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Le scuole livornesi vanno in rete
| Marta Mieli | La voce della comunità
L’Università di Pisa con le scuole per l’innovazione territoriale
A fine ottobre 2020 è iniziata la fase di realizzazione di un’importante iniziativa fortemente voluta dal Comune di Livorno e dall’Università di Pisa, che permetterà agli istituti scolastici sul territorio di beneficiare di una connessione potente e sicura come la rete GARR.
Partita alcuni anni fa, l’iniziativa ha permesso di collegare il Polo universitario dei Sistemi Logistici, connesso ora direttamente all’Università di Pisa in fibra ottica a 10 Giga, rispetto a quella a 100 Megabit del passato. A questo va aggiunto il collegamento del CED (Centro Elaborazione Dati) del Comune di Livorno all’Università di Pisa, che permette a sua volta il collegamento degli istituti scolastici e dei centri di ricerca del territorio livornese al PoP territoriale della rete GARR, gestito dall’Università.
Ma andando con ordine, ci racconta come è nato questo progetto uno dei suoi protagonisti: Paolo Caturegli, direttore operativo del Centro di Servizi Informatici della Facoltà di Economia e responsabile per le infrastrutture e cablaggi del Centro di Servizi per la rete di Ateneo dell’Università di Pisa che è uno dei principali autori del successo di questa iniziativa.
Per agire in tempi rapidi e ridurre i costi la connessione è stata realizzatalungo le canalizzazioni dell’illuminazione pubblica e semaforica
Com’è iniziata questa avventura?
Abbiamo iniziato molti anni fa un’opera di collegamento delle strutture livornesi dell’Università di Pisa, prima con i ponti radio poi con collegamenti Telecom e infine nel 2009 con Fastweb. L’Università di Pisa, infatti, ha decentrato su Livorno importanti corsi di laurea. La stessa Accademia Navale fa parte dell’Università, con propri corsi specifici tenuti all’interno dell’edificio.
È cominciata così la realizzazione un’infrastruttura cittadina. Nel 2009, immediatamente dopo, siamo partiti con Giuseppe Pierazzini, storico professore di Fisica sperimentale all’Università di Pisa, nonché il padre della rete in fibra ottica dell’Ateneo scomparso nel febbraio del 2013, e abbiamo proposto al Comune di Livorno di replicare il progetto partito nelle scuole di Pisa, offrendo la nostra collaborazione per il collegamento dei centri scolastici.
La situazione però era piuttosto diversa: a Livorno avevamo solo un collegamento punto-punto con l’Accademia Navale, l’Università non disponeva di edifici di proprietà come a Pisa. Molte sono state le proposte fatte a varie amministrazioni comunali ma il progetto sembrava essere completamente fermo. È solo nel 2020 che si è sbloccata la situazione e avviata la fase di realizzazione. Per permettere l’attivazione in tempi rapidi e il contenimento dei costi, la connessione ha corso lungo le canalizzazioni dell’illuminazione pubblica e semaforica. Siamo partiti dalla zona sud della città, e precisamente dalla splendida Villa Letizia, dove ha sede la segreteria studenti, la biblioteca e alcuni corsi di laurea, transitando per l’Accademia Navale fino ad arrivare alla sede del CED del Comune e da lì siamo ripartiti per arrivare fino alla parte opposta della città collegando il Conservatorio e parte delle scuole superiori. Ad oggi, molti istituti scolastici sono già attivi grazie all’aiuto dei tecnici del Comune di Livorno e dell’Università di Pisa.
Come hanno accolto le scuole la proposta del collegamento?
Seppur con qualche eccezione, non è stato facile far comprendere l’importanza di questo collegamento per la popolazione scolastica. Una volta compresi i vantaggi ed avendo già predisposto per l’attivazione ed inviato la documentazione alle scuole, a settembre 2020, nessun ostacolo impediva la partenza. La ripartizione delle attività, dei costi e le questioni amministrative erano ben avviate e nulla più ostacolava l’utilizzo dell’infrastruttura.
Attraverso la rete GARR, si dà un’opportunità di banda che è unica. La possibilità di fare corsi, soprattutto per le scuole superiori, i servizi che potrebbero utilizzare, divengono elementi di fondamentale importanza.
Uno dei miei sogni è quello di non fermarsi al collegamento delle sole scuole superiori, ma arrivare a collegare tutte le scuole poiché ritengo che la necessità ci sia per ogni grado di istruzione.
