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Bene GÉANT, ma il cloud delle reti della ricerca è da valorizzare
| Sara Di Giorgio | La nuvola della ricerca e istruzione
Per l’evoluzione della cloud serve ascoltare la comunità
Articolo pubblicato su www.agendadigitale.eu
La centralità della rete, la comunità, lo sviluppo e la sicurezza, al centro della strategia di GÉANT sono “antichi cavalli di battaglia di GÉANT e dei suoi principali stakeholder e non cessano di essere una priorità. Tuttavia leggendo questo elenco non possiamo fare a meno di notare alcuni ‘grandi assenti’: uno di questi è senza dubbio il tema delle community cloud su cui in Italia, ma non solo, stiamo investendo molto sia come GARR sia come comunità della ricerca”. È la riflessione di Federico Ruggieri, Direttore GARR, che sottolinea come “in un contesto dove le reti sono sempre meno ‘solo’ autostrade che trasportano dati, ma infrastrutture complesse che integrano servizi a tutti livelli, non avere una strategia forte sul cloud può essere davvero molto pericoloso”.
Quali sono le opportunità del cloud, quali le strade intraprese?
Il tema del cloud è della massima importanza per università e centri di ricerca grandi e piccoli, ma anche per le grandi infrastrutture di ricerca di respiro europeo come gli ESFRI, e si interseca inestricabilmente con alcune iniziative di punta del prossimo programma quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico, tra cui non possiamo non citare EOSC e GAIA-X.
Come sappiamo, oggi sono disponibili moltissime soluzioni cloud commerciali che promettono a organizzazioni grandi e piccole di risolvere se non tutti certamente molti dei loro problemi di calcolo e storage. GÉANT stessa, con il progetto OCRE, si è avvicinata a questo mondo attraverso la definizione di contratti quadro vantaggiosi per le organizzazioni servite dalle reti della ricerca. Niente di male in questo, beninteso: ci sono casi in cui affidarsi a un provider commerciale selezionato può avere senso, ad esempio quando le nostre esigenze sono di tipo commodity o quando abbiamo necessità di assorbire in modo dinamico dei picchi di domanda di calcolo, ‘sconfinando’ su risorse diverse dalle nostre. In questo caso, ben venga il lavoro di contrattazione e semplificazione fatto da OCRE. Ma avere in casa le risorse cloud è di fondamentale importanza strategica e non deve essere considerato secondario rispetto al procurement anzi possiamo sostenere che è vero il contrario.
Sembra allora necessaria una riflessione ulteriore….
Certo, perché non è pensabile abdicare completamente su un tema così centrale per l’evoluzione della ricerca proprio nel momento in cui la scienza diventa sempre più basata su grandissime quantità di dati e aumenta sempre di più l’importanza degli algoritmi automatici per l’estrazione di nuova conoscenza. Per le applicazioni scientifiche sono spesso fondamentali architettu- re specializzate che non si possono trovare già pronte sul mercato, ma anche tener conto di aspetti come il sapere con esattezza dove vengono conservati i dati, come se ne protegge integrità e sicurezza, come e dove vengono effettuati i backup: tutte cose di cui inevitabilmente si perde il controllo nel momento in cui ci si rivolge a una soluzione di public cloud, spesso proposta come ‘chiavi in mano’. Come sappiamo molto bene per gli aspetti di networking, le esigenze degli utilizzatori delle reti della ricerca sono spesso diverse da quelle di chi usa soluzioni commerciali, occorre muoversi con soluzioni specifiche a problemi specifici.
Un ruolo, nello scenario globale, in tema di Big Data, lo rivestono le web company internazionali, spesso partner di progetti cloud
Mi è capitato di sentirmi dire dal responsabile del calcolo di una delle infrastrutture connesse a GARR che anche se Google o Amazon gli regalassero del calcolo non è detto che saprebbero bene che farci. Magari questa affermazione è un po’ eccessiva ma è vero che non tutto il calcolo è uguale: basti pensare alla crescita esponenziale della domanda di GPU in cloud registrata dal Dipartimento Calcolo e Storage GARR nell’ultimo anno, legata all’affermarsi sempre più deciso di paradigmi come il machine learning.
Il tema della sicurezza riveste un ruolo strategico. Come si può affrontare?
Il tema della protezione dei dati risulta particolarmente rilevante per ambiti disciplinari come quello biomedico dove la riservatezza è un aspetto irrinunciabile con serie implicazioni etiche. I dati ‘utili’ dal punto di vista del riuso in contesti di ricerca in questo settore sono spesso quelli pseudonimizzati, ma va fatta estrema attenzione al fatto che non sia in alcun modo possibile risalire all’identità dei pazienti, cosa non sempre possibile a seconda di come è stato raccolto e organizzato il dato. Mi raccontavano giorni fa del problema di fare il backup sicuro di circa mezzo petabyte di dati clinici, in cui la chiave principale del database era il codice fiscale dei pazienti… Quando questa informazione è presente, bisogna blindarla, un’operazione di per sé non semplice ma che diventa a dir poco temeraria se si acquista una soluzione cloud di terze parti.
