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Tra passato, presente e futuro
| Marco Falzetti | Internazionale
Il rientro dalla pausa estiva ha segnato un momento particolarmente effervescente nel contesto del dibattito sul futuro Programma quadro di Ricerca e Innovazione dell’Unione europea, al momento ancora individuato come FP10.
Ci eravamo lasciati a luglio con un insieme di documenti di posizionamento espressi dai principali paesi e/o organizzazioni dove venivano espressi molti suggerimenti e richieste, talvolta anche diverse e contrastanti, ma tutte in una visione del futuro FP10 sostanzialmente conservativa, ovvero, dando per scontato che la struttura, ma anche l’idea stessa di Programma quadro restasse in linea di massima la stessa. Già a quel tempo, ci lasciammo con l’idea che al rientro la discussione si sarebbe rapidamente riaccesa a valle di una serie di importanti documenti attesi nella finestra settembre-ottobre: il rapporto Draghi, il rapporto Heitor, la lettera di missione per la nuova Commissaria alle “Startup, ricerca e innovazione”. Tutto questo è effettivamente avvenuto, ma con non poche sorprese. Diciamo che settembre ed ottobre sono stati un momento di grande confusione dove, per quanto non scritto ma trapelato, per quanto detto male e poi corretto, per quanto interpretato e poi consolidato, si è avuta l’impressione che forse non ci sarebbe neanche stato un futuro Programma FP10, o almeno non nella forma e immagine di quello che sin qui eravamo abituati a pensare.
Pur riconoscendo l’importanza di un solido Programma quadro di ricerca e innovazione per il futuro, il rapporto Draghi, con la sua forte enfasi sulla competitività del sistema europeo, ha lasciato intravedere la possibilità di una destrutturazione dell’attuale Horizon Europe. Si ipotizza così una sua riorganizzazione, in cui attività legate al rafforzamento della competitività potrebbero essere collocate altrove, anche al di fuori del Programma stesso. Questo approccio segna una rottura rispetto alla linea adottata dalla Commissione negli ultimi due Programmi quadro (H2020 e HE), che avevano puntato sull’integrazione tra ricerca e innovazione proprio per sottolineare come la competitività europea dovesse necessariamente fondarsi su una sinergia tra i due elementi, essenziale per alimentare la competizione tecnologica.
È auspicabile che la prima bozza di proposta per FP10 venga presentata nella seconda metà del prossimo anno
Al momento attuale, la nuova Commissione ha appena cominciato a fare i primi passi, ed è difficile immaginare come il dibattito sul nuovo FP10 prenderà davvero forma. Di certo si può affermare che quel momento di incertezza e confusione che ha caratterizzato i mesi autunnali sia stato superato e, pur non potendo dare al momento nulla di scontato, alcune delle paure connesse con un potenziale dissolvimento dell’integrità del futuro FP10, sono in buona parte rientrate.
La prima proposta del futuro Programma sarà messa sul tavolo dalla Commissione solo a valle della prima definizione dell’MFF, il Multiannual Financial Framework, che stabilirà la struttura e i volumi del bilancio del prossimo periodo di programmazione 2028- 2034. Tale documento prenderà forma nei primi sei mesi del 2025, ed è quindi auspicabile che la prima bozza di proposta per FP10 venga presentata nella seconda metà del prossimo anno.
Nel frattempo, proseguiranno le discussioni nei tavoli nazionali ed europei su come ciascuno immagina il prossimo Programma, alimentando un processo informale ma intenso e partecipato. Questo confronto fornirà, si auspica, indicazioni e suggerimenti utili alla Commissione per elaborare una prima proposta di qualità. L’obiettivo condiviso è di arrivare a una proposta capace di superare le principali limitazioni e debolezze dell’attuale Programma, interpretando al meglio l’esigenza di scommettere sul futuro. Una scommessa che, per l’Europa, rappresenta non solo una sfida per promuovere una società più attenta all’ambiente e al sociale, ma anche un passo decisivo verso l’autonomia tecnologica. Tale autonomia sarà fondamentale per affrontare con maggiore resilienza sfide cruciali come il fabbisogno energetico, la disponibilità di materiali strategici e una più indipendente capacità di difesa.
APRE ha recentemente pubblicato un documento, primo italiano, che delinea la sua posizione sui temi essenziali del prossimo Programma quadro FP10. Questo documento, basato sul rapporto esteso “Verso FP10” e arricchito dai contributi di esperti e dal dibattito delle parti interessate, pone l’accento sul ruolo cruciale della Ricerca e Innovazione per la competitività europea.
