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INDICATE: la cultura incontra l’ e-Infrastructure
| Federica Tanlongo | Internazionale
Ecco come il potenziale delle infrastrutture digitali può contribuire a risolvere i vecchi problemi dell’e-Culture
Finanziato dalla Commissione Europea all’interno di FP7, INDICATE è un’azione di supporto dedicata a promuovere l’adozione di buone pratiche e politiche comuni nell’utilizzo delle e-Infrastructure per il Digital Cultural Heritage nel bacino del Mediterraneo e oltre, grazie a un accordo di collaborazione stretto successivamente con un partner Cinese. Il progetto è coordinato dall’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche italiane (ICCU).
A tal fine, il progetto ha creato una rete di interesse comune a cui partecipano esperti da otto diversi paesi euro-mediterranei, che si propone come una piattaforma di discussione e condivisione di esperienze, ma anche di promozione di standard comuni e diffusione di linee guida che possano avvicinare due mondi, quello delle infrastrutture digitali da un lato e quello dei beni culturali dall’altro, che hanno molto da scambiare ma sono ancora troppo lontani. Ma INDICATE non si è limitato a facilitare la circolazione delle idee: al contrario, ha voluto essere un laboratorio per provarne la validità in casi di utilizzo concreti.
Il progetto ha quindi sviluppato due piloti, dedicati a sperimentare la migrazione di due tipiche applicazioni di “e-Culture” all’interno di piattaforme di infrastrutture digitali. I risultati sono accessibili attraverso lo e-Culture Science Gateway di INDICATE. Lo scopo dei piloti era non solo quello di realizzare l’integrazione, ma anche di comprendere quali fossero le problematiche caratteristiche dell’adozione di queste tecnologie, quali le soluzioni possibili ed eventuali buone pratiche esistenti. Nello specifico, i due piloti si sono occupati rispettivamente di ricerca semantica e di archivi digitali collaborativi. Il primo, sviluppato dal laboratorio di Image, Video and Multimedia Systems della National Technical University di Atene consiste in un motore di ricerca in grado di estrarre metadati ad argomento culturale utilizzando criteri semantici, avvantaggiandosi delle caratteristiche specifiche di un ambiente di infrastrutture digitali, in particolare data availability e scalability. Questa tecnica permette di condurre sui dati ricerche basate su informazioni ulteriori, non inizialmente previste nei repository, ma frutto di un processo di data enrichment.
Il secondo pilota, realizzato dal Consorzio Cometa, ha implementato un gateway di accesso agli archivi culturali che utilizza il single sign-on offerto dalle Federazioni per la gestione delle identità digitali e una semplice interfaccia web. L’e-Culture Science Gateway è basato su Liferay, un framework molto diffuso nella comunità scientifica perché permette l’integrazione di componenti grid e cloud per il calcolo e lo storage, mascherandone la complessità per l’utente finale e assicurando quindi una grande semplicità e naturalezza nell’utilizzo. Nel pilota, l’eCulture Science Gateway di INDICATE è stato configurato come Service Provider di IDEM e CARSI, le Federazioni nazionali di identità in ambito accademico e di ricerca rispettivamente italiana e cinese, che insieme contano oggi circa 4 milioni di utenti finali nei due paesi. Quello che è stato realizzato da questo pilota rappresenta un passo molto importante nella direzione dell’adozione delle infrastrutture digitali da parte di un numero sempre maggiore di utenti non esperti, per i quali le complicazioni inerenti all’utilizzo di certificati digitali personali, tipicamente utilizzati come sistema di autenticazione nell’ambiente Grid, hanno in passato costituito una barriera di accesso spesso insormontabile.
Trasportare la semplicità delle Federazioni di Identità in ambiente grid significa aprire al mondo del Digital Cultural Heritage le risorse di archiviazione e calcolo presenti nella comunità delle infrastrutture digitali e, nello stesso tempo, rendere accessibili le biblioteche digitali e i repository culturali esistenti da parte di un gran numero di soggetti nelle università e nei centri di ricerca, dal ricercatore fino allo studente. INDICATE ha anche analizzato il potenziale delle infrastrutture digitali per superare i vecchi problemi della e- Culture, utilizzando a tal fine tre case study selezionati, sui temi della gestione ed elaborazione dei contenuti digitali culturali geo-localizzati, delle mostre virtuali e della digital preservation.
Quest’ultimo è quello in cui l’interazione tra il mondo delle e-infrastructure e quello del patrimonio culturale sembra offrire maggiori opportunità: infatti, i servizi già esistenti in ambiente e-Infrastructure possono essere di grande utilità per la conservazione a lungo termine del patrimonio digitale; non a caso una parte del consorzio di INDICATE ha dato vita ad una nuova iniziativa chiamata DC-MAP, che definirà una roadmap per la conservazione a lungo termine dei beni culturali digitali in Europa nei prossimi anni.
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