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Tutte le strade portano al MIX

Tutte le strade portano al MIX

| Valeria Rossi | osservatorio della rete
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Il traffico Internet visto dal Milan Internet eXchange

Valeria Rossi MIX - Milan Internet eXchange Direttore Generale Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

rossi opt Sono passati 10 anni dalla fondazione del MIX, il Milan Internet eXchange, e da allora, con l’evoluzione della rete, si è via via adeguato alle esigenze degli Internet Service Provider e dei suoi utenti che richiedono ogni giorno performance e capacità sempre più elevate.

Ma andiamo per gradi. Cosa sono gli Internet Exchange Point e perché hanno avuto tale successo in Europa? Un IXP è una rete tramite la quale gli operatori collegano fra di loro le proprie dorsali, realizzando parte della magliatura della rete Internet. Poiché Internet è data dalla composizione di molte reti, è necessario che ogni porzione sia collegata alle altre. Il collegamento tra di esse può avvenire con circuiti puntopunto (ma quanto costerebbe realizzare “n” circuiti per “n” collegamenti?) o tramite un IXP che consente, con un unico circuito, di realizzare l’interconnessione di una rete con, potenzialmente, tutte le altre già presenti sull’IXP. È questo il motivo principale per cui sono nati gli IXP: potenziare la rete a costi contenuti e, di conseguenza, allargare il mercato dei Service Provider.

Gli anni in cui MIX è nato, dapprima, nel 1996, come servizio volontario di un gruppo di operatori italiani, e poi, nel 2000, come società che opera di fatto non a fine di lucro, sono quelli in cui in Europa nascevano i primi IXP di successo: un esempio per tutti fu il primissimo a Londra, Linx, che vantava un traffico di 1,5 Gigabit al secondo (oggi si parla di oltre un Terabit al secondo!) a cui si sono ispirati molti IXP, almeno nella fase di start-up, MIX incluso.

Oggi c’è almeno un IXP principale per ogni paese ed il traffico veicolato dall’insieme degli IXP europei sfiora i 4 TB al secondo! Numeri grandi, così come l’apporto che gli IXP hanno dato al mercato Internet dell’ultimo decennio: nessuno avrebbe scommesso che la loro presenza avrebbe sensibilmente favorito la nascita di nuovi operatori di medie e piccole dimensioni. Il mercato si è aperto, ha trovato una luce nuova rispetto al modello oligarchico di pochi grandi soggetti, i costi si sono abbassati rendendo Internet sempre più alla portata di tutti, come deve continuare ad essere. Tra gli altri traguardi importanti vi è certamente la spinta verso la fibra ottica. In Italia la sua diffusione è purtroppo ancora per pochi fortunati, ma altrove - lasciatemi dire in paesi più “tecnologicamente civilizzati” del nostro – esistono condizioni ben più brillanti che, come ad esempio in Olanda, hanno poco da invidiare ai paesi d’oltreoceano.

Seppur non sia di grande conforto, la situazione italiana è abbastanza allineata agli altri paesi del Sud Europa, che sono molto lontani dallo sviluppo dei paesi nordeuropei. Lo sbilanciamento del traffico tra il nord ed il sud dell’Europa è notevole: basti pensare che più dell’85% è scambiato solo in Olanda, Inghilterra, Germania e Svezia. Questi paesi, inoltre, godono di una posizione geografica favorevole per la terminazione dei cavi sottomarini provenienti dalle coste americane e ciò, sommato ad un’attitudine aperta (o meglio sarebbe dire “meno chiusa”) degli operatori incumbent di questi paesi, ha significato la possibilità di realizzare sui loro principali IXP, veri e propri hub infrastrutturali della Big Internet.

L’ obiettivo che in Italia, ma soprattutto “per” l’Italia, MIX si è posto e continua a porsi è proprio questo: sfondare i muri ancora esistenti per portare la rete italiana ai livelli dei più avanzati paesi europei. Come? MIX, che ormai rappresenta uno degli snodi chiave dell’Internet italiana ed è ben posizionata nella hit parade degli IXP europei, nel futuro vuole e deve (poter) fare di più. L’ avvicinamento agli operatori italiani dei grandi content providers, delle content delivery networks, l’aumento della presenza di operatori stranieri nel nostro paese, e in parallelo l’abbattimento dei costi del trasporto in Italia - ahimé ancora talvolta proibitivi - sono tra gli obiettivi a breve.

Importare traffico e non solo esportarlo, rendere appetibile il punto di scambio a quei soggetti che oggi ci vedono troppo “piccoli” per investirvi risorse, rinnovare gli interessi delle reti della ricerca (che tanto hanno contribuito sin dall’inizio con la loro presenza alla crescita degli IXP) coadiuvandone i progetti di interoperabilità tra applicazioni su Internet, sfruttare anche noi la posizione geografica italiana nell’ambito delle cosiddette “tratte bagnate” del Mediterraneo, incentivando lo scambio di traffico tra i paesi emergenti di quest’area ed il Nord Europa a condizioni più favorevoli, sia tecnicamente che economicamente, di quanto non siano oggi. Questi sono alcuni degli aspetti che MIX ha sul tavolo e su cui sta lavorando, cercando di abbattere alcune rigidità e paradigmi che regolano ancor oggi le condizioni del suo sviluppo.

Maggiori informazioni: www.mix-it.net

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