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Oltre le Open Educational Resources: tanti esempi italiani
| Gabriella Paolini | La voce della comunità
L’Università di Pisa con le scuole per l’innovazione territoriale
Che cos’è l’Open Education? Sicuramente una definizione entrata nell’uso comune che comprende le Open Educational Resources (OER), di cui spesso si è occupato anche GARR News, ma che non si esaurisce con esse. Lo scenario dell’Open Education è, senza dubbio, ampio e complesso. La definizione della Commissione europea tradotta in italiano è: “un modo di fare educazione, spesso utilizzando le tecnologie digitali. Il suo scopo è allargare l’accesso e la partecipazione a tutti rimuovendo le barriere e rendendo l’apprendimento accessibile, ricco e personalizzabile per tutti. Offre molteplici modi di insegnare e apprendere, costruire e condividere conoscenza. Fornisce inoltre una varietà di percorsi di accesso all’istruzione formale e non formale e unisce”. (Opening up Education: A Support Framework for Higher Education Institutions, 2016) .
All’interno di questi “molteplici modi di insegnare e apprendere” insieme alle OER, i prodotti più noti dell’Open Education, troviamo anche i MOOC, Massive Open Online Courses. In Italia abbiamo ormai da anni esempi eccellenti di MOOC, come quelli proposti da EduOpen, portale creato da un nutrito gruppo di università italiane al quale si può accedere con le credenziali IDEM. I corsi proposti da EduOpen sono diventati tantissimi e si rivolgono a target diversi poiché l’offerta formativa spazia dall’orientamento per lo studio universitario alla formazione continua, con una sezione speciale dedicata agli insegnanti.
Un’altra piattaforma storica di MOOC che al momento ne contiene oltre 350 - è Federica Web Learning, creata dall’Università Federico II di Napoli. Volgendo lo sguardo al mondo della Pubblica Amministrazione, non possiamo non citare la Regione Toscana che da anni porta avanti il Progetto TRIO, “sistema di web learning che mette a disposizione di tutti, in forma totalmente gratuita, prodotti e servizi formativi su argomenti trasversali o specialistici”.
Si accede con un’identità SPID ed i corsi sono tantissimi.
Nel nostro Paese, da qualche anno, il dibattito sull’Open Education è divenuto più articolato e approfondito grazie ad un gruppo di lavoro virtuale che unisce esperti dell’argomento su tutto il territorio italiano. Open Education Italia è una rete che promuovere l’Educazione Aperta in Italia, intesa in senso ampio, in piena connessione con aree come open data, scienza aperta, partecipazione civica, e con particolare attenzione all’impatto sociale di pratiche di educazione aperta.
Sebbene, come si evince da quanto fin qui descritto, il mondo dell’Open Education raccolga molteplici esperienze formativa, le OER restano comunque uno degli argomenti più importanti e sono sempre più oggetto di ricerca e studio. Ne è prova l’obiettivo che si è dato il progetto Erasmus + dedicato alle OER, ENCORE+ European Network for Catalysing Open Resources in Education, che vede come partner italiano la Fondazione Politecnico di Milano: mappare l’ecosistema OER e i suoi stakeholder. La prima attività di mappatura è stata avviata con un questionario che vuole capire l’importanza delle OER nell’istruzione superiore e nelle aziende. Il questionario è disponibile online ed è destinato a dirigenti di università, accademie ed altri istituti di istruzione superiore e di aziende e a docenti, creatori di OER, ricercatori e tutti i professionisti che si occupano di OER.
Per maggiori spunti sulla Open Education si possono leggere i 10 punti sull’OE raccolti nel 2018 per celebrare i 10 anni dalla Dichiarazione di Cape Town. Uno di questi è il collegamento con gli altri Open Movements come l’open access alla ricerca, gli open data, e la riforma del copyright per il mondo education.
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