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Una visione su Net Neutrality e Internet Governance
Una visione su Net Neutrality e Internet Governance

Una visione su Net Neutrality e Internet Governance

| Stefano Trumpy | Ieri, oggi, domani

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Dal 8 al 10 giugno si è tenuta a Bruxelles la ottava edizione dell’EuroDIG (European Dialog on Internet Governance), edizione regionale europea connessa con gli IGF (Internet Governance Forum) promossi dalle Nazioni Unite fin dal 2005, a partire dal World Summit on Information Society (WSIS) tenutosi a Tunisi.

Stefano TrumpyChi è Stefano Trumpy
Presidente ISOC Italia, Internet Society Italia

Stefano Trumpy è presidente della Internet Society Italia sin dal 2000, anno della sua fondazione.
Ha curato la introduzione di Internet in Italia (1986) come direttore (1983-1996) dell'Istituto CNUCE del CNR di Pisa che ospitò il primo link permanente alla rete ARPANET.
Primo direttore del Registro dei nomi a dominio di Internet per l'Italia (1987-1999).
Rappresentante italiano nel Governmental Advisory Committee (GAC) di ICANN (1999-2014) e membro del Security and Stability Committee.
È stato membro CNR del Gruppo di Armonizzazione delle Reti per la Ricerca (GARR), tra i fondatori della Internet Society nel 1992 e presidente di TERENA, l'associazione delle reti della ricerca europee.

Nell’edizione di quest’anno, hanno avuto un ruolo centrale la Commissione Europea e il registro EurID che ha svolto la funzione di anfitrione. Tra gli interventi programmati, cito solo alcuni tra i più rilevanti: i Commissari della CE: Andrus Ansip e Gunther Oettinger, i dirigenti della Commissione Roberto Viola, Megan Richards e Mario Campolargo, l’ex Presidente di ICANN Fadi Chehadé e l’attuale Goran Marby, Lynn St. Amour chair del Multistakeholder Advisory Committee (comitato di programma dello IGF globale organizzato dalle Nazioni Unite che si terrà in Messico nella prima decade di dicembre) e Kathy Brown, presidente della Internet Society.

Il primo WSIS di Tunisi nel 2005 aveva concluso definendo due processi, con durata prevista quinquennale: “Enhanced Cooperation”, concepita per colmare il divario tra i Paesi tecnologicamente evoluti e quelli emergenti, e Internet Governance Forum, cioè degli incontri annuali con partecipazione multi-stakeholder per discutere i problemi emergenti della Internet Governance. Riconoscendone il valore e la necessità di proseguirne l’opera, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ne ha poi esteso la durata, dapprima per un quinquennio, fino al 2015, e poi per altri dieci anni. L’anno in corso è così il primo di una decade, quindi l’obiettivo è garantire un futuro più strutturato sia per gli IGF regionali, come EuroDIG, che quelli nazionali come l’IGF Italia.

Ecco alcuni dei principali argomenti affrontati che hanno un particolare interesse per quanti oggi si occupano di argomenti di Internet Governance nel nostro Paese.

Il DNA degli Internet Governance Forum in ambito europeo

La riunione “Il DNA degli Internet Governance Forum in ambito europeo” ha presentato una ventina di IGF nazionali con le loro caratteristiche organizzative, il coinvolgimento della comunità multi-stakeholder, i report annuali richiesti dal segretariato degli IGF globali, e i risultati raggiunti in vista della partecipazione agli IGF globali. Qui ho riportato l’esperienza dell’IGF Italia, mettendo in evidenza che negli anni vi è stato un progresso continuo per il coinvolgimento multi-stakeholder e che c’è stato l’impegno di coinvolgere diversi “local host” situati in città diverse, seguendo il modello dello EuroDIG: Cagliari, Pisa, Roma, Trento, Torino e, prossimamente, Venezia; ho evidenziato che, essendo quello di questo anno il primo di una decade prevista, la struttura organizzativa dovrà essere consolidata per assicurare criteri condivisi efficaci.

