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Trento, la rete d'eccellenza
Trento, la rete d'eccellenzati pazzi per le VPN

Trento, la rete d'eccellenza

| Federica Tanlongo | Osservatorio della rete

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Competenze e qualità: il segreto della MAN dell'Università di Trento per fare del territorio un vero laboratorio di innovazione con i suoi centri internazionali

Il nostro viaggio alla scoperta delle reti regionali e metropolitane della Penisola ci porta oggi a Trento, dove l'ateneo ha realizzato una rete che interconnette, oltre alle diverse sedi universitarie, anche le molte altre eccellenze della Provincia nel campo di ricerca e formazione. Ce ne parla Andrea Mongera, responsabile della Direzione Sistemi informativi dell'Università di Trento.

Come nasce la MAN universitaria?

Nell’ottobre 1994 il CdA dell’Università di Trento istituì il Polo GARR trentino, ufficializzando una collaborazione già consolidata con CNR, INFN, INFM e ITC nel l’ambito dei servizi di connettività metropolitana.

Andrea MongeraAndrea Mongera
Università degli Studi di Trento
Direzione Sistemi Informativi
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Già allora convenivano sulla necessità di condividere gli investimenti tecnici e professionali necessari a implementare e gestire infrastrutture tecnologiche avanzate che rispondessero alle crescenti esigenze di comunicazione ad alte prestazioni. Questa consapevolezza nasceva da esperienze significative fatte negli anni ‘80 in questo settore, quali la realizzazione di una LAN estesa satellitare tra SISSA, CIRA, Università di Trento e CINECA per applicazioni di scientific visualization; la creazione di una rete urbana basata sulla tecnologia ATM che aveva permesso la convergenza delle reti fonia e dati tra le sedi cittadine; ma anche l’avvento dei primi esempi di cluster di calcolo distribuito su LAN Ethernet. Si iniziava a parlare di CWIS, Campus Wide Information System, portando l’ICT fuori dai laboratori e gettando le basi per quella trasversalità e pervasività delle tecnologie informatiche in ogni aspetto del funzionamento delle nostre organizzazioni complesse che oggi diamo per scontata.

Già negli anni '90 università e enti di ricerca sul territorio puntavano sulla condivisione degli investimenti per la connettività ad alte prestazioni

Quali sono i principali attori coinvolti nella realizzazione della MAN?

L’Università di Trento si presenta come un campus distribuito su tre poli principali: il cittadino, quello tecnico scientifico anche noto come “collinare” e quello di Rovereto. Ognuno di essi ha al suo interno vari edifici, spesso separati da terreno pubblico. Ciò ci ha indotti ad appoggiarci negli anni a uno o più partner per la connettività tra i centri stella e da essi alle sedi, senza però mai rinunciare a partecipare alla progettazione e scelta delle soluzioni tecniche, valorizzando il know-how interno all’Ateneo. Oggi la connettività della rete MAN e l’interconnessione geografica con gli altri enti provinciali è realizzata su fibra ottica dell’operatore Trentino Network, braccio operativo della Provincia Autonoma di Trento per le questioni di rete. Questa collaborazione ci ha permesso negli anni di realizzare la nostra dorsale secondo le esigenze emergenti dell’Ateneo e dar vita a una rete geografica aperta anche agli altri enti di ricerca del territorio.

Universiadi

Le Universiadi ospitate da Trento nel 2013 sono state un bel banco di prova per la connettività wireless. Circa 3mila atleti ospitati provenienti da 61 Paesi, 4mila account wireless connessi in rete con picchi di oltre mille utenti in contemporanea. Un totale di 520 aree Wi-Fi e molti utenti connessi tramite eduroam. Un risultato che dimostra la continua diffusione del servizio a disposizione della comunità internazionale dell'università e della ricerca.

In effetti, ne collegate un bel po’...

L’Ateneo fornisce i servizi di connettività di base e a valore aggiunto a molte realtà, tra cui il Trento Institute for Fundamental Physics and Application dell'INFN, l’European Research Institute on Cooperative and Social Entreprises, una sede distaccata dell’IIT, vari istituti del CNR, i centri di ricerca Graphitech e CreateNet, il Microsoft Reserch Center for Computational Biology, la Fondazione Bruno Kessler, Informatica Trentina, l’Ente per il diritto allo Studio.

Per l'università e per i suoi utenti, qual è il beneficio di una MAN gestita internamente?

