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La rete parla (anche) arabo

La rete parla (anche) arabo

| Federica Tanlongo | Internazionale

Articolo letto 427 volte

EUMEDCONNECT2, una rete che unisce le due sponde del Mediterraneo: alla scoperta dei principali progetti per lo sviluppo tecnologico della regione

In un mondo in cui la cooperazione scientifica assume sempre di più una dimensione globale, l’interconnessione delle reti della ricerca gioca un ruolo fondamentale. E nuovi attori si affacciano sulla scena di un’Europa dai confini sempre più sfumati.

foto di Talal Abu-Ghazaleh

Di nazionalità giordana, Talal Abu-Ghazaleh è il chairman del GAID (Global Alliance for ICT and Development), organismo delle Nazioni Unite che ha come scopo quello di utilizzare le tecnologie ICT per raggiungere obiettivi di sviluppo e contribuire a ridurre la povertà su scala globale. Nella sua lunga carriera di uomo d’affari ed innovatore, Abu-Gazaleh ha spaziato attraverso numerosi settori: è considerato tra l’altro il padre del moderno sistema di contabilità arabo ed un pioniere del dei diritti intellettuali nella regione, ed ha ricoperto ruoli di primo piano in vari organismi internazionali.

La diffusione di strumenti di telecomunicazione e collaborazione a distanza sempre più efficaci ed innovativi ha negli ultimi anni rivoluzionato lo scenario della collaborazione nel campo della ricerca, rendendo le distanze, non solo geografiche, un fatto trascurabile e aumentando enormemente il livello di comunicazione e condivisione di esperienze e risultati all’interno della comunità scientifica in Italia, in Europa ed oltre. La disponibilità delle cosiddette “infrastrutture digitali” (e-Infrastructures o cyber-infrastructures), ovvero un ambiente integrato che comprende reti ad alta capacità, applicazioni e servizi avanzati, è largamente considerata un fattore abilitante per lo sviluppo e la competitività in tutte le economie più avanzate, basate come sono sulla conoscenza. Quest’idea si sta sempre più facendo strada anche nelle economie in via di sviluppo, per i quali è ancora più importante cogliere le opportunità offerte dalle infrastrutture digitali: non farlo significherebbe infatti aumentare il divario con i paesi più innovativi (e ricchi). Non fanno eccezione i paesi della sponda orientale e meridionale del Mediterraneo, tanto vicini geograficamente e culturalmente da essere considerati in molti sensi un continuum con l’Europa. Non c’è da stupirsi dunque che una delle prime iniziative di interconnessione della rete europea della ricerca GÉANT con altre regioni sia stata, nel 2001, quella dedicata a quest’area. Per gli stessi motivi di vicinanza non solo geografica, è piuttosto naturale che GARR sia in prima linea nella realizzazione di progetti di cooperazione con i “cugini” mediterranei.

Fin dalla prima iniziativa, il progetto EUMEDCONNECT cominciato nel 2002 nel quadro del programma comunitario EUMEDIS, infatti, GARR ha partecipato alla realizzazione di una rete non solo telematica ma anche umana che unisse le due sponde del Mediterraneo e sulla quale si sono andati a basare una serie di progetti di Grid, High Performance Computing (HPC) ed applicativi.

EUMEDGRID è il progetto pilota che ha realizzato la prima infrastruttura regionale di calcolo distribuito per la ricerca nel Mediterraneo. Il progetto EUMEDGRID-Support, partito lo scorso gennaio, cerca di consolidarne ed estenderne i risultati. Come il suo predecessore, EUMEDGRID-Support è coordinato da INFN e GARR ha preso la responsabilità del management tecnico.
www.eumedgrid.eu

Oltre ad implementare la prima dorsale regionale per la ricerca ad interconnettere ad alta capacità i paesi dell’area Mediterranea (Maghreb, Egitto e Medio Oriente), EUMEDCONNECT ha svolto attività di divulgazione e formazione avanzata a beneficio degli ingegneri e dei nuovi manager delle neonate reti della ricerca mediterranee, aiutandoli a capire le criticità tipiche di questo campo e le strategie per riuscire al meglio.

La rete EUMEDCONNECT ha fornito il primo strato di una piattaforma regionale, su cui sono nati vari progetti applicativi. Un altro tassello è stato realizzato con l’infrastruttura pilota di Grid computing di EUMEDGRID. Il progetto, terminato nel 2008, ha visto l’implementazione di un’infrastruttura pilota di calcolo distribuito per la ricerca nel Mediterraneo, basata sul paradigma Grid. Al termine del progetto, l’infrastruttura di EUMEDGRID contava 25 siti in 13 Nazioni, tra cui Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Marocco, Siria, Palestina, Turchia e Tunisia. Il suo successore, EUMEDGRID-Support, partito lo scorso gennaio, cerca di consolidarne ed estenderne i risultati.

