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L’Europa è pronta per le sfide del secolo?
| Maddalena Vario | Caffè scientifico
Rischi biologici e climatici, vulnerabilità sanitaria e finanziaria: come prendere decisioni consapevoli e ripensare al nostro modello di sviluppo?
Jaroslav Mysiak, direttore della divisione Risk assessment and adaptation strategies (RAAS) di CMCC.
La pandemia di COVID-19 e la crisi climatica ci stanno mettendo davanti, forse per la prima volta in maniera così evidente, quanto la società possa essere fragile e quanto il nostro modello di sviluppo necessiti di essere modificato nell’ottica di una maggiore sostenibilità.
Entrambi i rischi, sia quello biologico che climatico, aggravano infatti le vulnerabilità presenti nei sistemi finanziari e sanitari e nell’economia reale e colpiscono in modo maggiore le popolazioni più deboli. Non solo, il cambiamento climatico può essere un potente moltiplicatore del rischio e può effettivamente contribuire alle pandemie.
Grazie al suo centro di calcolo avanzatissimo a Lecce, tra i principali in Italia, il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), avvalendosi di tecniche di analisi di dati all’avanguardia, è in grado di simulare gli scenari del clima del futuro e le conseguenti interazioni con la società. L’obiettivo è stimolare la crescita sostenibile, proteggere l’ambiente e sviluppare politiche di adattamento e mitigazione. Ne abbiamo parlato con Jaroslav Mysiak, direttore della divisione Risk assessment and adaptation strategies (RAAS) di CMCC e Antonio Navarra, Presidente del CMCC edocente presso l’Università di Bologna.
Cosa hanno in comune la pandemia Covid-19 e la lotta ai cambiamenti climatici?
Mysiak: L’attuale pandemia da COVID-19 fornisce un anticipo di ciò che una crisi climatica potrebbe comportare in termini di shock simultanei e meccanismi di amplificazione. Le pandemie rappresentano i rischi biologici causati dai microrganismi, virus o tossine che possono influire negativamente sulla salute umana. I cambiamenti climatici comportano rischi diversi, derivanti da un riscaldamento del clima globale e un’intensificazione del ciclo idrogeologico, che a loro volta modificano i processi di evapotraspirazione, il deflusso e l’accumulo di acqua e lo scioglimento dei ghiacciai. Inoltre, essi influiscono sull’incidenza degli eventi estremi, tra cui le ondate di calore, venti forti, grandine e alluvioni, che possono arrecare gravi danni. Gli impatti varieranno da regione a regione, a seconda degli scenari futuri di emissione di anidride carbonica in atmosfera.
Rischi biologici e climatici agiscono in modo sistemico in quanto le loro manifestazioni dirette e i loro effetti a catena si propagano rapidamente in un mondo interconnesso. I loro effetti sono non-lineari e crescono in modo sproporzionato e persino catastrofico una volta superate determinate soglie.
La pandemia e la crisi climatica ci fanno riflettere su quanto la società possa essere fragile e quanto il nostro modello di sviluppo debba essere più sostenibile
Tuttavia le crisi sanitarie rappresentano pericoli imminenti, discreti e direttamente distinguibili. I rischi causati oppure amplificati dal cambiamento climatico, al contrario, sono graduali e cumulativi e spesso si manifestano nel tempo. Le pandemie sono un caso di rischio di contagio, mentre i rischi climatici presentano un caso di rischio di accumulo. Il contagio può produrre eventi correlati sulla scala globale (come quelli a cui assistiamo ora), che possono produrre conseguenze su scala globale in una volta; l’accumulo dà luogo a una maggiore probabilità di eventi gravi, contemporanei ma non direttamente correlati, che possono rafforzarsi a vicenda.
Esistono i collegamenti tra i cambiamenti climatici e i rischi biologici (compresa l’attuale epidemia)?
Mysiak: L’innalzamento delle temperature può creare condizioni favorevoli per la diffusione di alcune malattie infettive trasmesse dalle zanzare, come la malaria e la febbre dengue, mentre la scomparsa degli habitat può costringere varie specie animali a migrare, aumentando le possibilità di trasmissione di agenti patogeni. La deforestazione, che è la principale causa di perdita di habitat, costringe gli animali a migrare e potenzialmente a entrare in contatto con altri animali o persone e condividere germi.
Il cambiamento climatico rappresenta un pericolo incombente per la vita e la salute umana e lo sviluppo sostenibile, in tutte le sue articolazioni ambientali, sociali ed economiche, e può effettivamente contribuire alle pandemie. È per questo che è necessario che tutte le decisioni politiche siano guidate da evidenze scientifiche fornite da enti di ricerca specializzati in questo ambito.
Il cambiamento climatico rappresenta un pericolo incombente per la salute umana e lo sviluppo sostenibile e può effettivamente contribuire alle pandemie
In che modo lo studio del clima può indirizzare le scelte politiche a livello globale?
Navarra: È ormai evidente che tra le attività umane e i mutamenti climatici c’è un rapporto molto stretto e da qui deriva l’importanza di studiare il clima per poter indirizzare le scelte politiche.
La Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) ha proprio l’obiettivo di approfondire le conoscenze sul clima per capire in maniera dettagliata come l’uomo influenza l’ambiente e viceversa. In particolare studiamo il clima e i suoi cambiamenti, rappresentando le sue componenti come atmosfera, oceani e ecosistemi mediante modelli numerici.
