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Horizon 2020: obiettivo innovazione
| Marco Falzetti | Internazionale
L'innovazione è la parola chiave per la ricerca e lo sviluppo nei programmi della Commissione Europea dei prossimi anni
Se volessimo identificare una singola parola per sintetizzare l’evoluzione e il cambiamento che ha segnato il passaggio dal Settimo Programma Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo tecnologico dell’Unione Europea (FP7)al nuovo Programma Horizon 2020 (H2020), non avremmo dubbi nel dire che tale parola è Innovazione.
Marco Falzetti
APRE - Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea
Direttore
Non che l’importanza dell’innovazione non fosse già insita nella politica europea di ricerca del precedente Programma Quadro, né che non esistessero appositi schemi nei quali la dimensione dell’innovazione fosse direttamente indirizzata, come il Competitiveness and Innovation Framework Programme (CIP), complementare all’FP7.
Possiamo definire l'innovazione come un processo che genera valore economico e sociale da uno sviluppo di prodotto, di processo, di modello organizzativo o sociale
Cos’è quindi che rende il termine Innovazione tanto importante nel caratterizzare H2020, ma soprattutto cosa c’è di originale nella lettura di questo termine nel contesto di H2020?
Cominciamo col definire il concetto di innovazione in questo contesto come un processo che porta a generare valore economico e sociale da uno sviluppo di prodotto, di processo, di modello organizzativo o sociale.
L’Innovazione in FP7
Nel contesto della programmazione 2007-2013 (FP7) il concetto di innovazione è stato gestito in maniera sensibilmente diversa rispetto a quanto è avvenuto in H2020, anche se non si può affermare che la dimensione non fosse affrontata e considerata. Quello che ancora mancava era l’idea di una reale integrazione tra la dimensione dello sviluppo e della ricerca scientifica e tecnologica e quella dell’innovazione, cosa evidenziata anche dall’esistenza in parallelo al FP7 del Competitiveness and Innovation Programme (CIP), uno strumento gestito dall’allora DG Industry e destinato a supportare azioni atte a promuovere l’innovazione del sistema industriale europeo, con particolare attenzione alle PMI.
Uno dei limiti nell’efficacia di una vera azione di sinergia tra i due è stata la mancanza di meccanismi più o meno automatici di integrazione tra chi era chiamato a generare e sviluppare nuova conoscenza (FP7) e chi viceversa aveva una funzione di promuovere un processo di innovazione (CIP). Così il coordinamento tra FP7 e CIP si è limitato ad una dimensione di condivisione di strategia politica senza riuscire ad integrare, a livello di strumenti di supporto, azioni di sviluppo tecnologico con strumenti di trasferimento al mercato propri del CIP.
Open Innovation
L’Open Innovation è un modello di gestione della conoscenza che descrive processi di innovazione caratterizzati dall‘apertura verso l’esterno. Un modello di innovazione aperta e collaborativa, sempre più rilevante nel mondo della Ricerca e dell’Innovazione, e viene sempre più incoraggiato e sostenuto nelle strategie di sviluppo e nei programmi operativi e di finanziamento, come Horizon 2020
L’integrazione strutturale dell’innovazione nel contesto di H2020
Finora uno dei limiti era la mancanza di integrazione tra chi generava e sviluppava nuova conoscenza e chi doveva promuovere un processo di innovazione
Se quindi in FP7 le politiche di innovazione dell'Unione erano solo in parte connesse alla creazione di conoscenza, in H2020 il cambiamento è stato radicale: la sua fondamentale caratteristica è infatti nella stretta relazione tra l'idea di creazione di nuova conoscenza e la sua trasformazione e valorizzazione in termini di potenziale di crescita economica e sociale. Non a caso, nella strategia Europa 2020, uno dei sette assi portanti è stato individuato nel ruolo fondamentale del processo di innovazione, come lungamente trattato nel documento Innovation Union, alla base del processo di strutturazione strategica di H2020.
Le azioni individuate sono riconducibili su tre assi principali, poi tradotti in tre pilastri funzionali all’interno di H2020:
- creare le condizioni e supportare al meglio la generazione di nuova conoscenza ai massimi livelli (ricerca world-class, eccellenza, etc.);
- migliorare e assicurare l’integrazione e le sinergie tra gli attori dell’innovazione (pubblico e privato, ricerca ed industria, etc);
- creare il migliore ecosistema per l’innovazione andando ad agire su tutti quegli aspetti sistemici che giocano un ruolo nel processo di trasferimento della conoscenza al mercato e.g. creazione del mercato e della domanda, IPR, finanza (seed, venture capital, etc.), normative e regolamentazione.
