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Horizon Europe stavolta è andata

Horizon Europe stavolta è andata

| Marco Falzetti | Internazionale

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Questa volta non c’è bisogno di girare troppo intorno alla cosa

foto di Marco Falzetti

Marco Falzetti, direttore di APRE

Possiamo senz’altro affermare che dopo un ritardo di circa sei mesi dagli originali cronoprogrammi, Horizon Europe è davvero partito e che a dicembre 2021 siamo quasi in chiusura della prima tornata di call. Gran parte dei bandi si sono chiusi negli ultimi quattro mesi e ancora altri si chiuderanno nel prossimo futuro. Con eccezione di schemi quali l’EIC e l’ERC, che hanno già concluso le valutazioni delle prime scadenze e cominciano a fornire indicazioni che necessitano di attente letture, la stragrande massa delle call è ancora in fase di valutazione e avremo visibilità dei risultati solo dopo la prossima primavera.

La compressione dei tempi dovuta al ritardo della partenza del nuovo programma ha, inoltre, creato un effetto di quasi accavallamento delle tempistiche tra i bandi 2021 e quelli del 2022, con la conseguenza di riportare i consorzi di ricerca alla scrittura delle nuove proposte 2022 senza avere ancora alcuna risposta circa i risultati delle loro partecipazioni nelle call 2021. A partire dal 2023, la distanza tra le call dovrebbe tornare ad allinearsi su una tempistica più rilassata, ma l’approccio ai bandi 2022 sarà anche questo un approccio al buio che non potrà avvalersi di una lettura dei risultati della prima tornata di Horizon Europe. Il 2022 si caratterizzerà quindi per essere un anno di prime valutazioni e particolarmente importante per comprendere come abbiamo approcciato il nuovo programma, non scevro di novità e di aspetti che vanno pienamente compresi e metabolizzati al meglio. Questa analisi dovrà essere fatta quanto prima proprio per l’imminenza della tornata 2022 che è già alle porte e per il contemporaneo avvio delle discussioni in seno ai vari comitati di programma sull’impostazione dei programmi di lavoro 2023-24 che sono già state avviate. In definitiva, se il 2021 è stato un anno pieno di impegni connessi con tutto quello che l’avvio del nuovo programma ha comportato, il 2022 sarà l’anno delle prime valutazioni e della definizione di eventuali strategie di intervento per migliorare e facilitare la partecipazione degli stakeholder italiani al programma.

Il 2022 sarà l’anno delle prime valutazioni e della definizione di strategie di intervento per migliorare la partecipazione degli stakeholder italiani

Se la partecipazione ad Horizon Europe ha certamente caratterizzato le agende di gran parte dei ricercatori ed innovatori italiani, questi ultimi mesi non sono stati avari di altri importanti momenti di progresso sul fronte di vari dossier legati direttamente o indirettamente al palcoscenico europeo della ricerca ed innovazione.

Restando in ambito Horizon Europe, sono da segnalare, ad esempio, gli importanti passi avanti che si sono compiuti e che continuano a compiersi sul fronte del lancio dei partenariati e delle missioni. Con riferimenti ai primi, con l’adozione del Single Act da parte del Consiglio lo scorso 19 novembre, si è fatto un significativo passo avanti nel processo di adozione formale e lancio dei nove partenariati istituzionali attualmente previsti in Horizon Europe, oltre al lancio (con percorso legislativo separato dal Single Act) di un decimo partenariato sulla Metrologia.

Globalmente si tratta di un investimento da parte della Commissione europea che dovrebbe aggirarsi intorno ai 10 miliardi di euro per l’intero periodo di programma, ai quali vanno aggiunti almeno altrettanti miliardi come contributo dei partner privati e nazionali (dove previsto). Con la definitiva adozione del Single Act, e della decisione sul partenariato sulla metrologia, tutti questi partenariati entrano di fatto nella fase finale della loro definizione implementativa ed organizzativa, attraverso una serie di azioni che comprendono tra l’altro la definizione dei loro primi programmi di lavoro, reali strumenti attraverso i quali i partenariati lanceranno le loro call a favore delle comunità di ricercatori ed innovatori attivi nei rispettivi settori di competenza. Tutto ciò dovrebbe trovare forma già nel corso della prima metà del 2022, andando quindi ulteriormente ad arricchire il ventaglio dei bandi aperti.

In linea di massima, le aree scientificotecnologiche che saranno oggetto dei bandi dei partenariati saranno complementari a quello che apparirà nei bandi presenti nei programmi di lavoro dei cluster di Horizon Europe, anche se tra i due contesti: bandi dei cluster e dei partenariati, ci sarà una forte integrazione e sinergia culturale e tematica.

foto Manifesto

Il Manifesto firmato da diverse realtà italiane è consultabile online.

Anche sul fronte missioni ci sono importanti passi in avanti da segnalare, non solo sul fronte dei contenuti, ma anche su quello formale. Nonostante gran parte delle persone possano pensare che le cinque missioni furono lanciate nel settembre del 2020 durante i Research and Innovation Days (in quel contesto si parlava in realtà di Mission Areas e non di Mission in senso propriamente detto), le cinque missioni (clima, cancro, città intelligenti, mare, suolo) sono state formalmente lanciate solo lo scorso 29 settembre. A valle di questa ufficializzazione i servizi della Commissione, anche attraverso una forte azione di confronto con tante differenti componenti della società civile, che è andata ben oltre le sole comunità tecnico-scientifiche di riferimento, hanno proposto le prime bozze dei programmi di lavoro, uno per ogni missione, che sono attualmente in fase di discussione ed approvazione con gli Stati Membri e che a breve andranno anche loro a rimpinguare l’offerta di bandi che saranno lanciati nel 2022.

Ma il 2022 sarà anche un anno di un importante dibattito in seno all’Europa per parlare del suo futuro. Con il lancio della Conferenza sul Futuro dell’Europa le istituzioni europee hanno deciso di aprire un confronto di ampio respiro sui temi, sulle visioni e sui valori che l’Europa intenderà mettere al centro della sua futura evoluzione.

Sui temi messi inizialmente in agenda non era compreso, almeno in modo esplicito, quello della ricerca ed innovazione, mancanza questa che ha portato APRE, insieme ad altre importanti realtà nazionali ed europee, a dare forma ad un manifesto, Research and Innovation for the Future of Europe. A Manifesto to promote the discussion on R&I issues within the Conference on the Future of Europe and beyond attraverso il quale si è inteso sensibilizzare sull’importanza di includere questi aspetti nel futuro dibattito. L’invito, per tutti coloro che credono nel ruolo fondante della ricerca ed innovazione quali driver del nostro futuro di europei, è a leggere ed eventualmente sottoscrivere il manifesto.

Le sedi dei Conservatori connessi alla rete GARR

CONFERENZA SUL FUTURO DELL’EUROPA

Offre ai cittadini europei un’occasione unica per ragionare sulle sfide e le priorità dell’Europa.
Chiunque, a prescindere dalla provenienza o dall’attività svolta, potrà utilizzare questo strumento per riflettere sul futuro dell’Unione europea che vorrebbe.
È possibile esprimere la propria opinione, attraverso un elenco di argomenti:

  • Cambiamento climatico e ambiente
  • Salute
  • Economia più forte, giustizia sociale e occupazione
  • L’UE nel mondo
  • Valori e diritti, Stato di diritto, sicurezza
  • Trasformazione digitale
  • Democrazia europea
  • Migrazione
  • Istruzione, cultura, gioventù e sport

futureu.europa.eu

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