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Un ~okeanos di servizi virtuali
Un ~okeanos di servizi virtuali

Un ~okeanos di servizi virtuali

| Diana Cresti | la nuvola della ricerca e istruzione
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Ecco la soluzione greca al cloud per la ricerca. Che spopola anche in Europa

Tra il lavoro delle NREN europee di sviluppo di servizi cloud spicca ~okeanos, la piattaforma della NREN greca GRNET. ~okeanos è una IaaS, Infrastructure as a Service, completa di macchine e reti virtuali, storage e firewall, il tutto sviluppato in casa da GRNET. La piattaforma ha riscosso un tale successo nella comunità greca che attualmente il servizio nazionale è saturo e la NREN ha recentemente acquistato delle nuove macchine.

Panos Louridas
Panos Louridas
GRNET
Project Manager ~OKEANOS
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~okeanos è ben conosciuta anche tra gli addetti ai lavori in EGI e in GÉANT, e la NREN greca ne offre una versione limitata a scopo dimostrativo, chiamata ~okeanos Global, destinata ad utenti al di fuori della Grecia ed accessibile a tutta la comunità che fa capo a GÉANT: chiunque faccia parte della federazione eduGAIN – quindi ogni utente IDEM – può crearsi un account e cominciare a usare la piattaforma. Ne parliamo con Panos Louridas, project manager del servizio.

~okeanos è una piattaforma interamente "fatta in casa"?

~okeanos è una piattaforma quasi interamente "fatta in casa"

Quasi interamente. Una piccola parte della funzionalità è basata su Google Ganeti, nello specifico la parte responsabile per la gestione delle macchine virtuali. Il codice di Ganeti è open source e noi lo abbiamo modificato per le nostre esigenze. Queste modifiche vengono poi condivise nella repository di Ganeti, e infatti GRNET è il maggior contributore esterno al suo codice. Anche se sviluppato in casa, il software è progettato secondo tutti gli standard consolidati, quindi ad esempio abbiamo preso la definizione dell’interfaccia della nostra API da OpenStack, in modo da essere compatibile con quella piattaforma.

Ci racconti un po’ di storia dello sviluppo di ~okeanos

Nel 2010 cominciammo a cercare soluzioni cloud da poter offrire alla nostra comunità. A quei tempi c’erano soluzioni commerciali, tra le quali Amazon era la più utilizzata; tra i progetti open source c’erano Eucalyptus, OpenNebula e OpenStack, che erano agli inizi. Il problema era che noi volevamo un prodotto utilizzabile da tutti, non solo da ingegneri e informatici, e nessuno dei prodotti open source di allora aveva questa caratteristica. Volevamo un servizio che fosse facile come Amazon, se non di più, perchè la nostra utenza include studenti o comunque persone che potrebbero trovare anche Amazon troppo complicato. In definitiva, abbiamo preferito costruire un servizio che sappiamo essere adatto a un ambiente di produzione e che possiamo controllare e supportare a 360 gradi. Le due principali linee di sviluppo sono Cyclades, che riguarda le macchine virtuali e il networking, e Pithos, che riguarda lo storage. Abbiamo cominciato a offrire una prima versione alpha ad alcuni utenti esterni a GRNET nell’estate del 2011. Adesso offriamo una versione che chiamiamo beta ma che è molto stabile, un po’ nello spirito di Google Mail, un prodotto che per anni fu chiamato così nonostante fosse software di produzione. Per noi, la denominazione beta indica che continuiamo a svilupparlo, che è in continua evoluzione.

Come l'avete pubblicizzata?

Non abbiamo mai fatto promozione specifica. Nel 2011 mandammo un invito diretto ad alcune università con cui abbiamo forti legami di collaborazione. Li invitammo anche a coinvolgere altri colleghi, e un po’ alla volta l’utenza crebbe fino ad arrivare a quello che abbiamo adesso. Naturalmente presentiamo il servizio quando ci è richiesto, abbiamo un blog e siamo su Twitter, ma al di là di questo non facciamo promozione. Nonstante questo, attualmente la domanda ha oltrepassato l’offerta disponibile. Ad oggi abbiamo 12.800 utenti attivi e le nostre risorse sono sature, per cui quest’estate abbiamo dovuto annunciare che non potevamo accettare nuovi utenti fino all’arrivo delle nuove macchine che abbiamo acquistato.

Come stimate la quantità di hardware da acquistare?

Volevamo un prodotto open source utilizzabile da tutti, non solo da ingegneri e informatici, e nessuno aveva queste caratteristiche

In maniera molto semplice. La realizzazione iniziale del servizio era finanziata da un progetto greco che assegnava un certo budget per l’acquisto delle macchine, per cui abbiamo comprato quello che potevamo. Un elemento strategico è la decisione di acquistare hardware “commodity” per massimizzare la risorse. Anche per le macchine nuove abbiamo ottenuto fondi specifici attraverso un nuovo progetto. Verso la fine di ottobre abbiamo avviato una gara e prevediamo che all’inizio del 2015 potremo installare il nuovo hardware. A quel punto avremo una capacità più che raddoppiata rispetto all'attuale.

Avete una strategia "green" per il vostro parco macchine?