Si è aperta una nuova fase che chiamiamo innovation 2.0 con modelli di business e approcci decisamente diversi
In conclusione, l’attenzione all’innovazione è diventata pervasiva in H2020 e questo ha portato sia a proporre azioni atte a sostenere direttamente il processo di innovazione e sia a porre attenzione agli aspetti indiretti quali, ad esempio, la valorizzazione delle attività di ricerca e di sviluppo. Tra le azioni dirette si individuano parti del programma particolarmente rivolte ad iniziative quali le azioni per PMI, il nuovo strumento del Fast Track to Innovation, le Public Private Partnership, il Pre-Commercial Procurement e tutta una serie di strumenti rivolti a sostenere l’accesso alla finanza per quelle attività di accompagnamento al mercato.
Verso il futuro: l’European Innovation Council
L’attuale Commissario alla Ricerca ed Innovazione Carlos Moedas ha manifestato grande attenzione ed interesse alla dimensione dell’innovazione, facendone un elemento distintivo del suo mandato. I ragionamenti avviati nel contesto della Open Innovation e il successivo dibattito lanciato sulla creazione di un futuro European Innovation Council (EIC), sono evidenze dirette di quanta attenzione sarà posta su questo aspetto nell’ultima fase di H2020 e nell’impostazione del futuro Programma Quadro post 2020.
Relativamente al discorso dell’Open Innovation sarà importante chiarire il suo significato sia per gli aspetti più “tradizionali”, sia per gli aspetti più recenti e per certi versi più “esotici”, alla base di quello che per semplicità indichiamo con Innovation 2.0. In quest'ottica sono compresi modelli di innovazione “di rottura” e proprio per questo maggiormente interessanti comportando modelli di business e approcci decisamente diversi rispetto ai tradizionali processi di innovazione. Logiche di crowdfunding, innovazione collaborativa, living lab, etc. saranno infatti oggetto della creazione di quell’ecosistema europeo dell’innovazione basata sulla conoscenza che tanto inseguiamo.
APRE, Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea, è un'Associazione di ricerca non profit che da oltre venticinque anni, in stretto collegamento con il MIUR, fornisce ai propri associati come pure a imprese, enti pubblici, privati e persone fisiche, informazioni, supporto ed assistenza per la partecipazione ai programmi e alle iniziative di collaborazione nazionale ed europee nel campo della Ricerca, Sviluppo Tecnologico e Innovazione (RSTI) e del trasferimento dei risultati delle ricerche.
Sul fronte dell’EIC, i recenti dibattiti, stimolati dalla recente consultazione della Commissione e dalle prime iniziative pilota, fanno intravedere ancora un lungo cammino prima di arrivare a definire dimensioni, ruoli, obiettivi e pervasività dell’EIC rispetto al futuro programma quadro. Quello che sembra certo è che il processo sia ormai avviato e che non si arresterà. Già dai prossimi mesi dovrebbero emergere indicazioni più precise in questo senso.
FP7, il 7° Programma Quadro
FP7 partì come un programma centrato sull’eccellenza scientifica e la promozione della ricerca collaborativa, ma nella sua evoluzione l’attenzione alla dimensione dell’innovazione è andata via via crescendo, in particolare attraverso le attività rivolte alle Piccole e Medie Imprese (PMI) sia nel sottoprogramma Capacity che trasversalmente in tutta le azioni collaborative. inoltre, nel corso dell’FP7 hanno visto la luce o si sono rafforzate gran parte delle principali iniziative di collaborazione Pubblico Privato (PPP), sia nella loro forma di Join Technology Initiative, e sia nella forma di Contractual PPP.
In entrambi i casi si trattava di iniziative atte a strutturare collaborazioni strategiche tra la Commissione (parte pubblica) e le rispettive comunità industriali, scientifiche, tecnologiche (parte privata) su temi di rilevanza strategica per la competitività del sistema europeo. In taluni casi la componente pubblica ha visto anche la partecipazione diretta degli Stati Membri.
APRE ha da sempre contribuito in forme e modi diversi alla discussione sui temi dell’innovazione nel contesto della ricerca e sviluppo, e continuerà a farlo con l’obbiettivo di fare emergere e sintetizzare, proprio attraverso la ricchezza delle competenze e visioni dei propri associati, posizioni e ragionamenti che potranno contribuire ad arricchire la qualità della discussione a livello nazionale ed europeo sul tema.
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