Gestire una MAN in-house vuol dire sviluppare una profonda conoscenza delle tecnologie e del loro sviluppo per poter rispondere nel modo migliore sia ai requisiti degli utenti, che a quelli che discendono dalla governanbace d’Ateneo. Credo infatti che la gestione strategica di infrastrutture e servizi complessi debba fondarsi sulla capacità di gestire il quotidiano. Alcuni esempi: l’allocazione dinamica della banda nel corso della giornata, la gestione attenta dei servizi wireless e della piattaforma VoIP, il monitoraggio della qualità dell’accesso ai servizi applicativi e, non ultimo, una gestione efficace e tempestiva della sicurezza informatica delle nostre reti e sistemi.

Com’è stata accolta la MAN all’interno dell’Ateneo?

Aver realizzato già oltre vent’anni fa un modello centralizzato e unitario dei servizi di rete a livello di Ateneo, coinvolgendo la comunità scientifica locale ha rappresentato un grande vantaggio per lo sviluppo del nostro network. Abbiamo superato molto presto diffidenze e particolarismi puntando sulla qualità della nostra struttura. Investire sulla componente professionale ed umana (responsabilità, competenza, comunicazione e trasparenza) è stato altrettanto importante, se non di più, che trovare le risorse economiche per mettere in piedi i servizi. La consapevolezza dei benefici apportati dagli investimenti in infrastrutture e servizi di connettività è cresciuta velocemente ed è diventata tanto diffusa che il supporto anche politico interno all’Ateneo non è mai venuto meno. Abbiamo poi avuto la fortuna di stabilire uno stretto rapporto con i colleghi del GARR e, attraverso di loro, con una vitale comunità di gestori di servizi ICT: il contesto accademico e della ricerca in cui operiamo è così specifico che dialogo e confronto con chi condivide con noi problemi quotidiani e prospettive diventano essenziali.

Quali sono le scelte tecnologiche che avete fatto?

Fin dall’inizio la rete d’Ateneo è stata progettata con un’architettura stellare, al cui centro si attesta il PoP GARR. Le tecnologie negli anni si sono evolute (ATM/ethernet/MPLS) così come naturalmente le velocità di connessione intersede e verso internet. Oggi le sedi (13 principali, 2 bibliotecarie, 3 studentati, più altre minori) sono connesse al centro stella con link a 1 Gbps o a 100 Mbps, per una banda aggregata di 6,5 Gbps. Il collegamento a GARR è a 1 Gbps, ridondato in modalità active/standby tramite connessioni in fibra ottica verso Milano e Padova. La banda verso la rete GARR utilizzata è in costante crescita, con una media attuale di circa il 70% di utilizzo in orario lavorativo.

Quali sono i servizi di punta?

Oltre ai servizi di connettività, un aspetto su cui abbiamo puntato molto è il servizio VoIP: dal 2012 l’Università di Trento è full VoIP, avendo realizzato una piattaforma OpenSIP, che gestisce i 2.700 terminali di cui consta l’infrastruttura telefonica. Integrata con l'anagrafica di ateneo, essa permette la gestione delle linee telefoniche tramite un portale dedicato da cui gestire via web abilitazioni, deviazioni e FAX virtuali, segreteria telefonica e voice mail. Il servizio comprende l’uso di SoftPHONE su PC, teleconferenza e Click2dial. Il nostro servizio provvede alla manutenzione del sistema, alla gestione delle richieste di servizio e al coordinamento delle segnalazioni di guasti e malfunzionamenti, mentre a livello amministrativo, è garantita la rendicontazione periodica delle spese telefoniche per centri di costo e la gestione con addebito del traffico privato. Abbiamo infine implementato alcune connessioni VoIP dedicate con altri Atenei (Ferrara, Milano-Bicocca, Verona) e con l’intera rete telefonica della Provincia Autonoma di Trento, che si sono tradotti in significativi risparmi sul traffico telefonico.

Tutte le sedi sono oggi interconnesse in fibra, ma solo poche hanno un accesso fisico ridondato, con il rischio, per quanto raro di perdite di connettività. Per questo si sta lavorando a raddoppiare le tratte, dove possibile. Inoltre insieme a GARR si stanno approfondendo soluzioni per la connettività del sistema scolastico provinciale.

Cos’è che più vi chiedono gli utenti?

