lock-in.
La neutralità e l’indipendenza sono due valori importanti per GARR. In che modo orientano le attività dell’organizzazione?
Per noi è assolutamente fondamentale non essere condizionati dalle scelte commerciali dei fornitori. L’autonomia digitale è un tema importante che, in maniera crescente, ci interroga sulla responsabilità del mondo della ricerca e dell’università nell’evoluzione del settore ICT.
Per la rete ottica, ad esempio, adottiamo una piattaforma di linea aperta, che sia indipendente dai vendor, con uso flessibile dello spettro ottico e dei trasponder dalle funzionalità all’avanguardia. Sul piano dell’innovazione e sviluppo di nuovi servizi, stiamo collaborando con il Politecnico di Torino per creare un gemello digitale della rete GARR-T per sperimentare l’utilizzo di tool aperti e per attività di pianificazione e design di reti ottiche open.
Allo stesso tempo, siamo convinti che una crescita collettiva, indispensabile per sfruttare a pieno le funzionalità avanzate della rete, ma anche per mantenere o attrarre i talenti, passi attraverso un’adeguata formazione. Ed è per questo che continueremo a puntare molto sull’offerta di un ricco e qualificato programma per il potenziamento delle competenze.
Un’altra priorità strategica è quella della sicurezza informatica. Quali passi state intraprendendo per garantirla?
Per affrontare la sfida della sicurezza stiamo adottando un approccio integrato affinché l’infrastruttura e i dati siano protetti. Le misure principali includono il monitoraggio continuo e il rilevamento proattivo delle minacce, la segmentazione dei dati sensibili, la crittografia e la protezione dei dispositivi connessi, unitamente a una forte capacità di rispondere prontamente agli incidenti.
Promuoviamo, inoltre, una cultura della sicurezza attraverso la formazione continua e la collaborazione con le autorità, la comunità di utenti e le altre reti della ricerca internazionali.
Ovviamente, il massimo impegno è rivolto anche a garantire la conformità con le norme e i regolamenti sulla sicurezza cibernetica e a mantenere la certificazione ISO27001 per l’infrastruttura di calcolo e storage destinata ai servizi cloud per gli utenti.
Affine al tema della sicurezza è, inoltre, l’attività sulla gestione delle identità digitali. L’obiettivo è migliorare l’affidabilità e l’interoperabilità delle identità federate, supportando, nella protezione avanzata dei dati, la comunità scientifica che richiede standard di autenticazione equiparabili a quelli governativi. In campo internazionale, GARR svolge un ruolo significativo nel servizio eduGAIN, e nei prossimi anni l’intento è quello di potenziarlo facendolo evolvere in una vera e propria federazione aggiungendo, a quello attuale in Polonia, altri due siti indipendenti di erogazione in Italia e Svezia.
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