Investire nel Mediterraneo non vuol dire solo riduzione del digital divide ma anche enormi benefici per la ricerca europea

Digital divide e tesori inestimabili

Non bisogna però pensare ad una tale iniziativa come ad un’attività di “beneficenza”: benché uno dei suoi scopi dichiarati sia quello di abbattere il digital divide, l’Europa ha molto da guadagnare investendo in questa regione, anche al di là degli ovvi benefici politici.

Non si può non menzionare la straordinaria ricchezza di dati e documenti archeologici presenti in Nordafrica e nel vicino Oriente, che possono essere condivisi attraverso le reti a banda larga, come anche l’inestimabile patrimonio di codici manoscritti arabi ancora tutti da digitalizzare. Esempi meno ovvi sono lo studio del cambiamento climatico, la preservazione della salute del “Mare Nostrum” e la prevenzione del rischio idrogeologico nella regione, che beneficiano tanto dell’approccio congiunto che delle tecnologie telematiche. Infine, è importante ricordare la collaborazione e condivisione dei dati e dei protocolli di cura a livello biomedico, che rivestono una particolare importanza nel caso di malattie genetiche. Alla radice del modo di dire per cui definiamo “cugini” i popoli del sud del Mediterraneo vi è infatti un comune patrimonio genetico: la possibilità di mettere in comune i dati a livello regionale permette quindi ai ricercatori di lavorare su basi statistiche molto più significative. È quello che sta facendo ad esempio ITHANET, uno dei progetti che utilizza l’attuale rete EUMEDCONNECT2 per lo studio della talassemia, grave malattia genetica diffusa in Italia come a Cipro o in Egitto.

Uno sguardo verso il futuro

La stabilità e sostenibilità del finanziamento è cruciale per mandare avanti progetti di infrastruttura, visti anche i costi proibitivi della connettività in questi paesi, dove spesso persistono situazioni di monopolio o quasi-monopolio e dove la quota di bilancio pubblico dedicata alle infrastrutture di ricerca è generalmente inferiore rispetto a quanto avviene in Europa. D’altra parte, l’approccio europeo è che sul medio-lungo periodo le infrastrutture digitali a supporto della ricerca debbano essere in grado di autosostenersi finanziariamente. Il cofinanziamento Europeo va inteso come un intervento temporaneo ed è pertanto necessario creare nei paesi Mediterranei le condizioni e la volontà politica per mantenere il sostegno ad infrastrutture come EUMEDCONNECT2 anche in futuro. Nel dicembre scorso, EUMEDCONNECT2 ha superato con successo la valutazione di un esperto indipendente inviato dalla Commissione Europea per valutare il grado di impatto del progetto, e si spera che questo, insieme ai segnali positivi inviati dal mondo arabo, preluda ad un EUMEDCONNECT3 arricchito dalla partecipazione di nuovi paesi ed in grado di traghettare la rete regionale verso una soluzione autosostenibile. Negli ultimi mesi, la situazione si sta muovendo in maniera molto promettente, non solo perché diversi ministri e alti funzionari dei paesi Mediterranei hanno ufficialmente manifestato il loro supporto. Grazie all’interessamento delle NREN dell’area e di un personaggio di spicco del mondo degli affari arabo, Talal Abu-Ghazaleh, sta finalmente muovendo i primi passi ASREN (Arab Scientific Research and Education Network). Si tratta di un’organizzazione che lavorerà sotto l’egida delle Nazioni Unite con lo scopo di estendere il modello delle reti della ricerca ed implementare ed interconnettere con GÉANT una rete regionale estesa a tutto il mondo arabo: infatti negli ultimi tempi espressioni di interesse ad entrare in EUMEDCONNECT2 sono giunte non solo da alcuni paesi mediterranei attualmente non collegati, come il Libano, ma anche da paesi del Golfo come gli Emirati Arabi.

mappa EUMEDCONNECT2

EUMEDCONNECT2 è la dorsale mediterranea per l’università e ricerca, che interconnette, tra loro e con l’Europa, le reti nazionali della ricerca di Algeria, Marocco, Tunisia, Egitto, Giordania, Siria, Israele, Autorità Palestinese con velocità comprese tra 34 e 155 Mbps. La rete ha due punti di presenza baricentrici, quello di Catania (gestito da GARR in collaborazione con l’Università di Catania) e quello di Cipro (gestito da Cynet, la rete della ricerca cipriota). Alcune interconnessioni arrivano direttamente su GÉANT per motivi pratici. Un NOC dedicato gestisce la rete h24. Attraverso GÉANT e le sue estensioni internazionali, EUMEDCONNECT2 non solo interconnette le NREN della regione alle loro omologhe europee, ma anche alle maggiori reti della ricerca mondiali: Internet2 ed ESnet (USA), CANARIE (Canada), SINET (Giappone), TENET (SUDAFRICA), ERNET (India), redCLARA (America Latina) e TEIN3 (Estremo Oriente e area del Pacifico). Grazie ad EUMEDCONECT2, circa 2 milioni di utenti finali in circa 700 istituzioni nordafricane e mediorientali possono collaborare con i loro colleghi negli oltre 3000 enti di ricerca europei.

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