Una delle scuole che con maggior entusiasmo ha colto questa opportunità è l’ITIS Galileo Galilei. Abbiamo intervistato la dirigente scolastica, la prof.ssa Manuela Mariani, a cui abbiamo rivolto le nostre curiosità.
Come avete accolto la proposta di innovazione digitale nella scuola?
Con grande entusiasmo! Essendo il nostro un istituto tecnico, anche con indirizzo informatico, siamo da sempre strutturati per fornire ai nostri studenti strumenti digitali adeguati. Quello di cui avevamo bisogno era un salto di qualità: rinforzare il flusso in uscita, disponevamo di reti asimmetriche che non permettevano il passaggio di una grande mole di dati.
La nostra è una scuola di 76 classi per un totale di oltre 1.800 studenti. Dovevamo quindi puntare su una rete che fornisse una connessione simmetrica, con ottime performance ed elevata affidabilità. Solo così avremmo potuto garantire appieno il diritto allo studio anche in un periodo complesso come quello che stiamo vivendo. Infatti, una volta connessi a GARR, la scuola non è mai stata chiusa e i docenti si sono connessi con gli studenti dalla scuola. Sul territorio livornese siamo stati uno dei primi istituti ad erogare la DaD, all’occorrenza, anche fornendo dispositivi agli studenti in difficoltà e ai professori e supplenti che ne hanno fatto richiesta.
Come viene gestita la rete internamente e chi ne garantisce il corretto funzionamento?
Ci avvaliamo del nostro vice preside, prof. Fontana, responsabile del dipartimento di informatica che cura tutto il processo interno. Mi rendo conto, però, che a volte le scuole non dispongono di queste figure tecniche così specifiche, ed è per questo che è così complessa la gestione interna. Noi cerchiamo di supportare le altre scuole dove possiamo, cerchiamo di fare rete.
Attraverso la Rete GARR, si dà un’opportunità di banda che è unica
Quali progetti state portando avanti attualmente e quali quelli futuri?
Tra le tante attività, il nostro istituto è stato selezionato dal MIUR come scuola capofila del progetto regionale chiamato Edu eco digital world, partito a novembre 2020 e finalizzato al potenziamento delle competenze digitali degli stu- denti mediante l’uso costante delle metodologie didattiche innovative. Finanziato con fondi pubblici risponde appieno ai requisiti dell’Agenda Digitale 2030.
Abbiamo raggiunto questo importante risultato puntando sulla formazione dei docenti oltre che sull’utilizzo delle nuove tecnologie, che hanno un potenziale tecnico indiscusso, ma da sole non sono sufficienti a garantire una didattica performante. Le tecnologie devono essere uno strumento al servizio di una didattica che si avvale di metodologie innovative. È quando perdiamo la connessione con gli studenti che perdiamo un grande capitale umano. Dobbiamo trovare la chiave per entrare in connessione con loro, creare processi di apprendimento significativi, utili. Su questo la mia scuola sta puntando molto.
Inoltre, è partito ad aprile un progetto sull’imprenditorialità: un interessante strumento motivazionale che vede i ragazzi molto coinvolti. Le aziende sono particolarmente interessate ai nostri ragazzi alla fine del percorso scolastico. Nel nostro territorio rappresentiamo un polo educativo, un punto di riferimento per tante generazioni. Molti proseguono gli studi universitari, ma dobbiamo anche pensare agli studenti che da subito si affacciano al mondo del lavoro e che dovranno avere quelle competenze spendibili immediatamente. Competenze tecniche, sociali, di cittadinanza.
Quale scenario immagina per la scuola nei prossimi mesi?
Io sono ottimista e spero si ritorni ad una didattica in presenza. Tuttavia non dobbiamo disperdere le esperienze che la via telematica ci ha indotto a fare. Credo a uno scenario di variegate didattiche così come di modalità di frequenze scolastiche. Dobbiamo stare al passo con i tempi ed essere in contatto con il mondo del lavoro, con le imprese, con le agenzie formative, con le agenzie culturali del nostro territorio. Le scuole hanno sofferto, sono state disorientate, hanno avuto dei momenti critici, li hanno tuttora. Ma hanno saputo anche rispondere, ognuna con le sue possibilità. Dobbiamo cogliere le opportunità di questo proces- so che si è attivato: la digitalizzazione, le reti, il rafforzamento della connettività deve essere portato avanti come modo alternativo e integrativo della didattica in presenza. La DaD deve trasformarsi in uno strumento di apprendimento interattivo, e non fermarsi alla sola trasmissione di contenuti. Noi ci crediamo in questo strumento, per questo ci siamo affidati a GARR.
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