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Le tecnologie digitali alleate della memoria
| Marta Mieli | La voce della comunità
Colloquio con Massimo Pistacchi dell'Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi
Le voci della Shoah raccolte in un archivio accessibile online: oltre 50mila interviste per una delle collezioni digitali più grandi del mondo
Nel giugno scorso è stato inaugurato a Roma, presso la sede dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi (ICBSA), il nuovo servizio di accesso al database della Shoah Foundation dell’University of Southern California. Si tratta di uno dei più grandi archivi di video digitali di tutto il mondo in cui sono raccolte circa 52.000 videointerviste di testimoni della Shoah.
Massimo Pistacchi
Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi
Direttore
L’iniziativa nasce dall’accordo, stipulato tra l’ICBSA e la Shoah Foundation, per stabilire un unico punto di accesso italiano all’Archivio di Storia Visiva curato dalla Fondazione. In questo modo è possibile visualizzare tutte le interviste italiane disponibili online, tramite il portale realizzato nell’ambito del progetto “Ti racconto la storia: voci dalla Shoah” a cura dell’Archivio Centrale dello Stato. Per saperne di più sul progetto e sugli scenari futuri, abbiamo intervistato Massimo Pistacchi, Direttore dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi.
Dott. Pistacchi, questo progetto sembra dimostrare quanto le nuove tecnologie e il digitale siano diventati preziosi alleati della memoria storica. Quale è stato il percorso che ha portato a questo risultato?
È un dato consolidato che l’uso delle tecnologie digitali per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale costituisca un fenomeno che, se da un lato contribuisce a preservare l’integrità dei beni culturali, dall’altro ne favorisce in modo determinante l’utilizzo e l’accesso da parte di un pubblico sempre più vasto. Ciò è frutto di un lungo lavoro di studio, elaborazione e progettazione in ambito internazionale ed ispirato dalla forte determinazione che l’Unione Europea ha profuso nella fase di indirizzo e di promozione della digitalizzazione di patrimoni culturali. Già a partire dal 2000, con il Piano d’Azione eEurope 2002, la Commissione Europea ha riconosciuto il ruolo chiave della digitalizzazione del patrimonio scientifico e culturale. Inoltre, la stessa Commissione, nell’ambito dell’iniziativa “i2010–Una società europea dell’informazione per la crescita e l’occupazione”, ha pubblicato una comunicazione specifica: “i2010: le biblioteche digitali” nella quale veniva illustrata la strategia per la digitalizzazione del patrimonio culturale, l’accessibilità online e la conservazione digitale. Infine, la strategica importanza per l’accesso online al patrimonio culturale europeo è chiaramente ribadita nella Strategia Europa 2020 presentata dalla Commissione Europea nel marzo del 2010.
Il progetto ha visto la collaborazione tra diversi paesi. Come la rete della ricerca ha supportato questa iniziativa? E perché è così importante avere un’elevata disponibilità di banda?
Il progetto della USC Shoah Foundation può essere considerato prototipale e una buona pratica per collaborazioni internazionali. Tuttavia il progetto richiede un’elevata disponibilità di banda al fine di veicolare in modo ottimale una consistente mole di dati. In altri termini, la banda è proporzionale all’efficienza del servizio rispetto alla completezza dei dati offerti. Il vero problema è, oggi, studiare soluzioni per mettere in condizione il maggior numero di istituti, ed in particolare quelli interessati all’educational, di poter usufruire di servizi di rete aggiornati.
L’accesso online a questo immenso archivio è senza dubbio un’opportunità di divulgazione importante. L’idea è di coinvolgere una comunità più vasta e, magari, le scuole?
L’ICBSA ha condiviso quello che dal 2000 rappresenta l’impegno primario dell’USC Shoah Foundation: rendere accessibile lo straordinario archivio e far progredire conoscenza e ricerca con l’ausilio delle nuove tecnologie. In prospettiva l’obiettivo è più ampio e direi di civiltà: contribuire all’educazione contro il prevalere di pregiudizi, l’intolleranza, gli integralismi e le sofferenze da essi causate, attraverso l’uso, come strumento educativo, delle testimonianze audiovisive di storia. A tal fine, l’Istituto Centrale si avvale di rapporti di collaborazione con Università e Istituzioni a livello internazionale, per diffondere tale patrimonio di testimonianze per scopi educativi, per offrire al pubblico l’accesso all’archivio, per incoraggiare e per sviluppare materiali e programmi educativi basati sulla videotestimonianza da fornire online agli insegnanti. In particolare, l’archivio sostiene e supporta la didattica della storia che, per la progressiva scomparsa dei testimoni diretti e i radicali mutamenti sociali e culturali in atto nella società contemporanea, deve trovare nuove modalità di trasmissione della memoria.
