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IRU: la rivoluzione silenziosa
| Federico Ruggieri | Internazionale
La nuova rete della ricerca europea parte da qui (e ci porterà ben oltre il 2020)
Certe rivoluzioni non fanno rumore. Una delle maggiori novità degli ultimi anni per la connettività internazionale per la ricerca è stata l’approvazione, da parte della General Assembly di GÉANT, composta da rappresentanti di tutte le NREN europee, del budget dello specific grant agreement SGA-Fiber IRU), che affiancherà il progetto GN4-3 per 4 anni e ci porterà oltre il 2020. Il piano iniziale acquisterà nei prossimi mesi maggiori dettagli con la stesura del progetto esecutivo che, una volta ottenuto l’avallo della General Assembly in ottobre, sarà sottoposto all’approvazione finale della Commissione Europea.
Federico Ruggieri
Consortium GARR
Direttore
Detto così non sembra particolarmente eccitante, invece è un evento che aprirà nuove eccezionali possibilità tecnologiche per l’istruzione e la ricerca nei prossimi 20 anni, forse più se il modello prenderà piede. Ma torniamo ai fatti. Tolto il lessico un po’ esoterico tipico dell’europrogettazione, la grande novità è che da gennaio 2019 ci sarà un progetto (e una voce di bilancio dedicata) per l’acquisizione a lungo termine di fibre spente per realizzare la nuova dorsale europea della ricerca, finanziata al 100% da parte della Commissione europea.
Il precedente per il finanziamento da parte della Commissione europea dell’acquisizione in IRU di una infrastruttura di comunicazione è stato stabilito dal progetto BELLA, che ha realizzato un progetto di collaborazione pubblico-privato con la partecipazione delle NREN, un cavo sottomarino di connessione diretta fra Europa e Sud America, con una parte delle coppie di fibre presenti dedicate all’uso esclusivo della comunità internazionale della ricerca e dell’istruzione.
L’IRU (Indefeasible Right of Use, in italiano diritto irrevocabile d’uso) è una forma contrattuale che permette di acquisire l’utilizzo esclusivo, non ristretto e non revocabile di una parte di un sistema di telecomunicazione, di solito a lungo termine (nel nostro caso si parla di almeno 15 anni). Se si considera l’obsolescenza tecnologica, l’IRU è quindi a tutti i fini pratici equivalente al possesso dell’infrastruttura fisica. È la prima volta che la Commissione si impegna a finanziare una impresa così a lungo termine su scala europea e lo fa con una somma sostanziale (53 milioni di euro è l’ipotesi attuale), che vanno ad affiancare il finanziamento ordinario destinato all’evoluzione del progetto GN4 per attività di cooperazione e soprattutto di ricerca e sviluppo su reti e servizi, per un totale complessivo previsto nel Work Programme di 128 M€. Questo impegno a lungo termine permetterà al consorzio delle reti della ricerca di realizzare a livello di tutto il continente una infrastruttura di rete molto migliore, con bande passanti superiori, ridondanza e stabilità di lungo periodo. L’IRU riguarderà perlopiù fibre spente che verranno illuminate da GÉANT stessa e, in casi limitati dove ciò non sia possibile, spettro su fibra non di proprietà. Anche alcune reti della ricerca che sono proprietarie della propria infrastruttura potrebbero contribuire a rendere maggiore la magliatura della nuova dorsale: tra queste la rete regionale del nord Europa Nordunet, la rete nazionale francese Renater, la Portoghese FCCN, la spagnola RedEs e non ultima GARR, che offrirà trasporto da Catania a Milano per Grecia e Malta e da Bari (o Lecce) a Milano per l’Albania. Già in fase di start-up i collegamenti accesi sulla nuova infrastruttura saranno multipli di 100 Gbps ma, se consideriamo che produttori come Infinera sono già oggi in grado di trasportare circuiti a Terabit, il limite nei prossimi anni saranno solo le esigenze della comunità della ricerca.
QUESTO IMPEGNO A LUNGO TERMINE PERMETTERÀ DI REALIZZARE A LIVELLO DI TUTTO IL CONTINENTE UNA RETE MOLTO MIGLIORE
Non si tratta soltanto di avere maggiore banda passante sui percorsi oggi più utilizzati, ma anche di combattere il digital divide su quelle aree che sono ancora servite poco e a bassa velocità e spesso per questa ragione sono penalizzate da costi più elevati che l’attuale traffico del paese parrebbe non giustificare, ad esempio nell’Europa Meridionale e nei Balcani: ma è importante ricordarsi che quando parliamo di infrastrutture non dobbiamo mai fare l’errore di dimensionare il ponte sul numero di quelli che attraversano a nuoto. Al contrario le reti della ricerca possono svolgere una funzione di apripista e stimolare il mercato in queste regioni, dando un concreto contributo al superamento del divario digitale.
