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H2IOSC, la cultura italiana è nel cloud
| Sara Di Giorgio | La nuvola della ricerca e istruzione
La strada è aperta per il digitale negli studi umanistici e nelle scienze del patrimonio culturale.
Emiliano Degl’Innocenti, coordinatore nazionale per DARIAH-ERIC, è il principal investigator del progetto H2IOSC
È partito il 1 novembre 2022 il progetto a guida del CNR, Humanities and Heritage Italian Open Science Cloud (H2IOSC), finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del PNRR. Grazie ad un investimento di oltre 41 milioni di euro verranno potenziati e federatati i nodi italiani delle infrastrutture di ricerca di DARIAH, E-RIHS, CLARIN e OPERAS per offrire ai ricercatori del settore umanistico e del patrimonio culturale laboratori virtuali, data centre, strumenti avanzati per immagazzinare, processare e visualizzare le risorse digitali superando le attuali barriere disciplinari e linguistiche e favorendo lo sviluppo interdisciplinare di filoni di ricerca altamente innovativi.
Emiliano Degl’Innocenti, dell’Istituto del CNR Opera del Vocabolario Italiano (OVI) e Coordinatore Scientifico del progetto H2IOSC, ci illustra il progetto e il suo impatto sulla ricerca e più in generale le sue ricadute in ambito socio-economico.
Quali sono gli obiettivi del progetto?
Si tratta di un progetto con una visione di medio-lungo periodo e obiettivi molto ambiziosi: ottimizzare il sistema delle Infrastrutture di Ricerca (IR) nei settori delle scienze umane e del patrimonio culturale, dell’open science e open publishing e delle tecnologie linguistiche, garantendo al contempo l’eccellenza delle risorse e la loro sostenibilità, attraverso la federazione dei nodi italiani delle IR di riferimento. Con federazione si intende un processo da attuare a vari livelli, non solo tecnologico. A partire dal riconoscimento del valore di ciascuna delle IR coinvolte per le comunità scientifiche di riferimento, - testimoniato dall’inclusione nel PNIR (Piano Nazionale per le Infrastrutture di Ricerca) come soggetti prioritari, H2IOSC intende creare un network in cui le risorse tecnologiche (hardware, software, dati) organizzative, di personale e di conoscenze di ciascuna infrastruttura possano interagire in maniera efficace, per offrire strumenti e tecnologie per la creazione e la gestione di dati e servizi digitali e la loro l’apertura verso la società.
GARR ha già supportato lo sviluppo dei nodi nazionali di aclune delle infrastrutture coinvolte, per cui è un interlocutore naturale e indispensabile
Quali servizi verranno realizzati per i ricercatori?
In H2IOSC la componente servizi è determinante. Per una serie di motivi legati alla loro evoluzione, le varie infrastrutture partecipanti utilizzano servizi sviluppati e mantenuti in condizioni spesso molto differenti, dal punto di vista tecnologico e organizzativo; con questo termine, inoltre, si indicano risorse spesso molto differenti fra loro. Per questo motivo, H2IOSC si occupa di mappare quali servizi, per ciascuna infrastruttura, risultano prioritari in virtù della loro rilevanza per la comunità scientifica; successivamente si farà un’accurata valutazione delle loro caratteristiche e delle risorse necessarie alla loro inclusione e mantenimento nell’infrastruttura federata. Inoltre H2IOSC prevede lo sviluppo di nuovi servizi dedicati alla gestione dei dati prodotti dai ricercatori, alla loro verifica, correzione, annotazione semantica e visualizzazione oltre alla loro pubblicazione e conservazione. Ad esempio, verranno consolidati i portali nazionali delle singole infrastrutture e creato un nuovo marketplace, condiviso da tutta la federazione. Inoltre verranno realizzati dei progetti pilota interdisciplinari, dove i servizi prodotti dalle IR partecipanti potranno essere combinati dagli utenti all’interno di ambienti di ricerca virtuali.
Ci puoi descrivere uno scenario d’uso della nuova infrastruttura?
In un possibile scenario cross-domain, un ricercatore interessato, ad esempio, allo studio dei manoscritti medievali, troverà nel marketplace di H2IOSC, una serie di dati e risorse (immagini digitali, modelli 3D, testi codificati, pubblicazioni scientifiche) strumenti e servizi per l’analisi dei contenuti (linguistici, codicologici e/o paleografici) o dei materiali (analisi chimico-fisiche dei supporti e degli inchiostri, ecc.) prodotti dalle diverse IR.
Lo stesso ricercatore potrà inoltre importare all’interno di un ambiente di ricerca virtuale dedicato alla filologia digitale le immagini dei manoscritti - con la possibilità di accedere a informazioni sulla loro storia, sui loro contenuti, sulle analisi chimico-fisiche effettuate su di essi, sulla bilbiografia e avrà a disposizione strumenti per l’annotazione filologica e per il trattamento avanzato del testo e l’estrazione della conoscenza.
Quali istituti si potranno collegare a H2IOSC? Ci sarà la possibilità di collegare altre IR?