Un esempio è quanto fatto dalla Fondazione con la piattaforma iWitness che contiene oltre 1.200 videotestimonianze e si rivolge agli studenti delle superiori?
iWitness permette agli studenti di impegnarsi a livello individuale nella consultazione del patrimonio di testimonianze della Shoah Foundation e scoprire magari possibili collegamenti alle loro stesse vite. Anche in Italia la memoria della Shoah rappresenta ormai un valore acquisito, protetto anche dalla legge 211/2000 che fra l’altro istituisce il 27 gennaio il Giorno della Memoria, in ricordo della Shoah e, allo stesso tempo, di ogni persona caduta o discriminata per motivi etnici, sessuali o religiosi. Ben oltre l’obbligo di ricordare il passato, il senso profondo del Giorno della Memoria coincide con valori fondamentali di pacificazione civile, come la responsabilità individuale, la libertà democratica e la lotta al razzismo. In tal senso l’apertura del punto di accesso al patrimonio della USC Shoah Foundation può essere considerato il primo importante passo verso una rete di contatti con scuole e università italiane.
Come viene gestito l’accesso ad informazioni così riservate?
La USC Shoah Foundation gestisce autonomamente le registrazioni e l’accesso al proprio sito garantendone la sicurezza. A questa si aggiungono il controllo e la registrazione dei propri utenti da parte dell’ICBSA.
USC Shoah Foundation
La Fondazione è stata istituita nel 1994 dal regista Steven Spielberg per raccogliere le interviste realizzate ai testimoni della Shoah; si tratta di circa 52.000 videotestimonianze ricercabili attraverso 60.000 parole chiave in 32 lingue. Parliamo di uno dei più grandi archivi di video digitali di tutto il mondo.
In Italia: il progetto “Ti racconto la storia: voci dalla Shoah”
Delle 52.000 interviste a sopravvissuti alla Shoah, a persone che li hanno salvati e altri testimoni di questo drammatico evento, 433 sono in italiano e sono conservate, oltre che nell’archivio della Fondazione, anche presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma. Tutte le interviste sono catalogate e indicizzate analiticamente attraverso un software messo a punto dalla Shoah Foundation. In totale sono stati prodotti oltre 2.000 filmati in formato digitale accessibili online agli utenti registrati.
I risultati di questo lavoro sono stati in linea con quelli previsti? Cosa ci si aspetta in futuro?
L’apertura del punto di accesso all’inizio del periodo estivo ha sicuramente condizionato il numero di richieste di accesso al database. È evidente che, con la ripresa delle attività scolastiche, il numero di accessi andrà sensibilmente incrementando grazie anche ai contatti e i progetti di collaborazione con il MIUR e con istituzioni pubbliche e private che verranno sviluppati nel corso del 2014.
Quali altri progetti si sono avvalsi del collegamento alla rete GARR?
Ad oggi, oltre alla USC Shoah Foundation, l’Istituto Centrale coglie le opportunità tecnologiche della rete GARR per fornire i propri servizi ed ottimizzare le proprie attività istituzionali. Mi riferisco in particolare alle banche dati specialistiche quali l’OPAC e la Discografia Nazionale nonché al sito web dell’Istituto. L’auspicio è che, con una struttura di rete così avanzata e funzionale e l’ampliamento Ad oggi, oltre alla USC Shoah Foundation, l’Istituto Centrale coglie le opportunità tecnologiche della rete GARR per fornire i propri servizi ed ottimizzare le proprie attività istituzionali. Mi riferisco in particolare alle banche dati specialistiche quali l’OPAC e la Discografia Nazionale nonché al sito web dell’Istituto. L’auspicio è che, con una struttura di rete così avanzata e funzionale e l’ampliamento della trascrizione in digitale del patrimonio dell’Istituto, si possano trovare nei tempi brevi ulteriori possibilità di collaborazione istituzionale. Un esempio potrebbe essere la sinergia tra gli enti collegati per favorire un nuovo, e per il nostro paese unico, sistema degli archivi audiovisivi italiani, proprio attraverso GARR, che potrebbe partecipare anche alla fase di progettazione di sistema.
Per il prossimo futuro che ruolo può giocare l’ICT nella vostra attività?
Nel corso degli ultimi anni, l’Information Technology si sta confermando una vera e propria forza motrice per le pubbliche amministrazioni anche in ambito culturale. Le sue evidenti potenzialità consentono, infatti, alle amministrazioni di conciliare le esigenze organizzative con le riduzioni di budget, l’aumento delle spese energetiche e le ristrettezze di personale. Ci sono ancora numerosi ostacoli e sfide da superare nell’estendere i progetti di cooperazione fra le amministrazioni, nell’accelerare l’informatizzazione delle piccole amministrazioni locali, nell’incrementare il riuso del software all’interno della pubblica amministrazione, ma anche nel migliorare e ampliare i sistemi comunicativi all’interno delle singole strutture. Siamo in un momento di grandi opportunità per contribuire allo sviluppo del Paese realizzando un modo di gestire aperto, trasparente, collaborativo e il cloud computing potrebbe rappresentare uno strumento fondamentale.
Per maggiori informazioni:
www.icbsa.it
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