Diritti in Internet

Molteplici sono state le occasioni di trattare temi che sono stati analizzati nell’apposita commissione della nostra Camera dei Deputati della quale ho avuto modo di riferire suscitando aperto interesse. Si è parlato quindi di connessione ai diritti umani delle Nazioni Unite, dei problemi connessi alla monetizzazione dei dati personali, della protezione dei minori, della pratica di bloccaggio, filtraggio o cancellazione di contenuti di Internet in Europa, del diritto all’oblio e in particolare del difficile equilibrio tra le necessità di contrasto al terrorismo, alla cybersecurity e la privacy.

La net neutrality è un tema molto sentito non solo dalle organizzazioni ma anche dai cittadini

Net neutrality

Il tema della net neutrality è attuale da tempo sia a livello globale che europeo e nazionale. Lo scorso 6 giugno il BEREC (Body of European Regulators for Electronic Communications) ha pubblicato delle linee guida per la neutralità della rete indirizzato ai regolatori (come la nostra AGCOM) ed ha aperto una consultazione su questo tema, che si concluderà in data 18 luglio.

Nell’assemblea di ISOC Italia tenutasi presso il GARR lo scorso 14 giugno si è convenuto sulla opportunità che ISOC, di concerto anche con il GARR, promuova una sensibilizzazione della nostra comunità per esprimere un parere ragionato collettivo; per raggiungere questo scopo verrà predisposto un abstract in italiano del documento di oltre 40 pagine diffuso dal BEREC e si raccoglieranno i commenti degli interessati. Entro la scadenza della consultazione, sarà poi inviato un documento che riassume i commenti pervenuti con una presa di posizione; questo non impedirà comunque che chi vuole possa inviare il proprio commento direttamente al BEREC. Quello della neutralità della rete è un tema molto sentito e dibattuto non solo dalle organizzazioni, ma anche dai cittadini: ricordiamo in questi senso la famosa consultazione pubblica promossa dalla Federal Communications Commission sul tema della net Neutrality che raccolse negli Stati Uniti più di 4 milioni di risposte. Questo portò ad una interpretazione restrittiva per le regole che avrebbero desiderato le Telco e non sorprende che oggi la questione approderà alla Suprema Corte Federale degli Stati Uniti come conseguenza delle loro pressioni.

Transizione IANA

Il 9 giugno, sempre durante lo svolgimento di EuroDIG, il National Communications & Information Administration (NTIA) del Dipartimento del Commercio del governo USA ha ufficialmente annunciato che la proposta di transizione IANA, presentata dopo un lavoro di due anni dalla comunità internazionale, rispetta tutti i vincoli che erano stati richiesti per la interruzione del contratto per il servizio IANA in essere tra il governo USA e ICANN che verrà a scadenza il prossimo 30 settembre, in particolare:
- sostiene e migliora il modello multistakeholder per la gestione dell’Internet;
- mantiene la sicurezza, la stabilità e la resilienza del DNS di Internet;
- soddisfa le necessità e le aspettative degli utenti globali e delle parti coinvolte nei servizi di IANA;
- mantiene l’aspetto di apertura di Internet e infine non rimpiazza il governo USA con altri governi o organizzazioni intergovernative.

Il lavoro svolto, da quando NTIA il 14 marzo del 2014 annunciò la propria intenzione di portare a termine il contratto IANA con ICANN, è stato molto impegnativo e quindi le parti che hanno partecipato tirano, con il recente annuncio, un respiro di sollievo.

Possiamo considerare questa fase conclusa? Non ancora, dato che alcuni senatori del Partito Repubblicano sono contrari all’attuazione del progetto e cercano di far approvare l’estendibilità del contratto IANA; i tempi sono comunque molto stretti e l’esito di questo tentativo rimane incerto. La scadenza del contratto precede l’eventuale insediamento di un presidente del Partito Repubblicano e quindi tutto rimane incerto per una conclusione positiva durante l’attuale presidenza.

La posizione del nostro governo e quella dei Paesi europei è assolutamente favorevole al fatto che la transizione vada in porto. La mia opinione è che comunque vi sarà un periodo di relativa nebbia, dopo l’interruzione del contratto IANA, durante il quale si dovrà verificare che la nuova struttura funzioni a dovere senza introdurre difficoltà gestionali che potrebbero essere generate anche dai governi, attraverso il GAC di ICANN e non solo. Per gli utenti della rete tutto funzionerà come prima e il “dopo transizione” non verrà percepito; i problemi eventuali sono solo politici.

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