Per le caratteristiche del bando su cui è stato finanziato, il progetto nasce come un’iniziativa a trazione CNR ma resta aperto a tutto il sistema della ricerca nazionale e internazionale. Questo è per noi un obiettivo assolutamente prioritario, che verrà perseguito attraverso il coinvolgimento dei soggetti interessati (università, centri di ricerca, biblioteche, archivi e musei) in appositi gruppi di lavoro, al fine di ancorare lo sviluppo del progetto alle necessità degli stakeholders e degli utenti finali.
L’obiettivo è facilitare la transizione della ricerca umanistica e delle scienze del patrimonio verso un approccio data-driven
Nella fase di elaborazione del progetto sono stati coinvolti diversi soggetti, tra università, altre infrastrutture e proposte PNRR, in modo da poter attivare una vasta rete di collaborazioni a livello scientifico, tecnologico e organizzativo. Il GARR, in particolare, ha già supportato iniziative legate allo sviluppo dei nodi nazionali di alcune delle infrastrutture coinvolte, penso in particolare ai progetti PON DARIAH.it e SHINE (quest’ultimo legato ad E-RIHS), per cui è un interlocutore naturale e indispensabile anche per H2IOSC. Quanto alle altre infrastrutture, oltre a quelle tematiche, guardiamo con interesse le attività di ICDI, in cui tutte le IR coinvolte in H2IOSC sono rappresentate oltre - ovviamente - ad EOSC.
Come verranno messi in pratica i principi FAIR e la metodologia per la Scienza Aperta?
H2IOSC investirà in maniera decisa in attività legate alla selezione delle risorse che popoleranno il suo ecosistema digitale, che verranno svolte in collaborazione con i vari stakeholders (ricercatori e comunità legate al patrimonio culturale). Queste risorse saranno opportunamente “FAIRificate” rese cioè facilmente reperibili (attraverso il marketplace), accessibili e interoperabili, ovvero utilizzabili dai ricercatori in contesti differenti da quello di produzione, favorendo lo sviluppo di ricerche trasversali e multidisciplinari. Rafforzare l’ecosistema digitale e fornire strumenti efficaci per la produzione, la gestione e il riutilizzo dei dati e delle risorse è un prerequisito fondamentale per aumentare l’impatto dei nostri contenuti nell’area dell’innovazione sociale e culturale.
Quali sono le ricadute in termini sociali ed economici?
L’obiettivo principale deI progetto è di facilitare la transizione della ricerca umanistica e delle scienze del patrimonio verso un approccio data-driven, aumentando il loro impatto potenziale sia per far progredire la ricerca (domain-driven, cross-domain, transnazionale, multilingue), sia per alimentare l’elaborazione di approcci innovativi per affrontare le sfide della società, sia infine per favorire le opportunità di creare diversi tipi di connessioni con le industrie creative e culturali, (ad esempio attraverso la fornitura di contenuti a valore aggiunto, il trasferimento di conoscenze e tecnologie, la realizzazione di attività congiunte di ricerca e sviluppo, finalizzate a tecnologie abilitanti e innovative, ecc.).
Con oltre 20 milioni di investimenti in tecnologia H2IOSC contribuirà significativamente allo sviluppo delle infrastrutture di ricerca umanistiche
Dal punto di vista economico, inoltre, il progetto potrà contribuire in modo significativo allo sviluppo dell’intero sistema nazionale delle IR, sia in virtù dell’ingente investimento economico in tecnologia (oltre 20 milioni) che delle risorse dedicate all’assunzione di oltre 80 giovani ricercatori e ricercatrici che contribuiranno alle attività da svolgere nelle 18 sedi territoriali del progetto, con una particolare attenzione allo sviluppo delle aree del Mezzogiorno.
Come si inserisce H2IOSC nell’ambito delle iniziative europee come EOSC?
H2IOSC nasce come un progetto innovativo che intende valorizzare l’esperienza maturata in altre iniziative a livello nazionale e internazionale, tra cui in particolare il cluster europeo Social Sciences and Humanities Open Cloud - SSHOC. In continuità con l’esperienza di SSHOC, in H2IOSC le IR hanno deciso di adottare un modello di sviluppo collaborativo, volto alla condivisione delle risorse e alla creazione di spazi e servizi comuni, a tutto vantaggio degli utenti. In entrambi i casi, l’obiettivo è duplice: costituire un punto di riferimento scientificamente affidabile per i ricercatori all’interno dello Spazio Europeo della Ricerca e collaborare a disegnare la fisionomia della European Open Science Cloud per il settore delle scienze umane e del patrimonio culturale, a partire dall’Italia ma con una decisa proiezione europea, attraverso lo stretto rapporto di collaborazione esistente fra i nodi nazionali di CLARIN, DARIAH, E-RIHS e OPERAS e le controparti europee. La partecipazione dei nodi nazionali delle IR di cui sopra garantisce anche la possibilità di valorizzare i rapporti di collaborazione già esistenti con altre infrastrutture di servizi, come Europeana, oppure più marcatamente tecnologiche come EGI, attraverso la partecipazione a progetti di sviluppo infrastrutturale già avviati (come EGI-ACE, ad esempio) nel contesto della EOSC.
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