I modelli risolvono le equazioni fondamentali della dinamica dell’atmosfera e degli oceani, collegandoli con il ciclo idrico, il suolo e i processi termodinamici come condensazione ed evaporazione. Le equazioni vengono discretizzate e risolte sia in modo predittivo, partendo da una specifica conduzione iniziale, sia in simulazione, ovvero integrando le equazioni al di la del limite deterministico con l’obiettivo di rappresentare la statistica dei fenomeni climatici.
Il Supercomputing Centre è tra i più avanzati d’Italia e d’Europa, completamente dedicato alla climatologia e l’accesso per i ricercatori è facile grazie all’interconnessione velocecon la rete GARR
Il pianeta viene diviso in celle e per ciascuna porzione calcoliamo i parametri (temperatura, vento, pressione, precipitazione, flussi radiativi, nuvole, etc) che ci interessano. Abbiamo così a disposizione una sorta di pianeta virtuale in cui fare tutti gli esperimenti che si rendono necessari, osservando il comportamento di atmosfera e oceano. Pur essendo consapevoli che nei modelli climatici sia necessario convivere con un certo grado di incertezza, possiamo già dire che, se in una certa zona ci sarà un determinato andamento di precipitazioni, l’impatto economico e sociale che si produrrà avrà conseguenze indirette sulle vite di ognuno di noi. Da qui l’importanza di prendere delle decisioni politiche tempestive e adeguate.
Abbiamo a disposizione una sorta di pianeta virtuale in cui fare tutti gli esperimenti che si rendono necessari
Non è difficile immaginare quanta potenza di calcolo sia necessario avere a disposizione per fare le simulazioni climatiche realizzate da CMCC…
Navarra: Esattamente, ed è per questo che disponiamo di un Supercomputing Centre (SCC) tra i più avanzati d’Italia e d’Europa, completamente dedicato alla climatologia. Già oggi questa infrastruttura assicura ai nostri ricercatori l’accesso a potenti risorse di calcolo grazie ad un’infrastruttura avanzata e affidabile quale la rete GARR, alla quale il centro è collegato alla capacità di 1 Gbps.
Ma la domanda di potenza di calcolo e capacità di archiviazione è sempre in crescita e per questo, in linea con la sfida del Green Computing, CMCC sta potenziando l’attuale Supercomputing Centre. Il nuovo SCC, per il quale stiamo ora realizzando una nuova sede, disporrà di un sistema di calcolo ad alte prestazioni ancora più avanzato. A inizio 2022 potremo contare su una potenza installata di circa 3 Pflops per circa 25.000 cores e un sistema di storage a più livelli con decine di Petabytes di spazio di archiviazione. La nuova infrastruttura in fase di realizzazione sarà in grado di rispondere alle crescenti esigenze di calcolo e archiviazione per CMCC nei prossimi anni e sarà dotata di un doppio collegamento in fibra ottica della capacità iniziale di 1 Gbps, per garantire sempre maggiore affidabilità, in un’ottica di collaborazione e di offerta di servizi agli altri istituti di ricerca nazionali e internazionali, in modo da essere più accurati nello studio del clima e nella previsione dei cambiamenti ambientali globali.
Uno sguardo al futuro. Ci sono delle trasformazioni sociali che possiamo implementare da ora come risposta ai cambiamenti ambientali globali?
Per realizzare un’Europa resiliente, tra le cinque missioni di ricerca di Horizon Europe è stato inserito l’adattamento ai cambiamenti climatici
Jaroslav Mysiak: La necessità di una trasformazione sociale è nata dalla consapevolezza che il cambiamento ambientale globale con tutte le sue manifestazioni negative non sia solo un effetto collaterale, ma un attributo intrinseco dello sviluppo sociale moderno. L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile esige azioni coraggiose e trasformative che affrontino le cause che generano le disuguaglianze economiche, sociali ed ambientali. In molti concordano sulla necessità di un cambiamento profondo, radicale o fondamentale, non marginale o incrementale, nel modo in cui lo sviluppo economico è concepito e praticato. I vari percorsi di una trasformazione sociale devono riunire le azioni climatiche sotto l’ombrello dello sviluppo sostenibile in modo che gli impatti dei cambiamenti ambientali non siano solo gestiti ma evitati. Ai fini di realizzare l’Europa resiliente e per favorire la trasformazione sociale in tal senso, la Commissione europea ha definito l’adattamento ai cambiamenti climatici una delle cinque missioni di ricerca di Horizon Europe. Un gruppo di 15 esperti europei, guidati da Connie Hedegaard (ex commissaria UE per il Clima), hanno elaborato una roadmap per la missione. La Missione consiste nell’accelerare i preparativi per rendere l’Europa capace di affrontare un mondo più caldo e più imprevedibile, creando le opportunità di una vita migliore, più equa e più sana. La Missione mobiliterà la ricerca e l’innovazione, riunendo un’ampia gamma di parti interessate, comprese regioni e cittadini, a sostegno della transizione verde e digitale verso un futuro sostenibile.
Un premio per la comunicazione sul cambiamento climatico
Il cambiamento climatico è una delle sfide più importanti dei nostri tempi. Sempre più iniziative in tutto il mondo sono dedicate alla diffusione della consapevolezza sui cambiamenti climatici e al coinvolgimento del pubblico per portare il cambiamento di cui abbiamo bisogno.
Attraverso il CMCC Climate Change Communication Award “Rebecca Ballestra”, la Fondazione CMCC premia le migliori iniziative di comunicazione che diffondono la consapevolezza sui cambiamenti climatici attraverso l’educazione, la difesa, la produzione di media e le attività di impegno sociale.
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