Skip to main content
Viaggio nel futuro della storia

Viaggio nel futuro della storia

| Maddalena Vario | La voce della comunità

Articolo letto 490 volte

Evolute tecnologie al servizio dell’archeologia virtuale per scoprire i tesori del passato e renderli disponibili in rete

foto di Sofia Pescarin

Sofia Pescarin, CNR - Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali
Coordinatrice CNR Virtual Heritage
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Un viaggio nel tempo fino all’antichità più remota, un sogno ad occhi aperti nelle atmosfere d’altri tempi immersi nella vita quotidiana di tanto tempo fa.

No, non è stata inventata la macchina del tempo. A rendere possibile tutto ciò sono le evolute tecnologie utilizzate nei progetti di archeologia virtuale, messe a punto da VHLab, gruppo di lavoro interdisciplinare (composto da archeologi, storici dell’arte, informatici, architetti e musicisti) nato all’interno dell’Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali del CNR (ITABC-CNR) e incentrato sulla ricerca nel campo del Virtual Heritage.

Ne abbiamo parlato con Sofia Pescarin, coordinatrice di VHLab.

logo CNR

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche è uno degli enti fondatori del Consortium GARR. La sua rete scientifica è composta da 11 dipartimenti e 108 istituti, presso i quali si svolgono le attività di ricerca.
Tutte le sedi del CNR sono collegate alla rete GARR.

Cosa si intende per “archeologia virtuale”?

L’archeologia si occupa di studiare, interpretare, comprendere e comunicare il patrimonio archeologico.

L’archeologia virtuale lo fa attraverso un processo cibernetico di simulazione, evoluzione del paesaggio e contestualizzazione storica. Non si tratta di semplice trasposizione o riproduzione digitale di un bene archeologico, in quanto vengono combinati diversi fattori, comportamenti, oggetti ed ecosistemi, con l’obiettivo di identificare e simulare differenti potenziali “realtà” dell’informazione. Ovviamente dietro c’è un processo di acquisizione, ricostruzione e verifica continua dei dati.

Che metodi di lavoro e quali tecniche utilizzate?

L’archeologia virtuale si serve di un approccio multidisciplinare, aperto e trasparente, che passa attraverso l’interazione all’interno di ambienti 3D geo-spaziali. Il percorso richiede l’utilizzo di diversi strumenti e tecniche, a partire dall’acquisizione dei dati sul campo (DGPS, Scanner Laser, fotogrammetria), l’elaborazione 3D, la realizzazione di Sistemi Spaziali, fino a giungere alla trasformazione di tali dati in “informazioni”. Differenti possono essere gli strumenti e gli stili di comunicazione: dalle applicazioni filmiche e multimediali alle applicazioni immersive di Realtà Virtuale, dalla narrazione virtuale, fino agli ambienti condivisi in multiutenza, dalle simulazioni complesse alla vita artificiale. L’archeologia virtuale è basata esclusivamente su dati scientifici che gli specialisti accumulano progressivamente e su ipotesi lungamente discusse; i metodi di lavoro sono rigorosi e non c’è nulla di ricostruito solo per fare scenografia.

Ricostruzione 3D del Foro di Augusto

Ricostruzione 3D del Foro di Augusto, realizzata nell’ambito del progetto Virtual Rome

Ci può fare qualche esempio di realizzazioni che avete effettuato?

Il progetto Museo Virtuale della Via Flaminia Antica, commissionato da ARCUS e realizzato dal VHLab, è ospitato dal gennaio 2008 a Roma nel Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano. Consiste in un’applicazione multi-utente ed è stata pensata come un videogioco (per intenderci, ci sono diversi livelli e incontri virtuali con personaggi storici della Roma antica).

L’applicazione consente di esplorare la Via Flaminia, riprodotta grazie all’utilizzo di tecnologie molto avanzate. In particolare, è stato ricreato in modo altamente evocativo il paesaggio della campagna romana nel I secolo d.C. con la possibilità di incontrare, in un contesto antico ricostruito, i protagonisti della storia di Roma, da Livia ed Augusto ai soldati che affiancarono Costantino nella battaglia di Ponte Milvio.

L’applicazione consente di esplorare il paesaggio della via Flaminia e di incontrare i protagonisti della storia di Roma

Gli utenti attivano filmati, schede, suggestive rievocazioni che forniscono un supporto didattico di grande effetto, per giungere al successivo livello di partecipazione.

Per questo risultato, hanno lavorato per due anni oltre 30 esperti di varie discipline. Sono stati elaborati modelli digitali di terreno per oltre 1 milione e 800 mila ettari, immagini da satellite per una superficie equivalente, fotomosaici ad altissima risoluzione (grazie al contributo di Seat- Nuova Telespazio) per circa 15.000 ettari, archivi di informazioni geografiche con decine di migliaia di elementi e oltre 3.000 mq di superfici rilevate con laser scanner, per un totale di quasi 100 milioni di punti.