Si, per quanto riguarda il nuovo data center che stiamo costruendo. Il nostro data center principale è nella periferia di Atene, presso il Ministero dell’Istruzione. Il nuovo invece è vicino a un impianto idroelettrico sul fiume Louros, in montagna; lì abbiamo energia a basso costo e un clima più fresco rispetto ad Atene. Inoltre i circuiti del sistema di condizionamento del data center e dei server vengono raffreddati con l’acqua del fiume o di un pozzo adiacente che funge da backup.

Il servizio è gratuito per la vostra comunità?

Si, essendo supportato con fondi del governo, il servizio è completamente gratuito per la comunità greca. In generale abbiamo due livelli di utenza: il singolo, che si può creare un account base con un numero limitato di macchine virtuali; oppure l’utente di media grandezza, che può fare una richiesta per quello che chiamiamo un “progetto”. In questo caso è necessario descrivere quante e quali risorse servono in termini di memoria, CPU, spazio disco, rete, ecc., e indicare la durata delle attività, in modo che noi possiamo assegnarle. Abbiamo anche discusso l'ipotesi di un grande utente cui necessitino per esempio 10.000 macchine virtuali, una quantità che noi non potremmo offrire gratuitamente con il nostro modello di business. In questo caso si può pensare stipulare un accordo secondo il quale l’utente acquisterebbe le macchine e noi le potremmo configurare e gestire con una installazione di ~okeanos che crei per lui una cloud privata. Oppure l’utente potrebbe comprare macchine da tenere presso la propria sede, e noi forniremmo assistenza con l’installazione e l’amministrazione di ~okeanos.

Avete modo di ottenere feedback diretto dagli utenti, e di usarlo per richiedere finanziamenti?

Abbiamo condotto un sondaggio recentemente e abbiamo ottenuto un numero sorprendente di risposte. Gli utenti sono molto soddisfatti del servizio e molti hanno richiesto servizi aggiuntivi, come per esempio un servizio di backup; alcuni grossi utenti come le biblioteche vorrebbero avere un servizio di archiviazione bibliografica. Questo ci è sicuramente utile ai fini dei finanziamenti. Nel momento in cui si pianificano le attività per l’anno prossimo, avendo visto che Backup-as-a- Service è molto richiesto, possiamo creare un mini-progetto appositamente per questo. Inoltre a livello del ministero ci sono meccanismi per cui possiamo portare i risultati del sondaggio a dimostrazione che gli utenti sono soddisfatti e vorrebbero questo servizio, e quindi a supporto del progetto.

Ci parli del rapporto con GÉANT e di ~okeanos GLOBAL...

Prima di tutto siamo membri di SA7, l’attività di supporto a Cloud all'interno di GÉANT. In quest'ambito abbiamo iniziato un piccolo esperimento per sondare l’interesse tra i partner. Abbiamo integrato ~okeanos con eduGAIN, per dare accesso facile a tutti nella comunità. Abbiamo annunciato il servizio in GÉANT e in poco tempo abbiamo visto utenti registrarsi da tutta Europa. Inoltre partecipiamo alla GÉANT Open Cloud Exchange (OCX), e siamo anche stati contattati da DANTE (ora GÉANT Association) per discutere la possibilità di installare ~okeanos presso di loro per dei servizi che vogliono offrire. E naturalmente offriamo il nostro supporto con l’installazione e gestione del servizio. Già adesso abbiamo un team di supporto molto attivo che risponde a richieste provenienti da Paesi anche al di fuori dell’Europa.

Come è composto il vostro team? Avevate anche lavorato su tecnologie Grid, quindi avete ereditato quei team?

Quando lavoravamo su Grid, lo sviluppo lo facevano i colleghi delle università: perciò il team di sviluppo Cloud, che vogliamo avere in casa, lo abbiamo costituito ex novo. Ci sono persone che vengono e vanno, ma in media, nel periodo di tre anni da quando abbiamo cominciato, abbiamo avuto da 7 a 10 persone a tempo pieno, di cui 2 dedicate alla gestione e amministrazione del servizio.

Che previsioni avete sull’utilizzo futuro del servizio?

Noi NREN non possiamo competere con Google o Amazon. Ma possiamo differenziarci

Quello che prevediamo è che, più del servizio per utenti individuali, crescerà in maniera importante l’utilizzo relativo al Big Data, e per questo parte dello sviluppo attuale s’incentra su tool che permettano di interagire facilmente con il software che gestisce i Big Data. Parliamo per esempio di Hadoop, che può essere molto complicato per i non addetti ai lavori. Uno dei nostri progetti si prefigge appunto di creare tool che permettano di usare Hadoop e servizi simili anche agli utenti meno esperti.

Altre considerazioni?

Direi che bisogna tenere in mente che noi NREN non possiamo immaginarci di competere con "pezzi grossi" quali Amazon o Google. Quello che possiamo fare è definire esplicitamente il nostro ambito di servizio, le nostre garanzie (p.es. protezione dei dati sul territorio nazionale) e soprattutto il livello di assistenza, che i grandi non possono offrire. Poi è importante il fatto che tutto il nostro software è open source, quindi quello che facciamo è completamente trasparente e aperto a contributi esterni.

Maggiori informazioni: www.okeanos.grnet.gr

 

 

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