Un’altra importante novità riguarda l’utilizzo dell’intero spettro disponibile in una fibra ottica: poiché almeno inizialmente non è previsto che GÉANT lo saturi, potrebbe essere usato dalle NREN su alcune tratte, ad esempio per la realizzazione di collegamenti end-to-end per particolari utenti o progetti. In altri casi la rete sarà arricchita da fibre transfrontaliere, realizzate dalle NREN, eventualmente beneficiando delle condizioni stipulate nelle gare per la fornitura in IRU. Entrambe le opzioni, che GÉANT compri le fibre e le ceda in uso alle NREN e viceversa, saranno prese in considerazione nella scrittura del progetto in modo da renderlo più flessibile e aumentare le possibilità di ridondanza e i servizi disponibili. A proposito di servizi, ve ne sono di nuovi in vista anche sul livello ottico grazie a un’altra rivoluzione: il livello di trasporto GÉANT infatti si sta muovendo verso un Open Line System grazie al quale la rete sarà più aperta, ma anche più efficiente ed economica. Su questa infrastruttura potranno essere realizzati una serie di canali e ovviamente anche il servizio IP.
La dorsale in fibra di GÉANT oggi e come potrebbe essere al termine del progetto fiber-IRU: l’elaborazione è basata sul risultato di una serie di studi regionali realizzati in Europa negli scorsi mesi ma, in base all’andamento delle gare, è possibile che si riesca ad ottenere ulteriori tratte grazie ad un abbattimento dei costi, senza contare che per le aree meno servite è possibile ipotizzare interventi mirati che utilizzino fondi regionali europei. In questi progetti, GARR potrebbe giocare un ruolo importante vista la sua posizione strategica al centro del Mediterraneo.
Per le NREN che gestiscono in casa il livello ottico, questa svolta si tradurrà nella possibilità di raccordarsi con la dorsale europea già a questo livello ed offrire nuovi servizi ottici multidominio anche a dimensione internazionale, come quello di trasporto su fibra di segnali di tempo ultraprecisi e at- La dorsale in fibra di GÉANT oggi e come potrebbe essere al termine del progetto fiber-IRU: l’elaborazione è basata sul risultato di una serie di studi regionali realizzati in Europa negli scorsi mesi ma, in base all’andamento delle gare, è possibile che si riesca ad ottenere ulteriori tratte grazie ad un abbattimento dei costi, senza contare che per le aree meno servite è possibile ipotizzare interventi mirati che utilizzino fondi regionali europei. In questi progetti, GARR potrebbe giocare un ruolo importante vista la sua posizione strategica al centro del Mediterraneo. tualmente oggetto di sperimentazione nell’ambito di diverse iniziative, tra cui la rete globale eVLBI, alcuni progetti europei dedicati quale CLONETS e, a livello italiano, una collaborazione tra GARR e INRIM.
Ci sono anche aspetti economici che non vanno sottovalutati. Un investimento in IRU ad almeno 15 anni significa costi stabili e minori rischi. Ma anche che il costo rispetto alla rete attuale diminuisce (circa un paio di milioni l’anno) per avere molto di più in capacità e servizi ed offrire all’ecosistema della ricerca uno strumento all’avanguardia.
OLS: disaggregazione e apertura
I sistemi OLS di accensione di fibra ottica nuda, sono caratterizzati dalla capacità di supportare apparecchiature di vendor diversi per ciascun blocco funzionale e anche rendere interoperabili apparati di produttori diversi a livello del medesimo blocco. L’utilizzo di interfacce di programmazione aperte (open API) permette inoltre di utilizzare il paradigma SDN per i piani di gestione e controllo a livello end-to-end. I principali vantaggi sono una maggiore efficienza nell’uso della capacità disponibile ed economia, perché è possibile cambiare solo gli elementi divenuti obsoleti precisamente quando lo diventano, senza dover ridisegnare tutta la rete o almeno il layer base di trasporto; un maggior livello di innovazione, perché è possibile integrare nuovi elementi nel sistema aperto senza effetti disruttivi; e il superamento del rischio di vendor lock-in, quindi più indipendenza e potere contrattuale per chi opera la rete. In cambio, questo approccio chiede al gestore della rete di farsi carico di una maggiore responsabilità nell’integrazione del software di rete.
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