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Trent’anni da nocchieri

Trent’anni da nocchieri

| Elis Bertazzon | servizi alla comunità
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Una squadra affiatata per una rete d’eccezione

Con i suoi 20mila km di fibra, una capacità di oltre 4 Tbps e oltre mille sedi connesse in tutta Italia, GARR è una rete d’eccellenza che, per poter funzionare, ha bisogno di un’attenta gestione. A questo pensa il NOC, Network Operations Centre, un team di esperti che da 30 anni assicura che la rete funzioni al punto da essere invisibile.

Il primo NOC fu costituito negli anni ‘90 a Bologna sotto la guida di Gabriele Neri (Cineca), quando ancora non esisteva una rete della ricerca italiana, bensì un insieme di reti, tra loro molto diverse, che collegavano centri di ricerca e sedi di consorzi interuniversitari. Questa “rete di reti” è poi cresciuta, fino a quando il progetto GARR-B le ha unificate. Ci siamo fatti raccontare la storia del NOC da chi lo coordinava allora, Valeria Rossi, e da chi lo fa oggi, Alessandro Inzerilli.

Valeria Rossi

foto di Valeria Rossi

Valeria Rossi oggi è General Manager di MIX, il principale Internet eXchange italiano

Il NOC come l’ho conosciuto

Sono arrivata a Bologna nel ‘97, subentrando a Davide Salomoni. Tra i volti che ricordo dell’epoca ci sono Umberto Zanotti, Elisabetta Ghermandi, Stefano Zani, il gruppo di Antonia Ghiselli, Cristina Vistoli e Giulietta Vita Finzi, che erano coloro che avevano scritto GARR-B. Il progetto era molto intrigante: si trattava di portare in un unico Autonomous System (il nostro AS137) tutti quelli delle università collegate, con un’infrastruttura ad alta velocità. Per questo era necessario un lavoro di riconfigurazione logica dei percorsi, dei protocolli, in modo che tutto fosse visto come un’unica rete gestita da GARR. Era un’attività molto operativa ed estremamente interessante dal lato del coordinamento, ma non potevo portarla avanti da sola. Fu così che decidemmo di assumere i primi “nocchieri”, che allora erano 6 ragazzi neolaureati con cui ci siamo messi fianco a fianco per studiare questo progetto e definirlo nei minimi dettagli.

Il momento più emozionante è stato lo switch-off da una rete all’altra. Avevamo preparato ogni particolare!

È stata una bella sfida ma anche molto stimolante. Il momento più emozionante è stato lo switch da una rete all’altra. Avevamo preparato ogni particolare, fatto l’analisi e studiato come fare la transizione e poi tutto quello che riguardava il reindirizzamento della rete di livello 3. Ricordo valanghe di note scritte a mano: tra università e enti di ricerca gestivamo una quantità pazzesca di indirizzamento di blocchi di rete, pertanto mi trovavo meglio a farlo su dei grandi fogli. Le configurazioni erano tutte pronte per essere caricate sui router di core di GARR ai quali andavano collegati quelli delle sedi utente. Tutto era pronto per il grande salto. Avevamo passato l’estate a studiare la riconfigurazione, e quando arrivò settembre ricordo di aver detto a Zanotti: “La settimana prossima facciamo lo switch!”, e così è stato. Partiti alle 6 del mattino, in poche ore grazie ad un importante coordinamento con le università e i centri di ricerca, la nuova rete è diventata operativa in tutta Italia, con un pò di ritardo solo su alcuni segmenti dell’area milanese a causa di un erroneo collegamento in centrale Telecom.

Il Carrozzone GARR-B e l’incontro con gli APM

Con Davide Salomoni ci fu un periodo di affiancamento e, in preparazione al passaggio a GARR-B, organizzammo il “carrozzone GARR-B”, ossia un viaggio per l’Italia a tappe in cui incontrammo coloro che sarebbero diventati gli APM GARR, ossia i referenti locali di rete negli enti connessi, illustrando non solo il progetto ma anche quello che avrebbero dovuto fare in occasione dello switch. È stato un periodo ricco di stimoli e ho avuto davvero un team affiatato e competente. Fummo accolti con particolare entusiasmo, come se ci fosse un vento di novità: ricordo riunioni molto interattive dove ci si sentiva come ad un tavolo di amici.

Questo lavoro è stato possibile grazie ad una condivisione molto profonda: non saremmo mai riusciti a fare lo switch della rete senza il supporto degli APM.

