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Con la fibra è tutta un’altra scuola
| Gabriella Paolini | La voce della comunità
Al Liceo Scacchi di Bari arriva il collegamento veloce con la rete della ricerca e cambia il modo di studiare e fare didattica
Nei mesi scorsi GARR ha portato avanti un progetto sperimentale che ha previsto collegamenti in fibra ottica e, in particolari casi, in ponte radio a banda ultralarga per una selezione di scuole superiori. Questi istituti stanno beneficiando adesso dei vantaggi di essere parte, a tutti gli effetti, della rete della ricerca, al pari di molte altre scuole d’Europa. Abbiamo raccolto le impressioni di Giovanni Magistrale, Dirigente Scolastico del Liceo Scientifico Statale “Arcangelo Scacchi” di Bari, collegato in fibra ottica al PoP GARR di Bari.
Giovanni Magistrale
Liceo Scientifico Statale Arcangelo Scacchi di Bari
Dirigente Scolastico
Cos’è cambiato con il collegamento in fibra della vostra scuola?
É stata una benedizione di Dio! Avevamo un gap tecnologico molto particolare, che in parte avevamo superato l’anno scorso con fondi europei che ci avevano consentito di rifare completamente il laboratorio informatico, quello linguistico e quello multimediale dei docenti. Tuttavia, pur avendo straordinarie possibilità offerte da queste attrezzature avanzate, il grosso problema era il collo di bottiglia del collegamento Internet che, con una lentezza esasperante, scoraggiava l’uso dei laboratori. Il collegamento in fibra ottica che abbiamo cominciato a sperimentare da marzo ha superato brillantemente questo limite, per cui adesso è possibile utilizzare i laboratori senza avere l’ostacolo del collegamento in rete e fare davvero la didattica online senza problemi.
Come siete strutturati dal punto di vista informatico?
La scuola è tutta cablata, quindi qualsiasi aula ha un possibile collegamento ad Internet. In prospettiva, dall’anno prossimo dovremmo mettere una lavagna interattiva e un computer in ogni classe, oltre a fornire un tablet ad ogni docente per permettere la compilazione del registro elettronico. Attualmente ci sono due grossi laboratori con 30 postazioni ciascuno: un laboratorio informatico e un laboratorio linguistico. C’è poi un laboratorio multimediale per docenti con 10 postazioni e un laboratorio scientifico multimediale con 8 computer in rete per le sperimentazioni virtuali. Tutti questi laboratori vengono utilizzati a pieno regime dai nostri 1.500 alunni, che ne fanno un uso intensivo. Abbiamo inoltre 6 hotspot WiFi, ma questo è un punto dolente. Dal mattino gli studenti con i loro dispositivi privati, smartphone e altro, si collegano al WiFi, nonostante sia protetto da password, e questo rende impossibile connettersi con altri dispositivi. Abbiamo riservato alcuni indirizzi IP per i computer portatili della scuola, ma se un professore viene con il proprio dispositivo mobile e vuole collegarsi, è praticamente impossibile. Il problema per l’accesso degli studenti non è la sicurezza, ma la capienza. Se tutti i 1500 studenti si collegano con i loro dispositivi, è problematico garantire a tutti l’utilizzo del WiFi per la didattica. Non possiamo mettere un hotspot WiFi per ognuna delle 56 classi del nostro istituto. Questo è un problema che dovremmo risolvere con molta attenzione. Per il momento utilizzeremo al massimo la parte cablata, che grazie al collegamento con GARR non presenta più particolari problemi.
Quali sono i progetti cui partecipate e che iniziano a beneficiare del nuovo collegamento?