Oggi sulle nostre “autostrade telematiche” corrono insieme i bolidi della multimedialità insieme a postini in bicicletta con le loro tradizionali email, o enormi TIR carichi di Terabyte degli storage delocalizzati accanto ai timidi carretti per l’instant messaging. Ciò che gli utenti di queste applicazioni disparate hanno in comune – se eccettuiamo chi ha come interesse principale l’ICT stesso - è il volere un’infrastruttura tanto trasparente da scomparire: nessuno vuole sapere i dettagli tecnici, ma solo se una cosa è fattibile e in base a ciò sviluppare i propri progetti. Così, l’obiettivo di chi si occupa della rete è quello di garantirne lo sviluppo, mascherandone la complessità che, invece, cresce sempre più velocemente. È una sfida che non può essere affrontata da soli, e il ruolo del GARR come centro nazionale di competenza per le Università e per gli enti di ricerca è oggi altrettanto importante di quello tradizionale di fornitore di servizi.

Il vostro ateneo ha una proficua collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento e la società provinciale Trentino Network. Può raccontarci qualcosa in più?

Oltre agli aspetti di connettività sul territorio che abbiamo già discusso, possiamo contare sull’infrastruttura di testbed di Trentino Network per attività di ricerca sulla rete: alcuni importanti laboratori e progetti di ricerca a cui l’Ateneo partecipa attivamente vi sono ospitati, tra cui i più significativi sono WOTBL, acronimo di “Wireless and Optical Testbed Laboratory”, e la partnership pubblico-privata per il Future Internet XIFI. Inoltre, lo scorso anno la Provincia Autonoma di Trento ha istituito il gruppo di lavoro DCUT, acronimo di “Data Center Unico Territoriale”, coordinato da Trentino Network, a cui l’università partecipa attivamente.

Tutti gli utenti vogliono la stessa cosa: un'infrastruttura tanto trasparente da scomparire

La città di Trento ha ospitato a fine 2013 le Universiadi e l'ateneo ha accolto in conseguenza di ciò oltre 3.000 atleti, offrendo la connettività wireless: come è andata?

L’esperienza è stata molto positiva: ben 4mila account diversi hanno utilizzato la rete WiFi appositamente dedicata alle XXVI Winter Universiade Trentino 2013, con picchi di 1.100 utenti connessi in contemporanea. Atleti provenienti dalle Università di oltre 61 Paesi hanno potuto navigare online, ad esempio, durante il percorso in treno sulla tratta Trento-Malè-Marilleva predisposta da Trentino Trasporti o in una delle numerose piazze o strade in ogni comune del Trentino (520 le aree WiFi gratuite), dotate dell’infrastruttura in banda larga realizzata da Trentino Network, molti dei quali attraverso eduroam. Preparazione, test e gestione operativa durante la manifestazione sono state impegnative e hanno richiesto grande collaborazione tra noi tecnici. In compenso, le richieste di supporto durante l’evento sono state pochissime, a riprova di come eduroam sia un servizio ormai consolidato per la comunità accademica internazionale.

Quali sono i vostri progetti per il futuro?

Tutte le nostre sedi sono oggi interconnesse in fibra, ma solo poche hanno un accesso fisico ridondato, con il rischio, per quanto raro di perdite di connettività. Stiamo perciò raddoppiando dove possibile le tratte, mentre abbiamo iniziato ad installare dei link wireless (radio o laser) per le sedi oggi più critiche anche alla luce dei piani di continuità operativa dei servizi IT. Insieme a GARR vogliamo poi approfondire delle soluzioni per la connettività del sistema scolastico provinciale e, nell’ambito dell’iniziativa dell’Euregio (Tirolo-Alto Adige-Trentino), realizzare un potenziamento dell’integrazione tra la nostra MAN e quelle delle Università partner di Innsbruck e Bolzano.

Data center unico per il territorio
Il gruppo di lavoro DCUT (Data Center Unico Territoriale)

L’iniziativa, che coinvolge Provincia Autonoma di Trento, Informatica Trentina, Comuni e Enti Locali, Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, Università di Trento e fondazioni di ricerca, nasce in risposta alla ricognizione nazionale lanciata dall’Agenzia per l’Italia Digitale con l’obiettivo di razionalizzare le strutture di data center della PA. In un documento inviato ad AGID a fine 2013 il gruppo di lavoro ha delineato gli elementi a favore della localizzazione di una data center di nuova generazione nella provincia: offerta di energie rinnovabili a basso costo dalle centrali idroelettriche, condizioni climatiche vantaggiose e disponibilità già oggi di una infrastruttura di rete in fibra ottica con più di 1.000 Kmdi dorsale che connette tutta la PA trentina, senza la quale non sarebbe possibile neppure immaginare una cloud pubblica come quella che stiamo disegnando. Il gruppo di lavoro ha dato vita a diversi sottogruppi che stanno approfondendo tematiche quali risparmio energetico, strategie di acquisto comuni, strumenti collaborativi, servizi di business continuity e disaster recovery, virtualizzazione, ecc.

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