Questa collaborazione tra APM e GARR, naturale e necessaria agli inizi, quando la rete era a gestione mista, si è andata rafforzando nel tempo, diventando uno dei pilastri su cui poggia ancora oggi la gestione della rete GARR. Ce ne parla Alessandro Inzerilli, coordinatore NOC.

Alessandro Inzerilli

foto di Alessandro Inzerilli

Alessandro Inzerilli, coordinatore NOC e Operations

Una rete di sinergie

Dagli anni ‘90 la rete è cambiata, è diventata più complessa e più estesa. Siamo passati da circa 300 sedi utente nel 2000 alle mille di oggi, da 14 a 107 PoP, da 5 a 4000 Gbps di capacità della dorsale. Ovviamente anche l’organizzazione di GARR è cambiata e sono nati dipartimenti specializzati. Per la gestione e la manutenzione della rete, però, in prima linea c’è sempre il NOC, dove il numero di tecnici è rimasto per lo più invariato nel tempo: ciò è stato reso possibile da un modello di gestione che fa della collaborazione il suo cardine. Al centro di questo modello c’è una squadra preparata e competente, dotata di strumentazione avanzata per il monitoring della rete IP e la gestione delle piattaforme trasmissive. Essenziale è poi la collaborazione con gli APM, estensione naturale del NOC, dal lato dei PoP e presso le sedi collegate.

Altro elemento cruciale è la sinergia con i produttori degli apparati di rete e gli operatori di telecomunicazioni. Con i primi si è instaurato un rapporto di continuo scambio con i rispettivi TAC (technical assistance centre) per affrontare rapidamente le questioni tecniche più complesse. Ai secondi ci affidiamo soprattutto per gli interventi in campo e sugli apparati.

Dal 2000 ad oggi i numeri sono in crescita costante: le sedi da 300 sono passate a 1.000, i PoP da 14 a 107, la capacità di dorsale da 5 a 4.000 Gbps

Cambiano le esigenze, cambia la rete

Nella sua storia, GARR ha conosciuto diversi punti di svolta. Oltre alla già citata GARR-B che ha portato all’unicità della rete, c’è GARR-G, con cui nei primi anni 2000 abbiamo portato la rete a “casa” degli utenti, realizzando i principali PoP proprio in alcune delle loro sedi. Qui si è affermato il ruolo dell’APM come lunga mano del NOC e si è rafforzato il concetto di comunità, dove tutti partecipano per una rete migliore.

Dal 2012, con GARR-X, per la prima volta siamo arrivati ad avere una rete ottica nazionale, da Palermo a Trieste. Un vero spartiacque! Prima, gestivamo i router e la rete a livello di instradamento IP, ma con l’avvento dell’infrastruttura trasmissiva abbiamo imparato a gestire tutti i livelli della rete! Doversi continuamente confrontare con nuove tecnologie per essere sempre all’avanguardia ha fatto crescere molto il NOC. La ricchezza delle competenze tecniche acquisite sul campo insieme ad una solida comunicazione e alla continua formazione, che ha accompagnato da GARR-X tutte le nuove acquisizioni di tecnologia, hanno creato un ambiente speciale che favorisce la crescita professionale.

Una sicurezza su misura

Negli ultimi anni c’è stato un aumento significativo di attacchi DDOS, sempre più veloci, su cui è impossibile intervenire manualmente. Abbiamo quindi adottato la tecnologia Corero, che grazie alla sinergia con la piattaforma di routing di Juniper Network, in uso sul backbone GARR, ha permesso di ridurre di molto ed in modo automatizzato gli effetti degli attacchi, con un numero trascurabile di falsi positivi.

E per il futuro?

In vista della crescita delle connessioni e del cambiamento del tipo di utenza (come l’aumento delle scuole) puntiamo ad automatizzare e standardizzare le attività senza, però, rinunciare alla peculiarità di GARR: una rete fatta anche di eccezioni, dove le soluzioni tecniche sono spesso ritagliate sulle esigenze del singolo utente. Per esempio, vorremmo automatizzare la gestione delle centinaia di apparati installati in sede utente, la cui configurazione è gestita, in parte, a mano. Un altro punto su cui stiamo lavorando, e che può sembrare solo un aspetto organizzativo, è l’estensione della copertura del servizio al fine settimana e ai festivi. Non si tratta di una semplice reperibilità, bensì di un nuovo livello di collaborazione con le istituzioni connesse che permetta il pieno accesso alle sedi utente e ai PoP, quando questi normalmente sono chiusi.

Insomma, la rete è viva e cambia insieme alle esigenze della comunità dell’istruzione e della ricerca e noi continuiamo a lavorare affinché funzioni al meglio.

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