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IPcalypse now?
| Gabriella Paolini | ipv6
“IPcalypse” o anche “ARPAgeddon”. Ma le preoccupazioni per il funzionamento dei servizi sono tutt’altro che uno scherzo...
Continua il nostro appuntamento per rimanere aggiornati sul come, dove, ma soprattutto, quando l’Internet del futuro, ovvero la Versione 6, arriverà. Tutto sembra accelerare in modo quasi catastrofico. Ne abbiamo parlato di persona con Geoff Huston (APNIC) e con Andrea Cima (RIPE) e per approfondire basta accendere GARR.TV con il vostro browser, anche usando IPv6.
Noi restiamo fedeli alle previsioni di Geoff Huston, con la sua “potaroo projection” che, come dice lui stesso, è solo uno dei possibili modelli per prevedere il futuro di Internet, basato su dati certi che riguardano la visione complessiva del sistema di allocazione degli indirizzi e che sono disponibili attraverso fonti pubbliche.
Su questa analisi dei dati, elaborata in modo scientifico, si basa anche il contatore che vi mostriamo in questa pagina,. che segna inesorabile la fine degli indirizzi IPv4 e che ha fatto un brusco balzo in avanti. Sei mesi fa i numeri disponibili IPv4 erano il 6% di tutto il totale. Ad oggi sono rimasti circa 90 milioni di indirizzi, ovvero il 2% di tutti quelli utilizzabili sulla rete. 90 milioni di indirizzi IP potrebbero sembrare tanti, ma se si considera che negli ultimi 6 mesi sono stati assegnati più di 140 milioni di numeri, è chiaro il livello di emergenza.
- 4 Internet ≠ Web. Il Web è un servizio di Internet. Non sono sinonimi. Indirizzi Web ≠ Indirzzi IP. 4
- Ogni terminale collegato ad Internet ha bisogno di un indirizzo IP. 4
- La richiesta di indirizzi IP cresce se aumentano i terminali in rete, non il traffico.
IANA probabilmente non avrà più numeri IPv4 da assegnare ai Regional Internet Registry (RIR) già a febbraio 2011 e a loro volta i RIR termineranno le loro riserve per gli operatori a settembre 2011. Da quel momento verranno assegnati soltanto indirizzi IPv6. A quel punto si apriranno vari scenari. E se la domanda “Quando?” al momento ha interessato soprattutto chi fa la Rete, adesso sembra iniziare ad interessare anche chi usa Internet, magari con qualche risvolto catastrofico, sulla fine di Internet. Gli americani la chiamano IPcalypse, parafrasando il termine apocalisse.
Niente paura, non stiamo prevedendo la fine di Internet. La situazione è preoccupante, ma non è irreparabile. Adesso però è arrivato il momento di diventare IPv6 compatibili. Non si può più aspettare. Quello che si prevede è un periodo di transizione che dovrebbe portare a grandi miglioramenti in termini di prestazioni per la rete con il passaggio a IPv6, ma nel caso opposto a una rete più lenta. I due protocolli per loro natura non possono parlare direttamente tra di loro. La soluzione più semplice è il dual stack, ovvero far sì che tutte le macchine conoscano le due lingue (IPv4 e IPv6) in modo nativo e riescano a comunicare in modo diretto. Perché come succede quando non si conosce una lingua straniera, se si deve mettere in mezzo un traduttore si potrebbero perdere parti del discorso e comunque perdere tempo.
Quale potrebbe essere quindi lo scenario che ci aspetta: se la nostra rete resterà solo IPv4, non vedremo servizi e altri utenti solo IPv6, quindi tutti gli utenti dopo settembre 2011, e loro non vedranno i nostri servizi e le nostre macchine, oppure useremo meccanismi di traduzione che ci permetteranno di vedere l’Internet IPv6, ma lentamente e con possibili problemi. Se invece attiviamo sulla nostra rete sia IPv4 che IPv6 avremo modo di parla re direttamente con tutti, nuovi e vecchi utenti della rete, nuovi e vecchi servizi. In questi mesi il livello di attenzione su questa tematica si è alzato e sono aumentate le occasioni per poterne parlare in ambiti diversi. Roma ha ospitato la 61a edizione del RIPE Meeting e IPv4 e IPv6 sono stati argomento di discussione in vari momenti del convegno.
Ma non si è fatto soltanto il punto della situazione, IPv6 è stato inquadrato in problematiche di vita reale, con particolare attenzione per la sicurezza e il monitoring. GARR ha organizzato inoltre un’iniziativa sotto il cappello dell’Internet Governance Forum 2010, anch’esso svoltosi a Roma. In un workshop sono state presentate alcune esperienze positive di implementazione di IPv6 in Italia, a dimostrazione che IPv6 funziona, è utilizzato e la sua introduzione non è una questione tecnica ormai, ma soltanto questione di volontà economico-politica. GARR ha organizzato anche un corso online in aula virtuale di divulgazione di base su IPv6 che ha riscosso un buon successo di partecipazione. Si tratta solo della prima di una serie di iniziative di formazione dedicate ad IPv6.
Per maggiori informazioni:
www.garr.it/eventiGARR/IGF2010ipv6
www.potaroo.net/tools/ipv4
https://inetcore.com/project/ipv4ec
https://ripe61.ripe.net/programme/presentations
https://ripeness.ripe.net/4star
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