Nel documento si è voluto sottolineare l’importanza della R&I come motore della competitività europea, un tema enfatizzato anche dai recenti studi (Draghi e Heitor) e nelle linee e visioni della Commissione europea. Per raggiungere questo obiettivo, è fondamentale che il prossimo Programma quadro abbia una dotazione finanziaria significativamente aumentata, con un bilancio di almeno 200 miliardi di euro. Questo incremento non solo aumenterebbe la dotazione del futuro Programma contribuendo anche ad innalzare il tasso di successo della partecipazione, ma contribuirebbe anche ad aumentare l’incidenza della componente europea sulla spesa di ricerca e sviluppo, attualmente poco superiore al 10%.
L’obiettivo di migliorare la competitività non deve limitarsi al recupero della produttività industriale, ma deve puntare ad aumentare la qualità e le prestazioni dell’intero sistema socio-economico. Questo approccio deve affrontare le grandi sfide sociali con una visione sistemica, transdisciplinare e partecipativa. Inoltre, le priorità della cooperazione internazionale devono essere chiaramente definite per contribuire agli obiettivi strategici dell’Unione e alla sua sovranità tecnologica.
Il documento evidenzia la necessità di adottare un approccio sistemico nella definizione del quadro di governance della R&I, evitando una distribuzione dispersiva delle responsabilità. È essenziale valorizzare le sinergie mediante approcci collaborativi, per evitare il “rischio silos” che potrebbe derivare dalla moltiplicazione delle agenzie. Inoltre, è importante armonizzare ulteriormente le regole e le procedure per facilitare l’approccio collaborativo.
Per recuperare competitività, l’Europa deve poter contare su un sistema di R&I capace di produrre innovazione di frontiera e valorizzarla sui mercati globali
Innovazione di frontiera
Per recuperare competitività, l’Europa deve poter contare su un sistema di R&I capace di produrre innovazione di frontiera e valorizzarla sui mercati globali. A tal fine, oltre ad aumentare la dotazione finanziaria dell’EIC (European Innovation Council), è necessario introdurre un meccanismo per il finanziamento di azioni “ad alto impatto potenziale”, ispirato all’esperienza ARPA. Questo meccanismo dovrebbe concentrare una quota rilevante dei fondi su azioni mirate alla ricerca e sviluppo di soluzioni a sfide sociali prioritarie.
Ricerca collaborativa
La R&I collaborativa ha svolto un ruolo determinante nella costruzione dell’Europa della ricerca e innovazione, promuovendo la collaborazione tra pubblico e privato, tra accademia e industria, e tra Stati membri. È quindi fondamentale continuare a finanziare progetti di R&I collaborativa, poiché garantiscono opportunità di accesso per tutti gli attori della R&I e rappresentano un fattore di connessione insostituibile tra ricerca e innovazione.
Coinvolgimento di Stati membri e Regioni
I finanziamenti europei rappresentano una quota minoritaria delle spese totali di R&I della UE. Per rafforzare il ruolo di leverage del PQ, è necessario incoraggiare gli Stati membri a finanziare progetti che hanno ricevuto il Seal of Excellence e promuovere azioni di capacity building a livello regionale. Questo approccio permetterà di cogliere più efficacemente le specificità subnazionali in termini di sviluppo e bisogni.
Partecipazione delle PMI
Nonostante la partecipazione delle PMI ai PQ sia cresciuta negli ultimi decenni, il livello attuale non rispecchia il loro peso reale nell’economia europea. È quindi necessario introdurre misure specifiche e strumenti dedicati alle PMI innovative per facilitarne l’accesso ai finanziamenti di R&I. Inoltre, è importante sostenere la trasformazione delle PMI tradizionali in PMI tecnologicamente avanzate mediante un fondo ad hoc.
Attrazione e valorizzazione dei talenti
La competizione mondiale per attrarre e trattenere i talenti di chi fa ricerca e innovazione si è intensificata, penalizzando l’Europa. Per contenere il fenomeno della “fuga dei cervelli”, è necessario intervenire con investimenti consistenti e coordinati in infrastrutture di ricerca e con riforme strutturali che valorizzino il merito e migliorino le condizioni di carriera dei ricercatori.
Quadro organizzativo e operativo
Per raggiungere efficacemente gli obiettivi del PQ, sono necessari interventi e riforme organizzative. Tra le priorità, vi è la rivisitazione del ruolo e delle competenze delle Agenzie esecutive, la semplificazione del processo di valutazione dei progetti e la verifica delle competenze dei programme managers. Inoltre, potrebbe essere utile riformare il sistema di application per favorire una maggiore armonizzazione delle regole tra programmi e strumenti.
In conclusione, il documento dell’APRE offre una visione chiara e articolata delle sfide e delle opportunità per il prossimo Programma quadro FP10. Le proposte avanzate mirano a rafforzare il ruolo della R&I come motore della competitività europea, promuovendo un approccio sistemico, collaborativo e orientato all’innovazione di frontiera.
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