Abbiamo una partnership con vari enti per un progetto che si chiama EEE, Extreme Energy Events. É un progetto scientifico del quale fanno parte un centinaio di scuole italiane insieme al CERN di Ginevra e all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, la Facoltà di Fisica dell’Università di Bari, il Centro Majorana di Erice. Abbiamo un apposito laboratorio con un rivelatore di raggi cosmici che i nostri alunni hanno costruito a Ginevra e installato nella nostra scuola. Collegato al rivelatore c’è un computer che scambia dati con gli altri partner. Si tratta di un vero e proprio progetto di ricerca scientifica, non soltanto didattico. Il Prof. Zichichi, che ne è il responsabile e l’ideatore, ha voluto coinvolgere le scuole perché siano sia punto di ricerca e raccolta dati, sia centro di formazione di docenti e alunni in questo ambito molto interessante della fisica. C’è un altro progetto che ha beneficiato del nuovo collegamento. É gestito dagli studenti in prima persona e si chiama “Rec’n’Play”. Si tratta della produzione di un videoclip, che i nostri ragazzi realizzano come primo premio di un concorso fra band musicali giovanili che si tiene durante la giornata dell’arte. Questo progetto ha vinto il Leone d’argento per la creatività alla Biennale di Venezia. Sempre utilizzando i laboratori multimediali, i nostri studenti, realizzano inoltre il giornalino “Skakki Nostri” e realizzeranno a breve anche il loro sito web.
La scuola digitale è una grossa scommessa per tutti, ma soprattutto per gli insegnanti. Il vostro corpo docente utilizza il nuovo collegamento in fibra?
Il cambiamento l’hanno vissuto soprattutto loro. Erano molto scoraggiati dalla esasperante lentezza dei collegamenti. Adesso finalmente possono usare il laboratorio multimediale per docenti in modo completo. Rimane soltanto il gap digitale della formazione di ciascuno. Chi ha più familiarità con l’informatica porta di più i ragazzi in laboratorio. Gli altri di meno, ma certo adesso non hanno più l’alibi del collegamento lento. I docenti che si collegano da scuola hanno più opportunità, possono soprattutto essere aiutati dai colleghi che ne sanno di più. La formazione dei docenti è un fatto fondamentale, soprattutto se si vuole passare ad una scuola che utilizza gli strumenti informatici quotidianamente. Ad esempio, dal prossimo anno sarà obbligatorio che i libri di testo siano anche in digitale. Qui però entrano in gioco anche altri problemi. Si sta discutendo sulla valenza didattica di un libro esclusivamente digitale e stanno venendo fuori le prime controindicazioni. Secondo noi c’è bisogno di un punto di riferimento cartaceo e di utilizzare il digitale come valore aggiunto, ovvero per i link, i filmati, le immagini. Un altro aspetto è la produzione di libri digitali da parte dei docenti. Questo mi lascia assolutamente perplesso, perché credo che ci siano, soprattutto per i licei, dei problemi di affidabilità scientifica e autoriale. Un autore scientificamente affidabile, supportato da una casa editrice con tutto l’apparato redazionale che cura i libri, non è paragonabile a quello che può fare un docente, per quanto bravo.
Quali sono i prossimi passi per rendere le scuole digitali?
Il punto fondamentale per i docenti nell’utilizzo delle tecnologie è la semplicità. I docenti saranno invogliati a utilizzare queste tecnologie didattiche se queste saranno semplici per loro e di immediata fruibilità. Quando i docenti devono portare una classe in laboratorio, devono: trasferirsi, accendere i computer, aspettare l’accensione di tutte le macchine, configurarle e poi magari avere problemi di collegamento, con il risultato che una lezione di un’ora può diventa diventare di mezz’ora. Ma se invece le classi fossero attrezzate con strumentazioni come computer, lavagna multimediale e tablet che interagiscono con facilità, superando tutte le problematiche che abbiamo detto, se fosse possibile aprire un tablet come si apre un libro di testo, proiettare una schermata o una lezione immediatamente sulla lavagna senza preoccuparsi del collegamento dei cavi, della configurazione, del WiFi o della lentezza della rete, tutti potrebbero beneficiare del digitale. In questo senso bisogna fare il salto finale: rendere alle scuole immediatamente fruibili e facilmente utilizzabili le tecnologie didattiche. Gli assistenti tecnici sarebbero previsti in organico, ma questo è un punto dolente: queste figure non vengono infatti selezionate sulla base delle necessità delle scuole, ma provengono da graduatorie e quindi possono non avere competenze tecniche specifiche. Quando ti capita di avere un tecnico bravo, tutto diventa più facile, ma purtroppo si tratta di un evento ancora troppo raro. E quindi di solito i docenti che se la devono cavare da soli e l’assistenza tecnica viene fatta da ditte esterne. Su questo la comunità della ricerca potrebbe darci supporto nel trovare le soluzioni più adatte.
Per maggiori informazioni:
www.liceoscacchibari.it
www.centrofermi.it/eee
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