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Le nuove frontiere di GARR-X
Le nuove frontiere di GARR-X

Le nuove frontiere di GARR-X

| Maddalena Vario, Carlo Volpe | Osservatorio della rete

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Verso una nuova fase di progettazione sperimentando soluzioni innovative

La rete GARR si avvia verso un’evoluzione a livello nazionale per rendere sempre più all’avanguardia e capillare la propria infrastruttura. La progettazione è già iniziata e vedrà nei prossimi tre anni la sua realizzazione.

Il nuovo disegno di rete dovrà considerare, tra i vari aspetti, anche i risultati di una sperimentazione di grande interesse, non solo per GARR ma anche per le altre reti della ricerca europee, che è appena avviata e che terminerà alla fine dell’estate. Oggetto della sperimentazione è quello di verificare la possibilità di far coesistere, sulla stessa infrastruttura fisica, tecnologie trasmissive di produttori diversi. Nel caso specifico, l’obiettivo è quello di introdurre in maniera graduale a livello nazionale sulla rete GARR-X la tecnologia Infinera, selezionata nelle 4 regioni del Sud con il progetto GARR-X Progress, testando la coesistenza con gli apparati Huawei già in uso nel resto del Paese.

Ad oggi, la fibra ottica di dorsale della rete GARR è “illuminata” con apparati Long Haul Dense WDM gestiti direttamente da GARR: apparati Huawei Optix OSN (8800 e 6800) installati nel 2012 nel centro-nord con il progetto GARR-X e apparati Infinera DTN-X (XTC-10 e XTC-4) installati nel 2014 nel sud nell’ambito del progetto GARR-X Progress. Gli apparati Infinera sono caratterizzati da un’innovativa tecnologia denominata “Intelligent Transport Network”, in grado di supportare trasmissioni ottiche multi-terabit. Questa piattaforma tecnologica, adottata anche dalla rete della ricerca europea GÉANT, utilizza i cosiddetti super channel a 500 Gbps in grado di “multiplare” su una singola coppia di fibre ottiche di lunga distanza una capacità di 8 Tbps ed erogare servizi (o circuiti) da 10 a 100 Gbps.

Sperimentazione
AlienWave su
tratta Roma-Napoli

Sperimentazione AlienWave su tratta Roma-Napoli.

La sperimentazione consiste nel configurare collegamenti a 100 Gbps tra due nodi trasmissivi Infinera (a Roma e Napoli) trasportati come segnali “alieni” attraverso i nodi trasmissivi e gli apparati di amplificazione Huawei in funzione sulla tratta Napoli-Roma. Oggetto dei test sarà la verifica della corretta propagazione dei super channel Infinera sulla catena di amplificazione Huawei senza che ciò comporti un degrado nelle performance dei segnali Huawei in produzione. La sperimentazione in corso tra Napoli e Roma, potrà essere successivamente estesa verso Bologna e Milano. Questa introduzione graduale permetterà di ottimizzare gli investimenti già effettuati per gli apparati trasmissivi del centro-nord, di mitigare l’impatto della migrazione tra le due tecnologie e riallocare gli apparati Huawei per realizzare anelli di raccolta a livello regionale.

Dal risultato della sperimentazione dipenderà l’evoluzione della rete e, in caso di esito positivo, potrà essere di interesse anche nelle scelte di mercato degli operatori di telecomunicazioni oltre che nello sviluppo di interconnessioni tra le reti nazionali della ricerca in Europa attraverso GÉANT e le fibre transfrontaliere. Tra le altre attività importanti realizzate negli ultimi mesi, è da segnalare l’avvio di una fruttuosa sinergia nel nord Italia tra GARR, la rete metropolitana di Trieste LightNet e la rete della ricerca slovena ARNES, grazie alla quale il PoP GARR di Trieste, collegato con una singola via in fibra al PoP GARR di Milano-Lancetti, potrà disporre a breve di un nuovo collegamento di backup

sfruttando la fibra transfrontaliera che lo interconnette alla rete ARNES e il trasporto attraverso la rete GÉANT fino al PoP GARR di Milano. La collaborazione prevede che GARR a sua volta garantisca il trasporto sulla propria rete del traffico di ARNES fino al PoP di GÉANT a Milano-Caldera (come collegamento di backup del loro accesso primario sul PoP di GÉANT a Lubiana) e alla MIX, il principale Internet Exchange italiano. Continua, infine, l’aumento nella richiesta di servizi di rete avanzati e in particolare di VPN (Virtual Private Network), tecnologia impiegata per la realizzazione di data center distribuiti e lo sviluppo di servizi in alta affidabilità (disaster recovery) o per favorire la segregazione del traffico con specifche esigenze di riservatezza (per es. tra amministrazioni degli enti), o ancora per realizzare servizi innovativi e attività di ricerca e sviluppo (es. per i progetti DREAMER, XIFI, eMusic, ecc).

Tra questi ricordiamo l’attivazione dell’interconnessione a 10 Gbps tra le sedi del CINECA di Bologna e di Roma per l’implementazione di un piano di disaster recovery, l’attivazione di un data center distribuito tra tre sedi dell’INFN (Laboratori Nazionali di Frascati e Sezioni di Roma Tre e Tor Vergata) che verrà usato a supporto degli esperimenti di LHC e infine la configurazione di VPN tra sedi periferiche di diverse università del centro e del sud, come è avvenuto ad esempio tra due sedi dell’Università LUISS di Roma e delle Università di Bari, Catania, Messina, Palermo e tra sedi del CNR a Bari.

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