Anche le comunità possono essere attori principali, non solo utenti di questi processi complessi?
L’ultimo, ma forse più importante aspetto da prendere in considerazione è il fatto che spesso le soluzioni adeguate, siano di architettura, di sicurezza, o relative ad altri aspetti, semplicemente non esistono ancora, e vanno create in collaborazione con la comunità. Noi reti della ricerca siamo abituati a questo modo di lavorare quando si parla di servizi di connettività ed è il momento che questa esperienza venga trasferita anche al settore cloud: per questo è così importante propugnare l’approccio di comunità, magari integrato ad altre soluzioni. Perché per fare questa attività di integrazione personalizzata e innovazione continua sono necessarie infrastrutture e soprattutto competenze, che la comunità delle reti della ricerca deve ampliare, se si vuole davvero guidare l’innovazione. GÉANT in questo contesto potrebbe giocare un ruolo cruciale, facendo convergere esperienze di successo come la cloud federata GARR o la cloud per la ricerca greca, offrendo occasioni di incontro e confronto e spazi per effettuare attività di ricerca e sviluppo. Sarà quindi importante nei prossimi anni poter riprendere e ampliare questa strategia ed è sicuramente compito delle reti nazionali della ricerca come GARR portare l’attenzione su questi temi.
GÉANT è la rete di dorsale europea che collega tutte le NREN (National Research and Education Network) europee come associate, in qualità di rappresentanti nazionali della comunità della ricerca e dell’istruzione.
Le NREN esistono in tutti i paesi europei e nella maggior parte dei paesi tecnologicamente avanzati del resto del mondo. Sono interconnesse tra loro e collaborano all’interno di progetti di ricerca e sviluppo.
GARR è la NREN italiana e gestisce a livello nazionale la rete della ricerca. Per maggiori informazioni sulle reti della ricerca in Europa:
LA NUOVA STRATEGIA DI GÉANT
Obiettivi e contenuti dell’associazione
Lo scorso 26 marzo, GÉANT ha approvato la strategia da adottare per i prossimi cinque anni per armonizzare lo sviluppo dell’ecosistema informativo di infrastrutture e servizi di GÉANT e delle reti nazionali della ricerca.
La strategia conferma la missione di GÉANT, che deve essere in grado di anticipare e di saper rispondere alle esigenze delle comunità degli utilizzatori delle reti della ricerca, promuovendo la collaborazione e agevolando le loro attività.
Sono stati individuati gli obiettivi principali da raggiungere nel prossimo quinquennio che puntano a potenziare la ricerca e l’istruzione attraverso un ecosistema di infrastrutture innovative e di dati aperti e affidabili:
La rete. Il mondo della ricerca si sta evolvendo sempre più verso un modello collaborativo, basato su archivi di dati aperti e accessibili, dove la rete internazionale ad alta velocità gioca un ruolo decisivo per il successo della ricerca. Anche il mondo dell’istruzione sta diventando sempre più interconnesso alle reti globali, per permettere agli studenti e agli insegnanti di interagire, collaborare e accedere alle risorse da qualsiasi luogo. GÉANT intende rispondere a questa crescente domanda, colmando il divario digitale, fornendo connettività di alta qualità.
La sicurezza. Si vuole mettere a punto un ecosistema informativo sicuro e protetto per ricercatori, insegnanti e studenti. L’infrastruttura informativa e i servizi che vengono offerti per collaborare e accedere ai repository devono poter garantire la cybersicurezza attraverso policy e procedure di di autenticazione e autorizzazione adeguate. Questo comporta anche un monitoraggio continuo per la prevenzione e gestione degli ‘incidenti.’
La comunità. L’associazione è riconosciuta a livello mondiale e si impegna per realizzare un sistema globale della ricerca, attraverso politiche di federazione delle reti della ricerca europee e extraeuropee.
L’innovazione. GÉANT prevede una evoluzione continua delle sue infrastrutture, promuovendo lo sviluppo di servizi innovativi per soddisfare le esigenze delle comunità della ricerca e dell’istruzione in modo sostenibile. L’associazione, infatti, si distingue dalle iniziative commerciali per la sua capacità di tenere alto il livello di ascolto delle esigenze della propria comunità di utenti e di offrire dei servizi adeguati alle necessità. L’innovazione può essere assicurata dall’associazione GÉANT adottando soluzioni sviluppate dai membri della NREN o da altri, seguendo il principio di sussidiarietà.
Gli stakeholder. L’associazione stabilisce rapporti con altri fornitori di e-infra (infrastrutture digitali) di ricerca e altre parti interessate. E’ fondamentale che, oltre a concentrarsi sul valore unico delle infrastrutture GÉANT per la ricerca e l’istruzione, l’associazione stringa rapporti con altri fornitori di e-infra sia europei che extraeuropei e con le infrastrutture di ricerca per lavorare su una fornitura di servizi coerente e integrata.
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