Con un approccio multidisciplinare, l’archeologia virtuale combina comportamenti, oggetti ed ecosistemi, per identificare differenti potenziali “realtà” dell’informazione

Virtual Rome è invece un altro tipo di realizzazione. Si tratta di un progetto di Realtà Virtuale Open Source fruibile da web, che funziona alla maniera di Google Earth. Si può sorvolare Roma antica e osservare mappe, terreno ed edifici 3D. Si basa su dati spaziali geografici, modelli 3D e contenuti multimediali e comprende soluzioni online di tipo front-end dedicate all’esplorazione 3D del panorama romano del passato, nelle sue potenzialità archeologicamente documentate (VR webGIS) e di tipo backend (VR webLAB). L’obiettivo finale è, da un lato (VR webGIS), la creazione di un ambiente tridimensionale online in cui gli utenti finali possono interagire dinamicamente nello spazio e nel tempo (sarà possibile ad esempio sorvolare l’intero paesaggio dell’Agro Romano sia nella versione della situazione odierna che di quella del II sec. d.c.) e attivare diverse funzionalità, come gli approfondimenti multimediali per arricchire la propria conoscenza del territorio. Dall’altro lato, il VR webLAB è pensato come una sorta di Content Management System tridimensionale, ovvero un ambiente di lavoro condiviso utilizzato dagli archeologi per l’interpretazione e la ricostruzione del paesaggio antico di Roma.

mmagine coordinata della mostra Immaginare Roma Antica
Immagine coordinata della mostra “Immaginare Roma Antica”

Tutti i nostri migliori progetti vengono presentati nella mostra “Archeovirtual”, sotto la direzione del CNR ITABC, all’interno della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico. I progetti selezionati da un Comitato Scientifico, a livello internazionale nel campo dell’Archeologia Virtuale, hanno l’obiettivo di mostrare le differenti possibilità e potenzialità di questo settore.

Si tratterà anche di realtà virtuale però le interazioni con un pubblico in carne e ossa non mancano…

Proprio così. La comunicazione è fondamentale nei progetti che portiamo avanti e ci ha spinto sempre di più negli ultimi anni fuori dal nostro laboratorio fino ai musei e alle scuole dato che questi progetti hanno degli obiettivi di didattica e sensibilizzazione su certe tematiche. Attraverso mostre, seminari, dimostrazioni, stiamo cercando di confrontarci con l’utenza per realizzare progetti sempre più rispondenti alle reali esigenze.

Cos’è VHLab

Il VHLab è un gruppo di lavoro interdisciplinare nato all’interno dell’Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali del CNR (ITABC-CNR) e incentrato sulla ricerca nel campo del Virtual Heritage. L’approccio seguito dal laboratorio e applicato all’intero settore dei Beni Culturali, è orientato alla multidisciplinarietà, all’interazione all’interno di ambienti 3D geo-spaziali e alla trasparenza dei dati e dei processi.

Il metodo di lavoro messo a punto consente di ottenere risultati di grande rilievo e visibilità, a partire dall’acquisizione dei dati sul campo, grazie all’utilizzo di diverse tecniche (DGPS, Scanner Laser, fotogrammetria), fino a giungere alla trasformazione dei dati in informazioni.

Il team:
Coordinamento: Sofia Pescarin, Eva Pietroni; Tecnici: Bartolomeo Trabassi;
Archeologi: Augusto Palombini, Ivana Cerato; Modellatori: Raffaele Carlani, Marco Di Ioia, Daniele Ferdani, Lola Vico;
Programmatori: Bruno Fanini, Claudio Rufa

Qual è il ruolo della rete in tutti questi progetti?

La rete è la parola chiave. Diventa infatti strumento per comunicare il passato e comunicare nel presente ma anche strumento dedicato alla ricerca nel futuro, grazie allo sviluppo delle nuove piattaforme e applicazioni 3D che ci consentiranno di condividere il cyberspazio e di programmare attività condivise, quali ad esempio le simulazioni.

Come sta reagendo il pubblico? E quali sono i progetti in cantiere?

Alcuni dei nostri progetti, come ad esempio il Museo della Flaminia o il progetto “Teramo: una città vestita di virtuale”, da poco inaugurato presso il Museo Archeologico della città abruzzese, prevedono una fase di monitoraggio verso il pubblico, momento importantissimo di verifica e analisi delle reazioni degli utenti. Da un primo studio effettuato, ad esempio, dal collega Francesco Antinucci (dirigente di ricerca presso il CNR ISTC), la sala dedicata al museo virtuale della Flaminia è risultata la seconda più visitata dell’intero museo.

Alcuni tra i migliori progetti realizzati da VHLAB

  • Museo Virtuale della Cappella degli Scrovegni (Museo degli Eremitani, Padova 2003);
  • Museo Virtuale Narrativo dell’Appia antica (Roma 2005);
  • Immaginare Roma Antica (Mostra, Mercati di Traiano, Roma 2005);
  • Museo virtuale della Via Flaminia Antica (Terme di Diocleziano, Roma 2008);
  • Virtual Rome (VR webGIS, 2008);
  • Tecnologie integrate di robotica ed Ambienti Virtuali in Archeologia (2009);
  • Scuola Nazionale di Archeologia Virtuale (2004-2010);
  • Archeovirtual (Paestum 2006, 2008, 2009) che si tiene ogni novembre a Paestum.

Il prossimo obiettivo del laboratorio sarà quello di realizzare un grande museo virtuale della valle del Tevere che includerà un’applicazione 3D interattiva in forma di gioco orientata alle scuole e dedicata all’esplorazione della natura del territorio.

modello tridimensionale della Cappella degli Scrovegni

Il modello tridimensionale della Cappella degli Scrovegni all’interno dell’applicazione di realtà virtuale

Ti è piaciuto questo articolo? Faccelo sapere!
Dai un voto da 1 a 5, ne terremo conto per scrivere i prossimi articoli.

Voto attuale: